Un paese quasi perfetto: recensione

Un borgo di fantasia per una commedia dai buoni sentimenti e sulla forza del lavoro di squadra, Un paese quasi perfetto è il nuovo film del regista e sceneggiatore Massimo Gaudioso (Benvenuti al Sud, Reality, Il racconto dei racconti, L’abbiamo fatta grossa) che va a ricostruire le dinamiche di un luogo dove ogni orologio sembra essersi fermato in un preciso punto del tempo e in cui la vera bellezza è data dallo svolgersi continuato di una vita semplice.

A Pietramezzana gli abitanti sono centoventi, la miniera che dava lavoro è chiusa da tempo e le frane bloccano continuamente le strade. Ritirare ogni mese l’assegno della cassa integrazione è insieme necessità e afflizione, troppi se ne vanno per trovare lavoro in città e davvero pochi rimangono per risanare le sorti del paese. Ma una breccia si apre in lontananza al sopraggiunge di una promettente possibilità, la costruzione di una fabbrica che salverebbe uomini e donne dalla completa disoccupazione. C’è solo una cosa che separa Pietramezzana dal suo desiderio di tornare vitale: la mancanza di un medico residente nel piccolo paesino meridionale. Sarà così che, con l’ingegno di Domenico Buonocore (Silvio Orlando) tutti gli abitanti si presteranno a mettere in scena il luogo ideale per Gianluca Terragni (Fabio Volo), chirurgo estetico messosi nei guai e costretto a determinata permanenza nel paese. Solo un mese avrà Pietramezzana per far sì che il dottore si innamori di lei!

Un paese quasi perfetto: intervista al regista e al cast

Incastonato tra le rocce e formato da tante stradine che come venuzze ramificano la pianta del paese, Pietramezzana palpita di persone autentiche che commettono il falso, ognuno complice nella sua parte perché bisognoso di ritrovare quella dignità che la miniera si è portata via con la sua chiusura.
Un teatro allestito con lo scopo non di mentire per ferire, ma mentire per sopravvivere, sostenuto con bonaria efficacia da giovani, adulti e ultra ottantenni, che si apprestano a ricreare per il dottor Terragni il luogo dei suoi sogni. E così tutti sono amanti del cricket, il sushi diventa la specialità della taverna e, come se la fortuna fosse stata ingaggiata per l’intero mese, cinque euro sono sempre pronti ad aspettare sotto le ruote della bicicletta; oltremodo meticolosa è la messa in scena di Domenico e i suoi compaesani, che acconsentono ad una bugia in più piuttosto che a lasciarsi sfuggire l’opportunità di tornare al lavoro.

Un paese quasi perfetto: una commediola che sa mettere in circolo la voglia di riscoprire i propri luoghi d’origine

In Un paese quasi perfetto l’attaccamento alla propria terra è palpabile e la voglia di rimanere legati alle proprie radici è intensa e sentita. La riscoperta di territori che nel loro piccolo sanno donare tanto all’esistenza, riaccende di nuova luce la vita del paese, per questa volta non più visto come soffocante ed oppressivo, ma spazio ideale da amare per la sua intrinseca natura.

un paese quasi perfetto

Ripreso La grande seduction del 2003 scritto da Ken Scott e diretto dal canadese Jean-François Pouliot, Massimo Gaudioso lascia inalterata la storia evitando visibili cambiamenti, rimanendo fedele al film originale e non concentrandosi sul lavoro di scrittura, ma privilegiando l’impegno del set; il regista dirige così gli attori che diventano parte integrante di Pietramezzana, non solo sfondo del racconto, ma cuore pulsante del raggiro a fin di bene.

Commediola di cui è difficile parlare male, pur non splendendo certo per originalità o particolare inventiva, ma gode di una genuinità paesana che rimane la colonna portante del film. Situazioni comiche ben sostenute dagli attori Fabio Volo, Silvio Orlando e Nando Paone, anche se è Carlo Buccirosso a risaltare sui colleghi con il suo solito fare da caratterista che, sebbene simile di film in film, rimane goffo e irresistibile. Seppur lievemente guastato da un finale frettoloso e smaccatamente favolistico, Un paese quasi perfetto fa venire voglia di rivisitare i luoghi delle proprie origini lasciando sul viso un piccolo sorriso, come quello di chi è orgoglioso della sua terra.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 0
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.3