Un’estate con Sofia: recensione del film di Rebecca Zlotowski

L'educazione sessuale e sentimentale della 16enne Naïma nell'estate trascorsa a Cannes con la cugina Sofia.

Naïma ha 16 anni, una vita tranquilla e regolare, tra le uscite con i compagni di scuola e qualche chiacchierata con la madre. Vive a Cannes, meta turistica di grande pregio, dove è raggiunta – per un’estate – dalla cugina Sofia. Une fille facile, come dice il titolo originale, una ragazza dalla sensualità prorompente, che affronta il lutto della madre vivendo la sua libertà senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. Un’estate con Sofia di Rebecca Zlotowkski, regista che con quattro lungometraggi all’attivo ha già ben definito la sua autorialità, è un film più interessante di quello che a un primo impatto potrebbe risultare.

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Innanzitutto va notata la presenza sia nel cast artistico (è la protagonista, Sofia) sia in quello tecnico (insieme alla Zlotowski firma la sceneggiatura del film) di Zahia Dehar, oggi modella e stilista franco-algerina di 28 anni. Quello che rende degna di nota la sua presenza sia davanti sia dietro le quinte è il fatto che alcuni anni fa la Dehar sia stata al centro di uno scandalo, che ha fatto molto scalpore sia in Francia sia all’estero. Ancora minorenne, infatti, lavorava come escort a Parigi, dove aveva avuto come clienti anche dei famosi calciatori. Allora la baby squillo sembrò molto sicura di sé e della propria condotta, rifiutando l’appellativo di prostituta e chiarendo alla cronaca la sua autodeterminazione sessuale, nonostante lavorasse prima dell’età legale. Anni dopo, la Dehar torna sulle dinamiche che l’hanno resa famosa rivivendo quel personaggio scandaloso – mai davvero rinnegato – in un film. Anche per questo motivo la sua partecipazione attiva alla stesura del film, rende Un’estate con Sofia stranamente convincente.

Un’estate con Sofia: la sottile linea del giudizio

estate con sofia cinematographe.it

La mano della Dehar così come quella della regista che – evidentemente – si accosta al tema con la massima apertura mentale, scivola di tanto in tanto verso le esigenze di mercato, che difficilmente accetterebbe una autodeterminazione assoluta della sessualità di una minorenne. Per questo motivo, anche se il sospetto aleggia nell’aria, il personaggio di Sofia non dichiarerà esattamente la sua età, lasciando il pubblico in sospeso tra la spudoratezza del personaggio e la facile condanna perbenista dei suoi atteggiamenti.

A fare da controparte alla scandalosa Sofia c’è la cugina Naïma (Mina Farid), che ricopre l’ingrato ruolo della “brava ragazza”. Come da sinossi, Naïma “scoprirà i propri valori” proprio osservando la cugina in azione, il suo concedersi agli uomini senza sentimenti romantici, il suo vivere il sesso in maniera strumentale e il rapporto disinibito con la propria nudità. Pur affascinata da tutto questo, e grande amica di Sofia, Naïma finirà per seguire la strada opposta, impegnandosi con lo studio per farsi una posizione. Eppure, conserverà un ricordo malinconico e nostalgico di quell’estate, in cui Sofia – come una fata pornografica – è passata per un attimo nella sua vita, scomparendo esattamente come era apparsa, all’improvviso.

La presenza stessa di Naïma segnala, dunque, “cosa è giusto” e cosa non lo è. Tuttavia, nella rapida introspezione del personaggio di Sofia e nel suo scrollarsi la tragedia dalle spalle, pronta ad agire senza dare spiegazioni, si intuisce l’autenticità di chi una situazione del genere l’ha vissuta realmente, o – almeno – il suo personale punto di vista sulla faccenda. Pur indugiando sulla nudità di plastica del personaggio, regista e autrice delineano una giovane donna inaspettatamente autentica, silenziosa, a suo modo riservata, che vive il suo essere irrisolta con drammatica superficialità. Una donna abituata a essere giudicata e che ha imparato molto presto a difendersi dalla cattiveria della gente.

L’estate, i giovani, il sesso

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Da Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci a Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, la cinematografia d’autore è piena di educazioni sentimentali e sessuali vissute nel tempo di un’estate. Un’estate con Sofia è un prodotto decisamente minore rispetto agli esempi citati, di cui perde l’eleganza e la liricità. Come Liv Tyler nel film di Bertolucci, però, Sofia è la classica Lolita irresistibile, che fa impazzire uomini molto più grandi di lei.

Il mondo degli adulti in Un’estate con Sofia è ben rappresentato, da un punto di vista attoriale. A interpretare la coppia di amici con cui le due ragazzine interagiscono ci sono Benoît Magimel (già visto in La pianista di Michael Haneke) e Nuno Lopes. Inoltre, in un piccolo ruolo, compare anche la diva del cinema francese Clotilde Courau.”I grandi” si rapportano alle due ragazzine come chi ha tra le mani un giocattolo prezioso, da trattare con riguardo. Eppure, pur sempre un giocattolo. La differenza tra i due personaggi maschili sarà evidente nel finale, in cui – anche in questo caso – ad essere premiata sarà la virtuosa Naïma, quasi che per gli uomini il rispetto per la verginità pesi di più di quello per la donna in sé. Anche in questo, però, la regista non esprime un giudizio definito e ribadisce che Sofia e Naïma sono due modi diversi di intendere la sessualità e che il giudizio maschile è tutt’al più di una banalità mortificante.

Un’estate con Sofia, in conclusione

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Non privo di criticità, soprattutto tecniche, Un’estate con Sofia è un film che si presenta come un banale racconto erotico adolescenziale, ma che apre diversi spunti di riflessione. Certamente, il finale stucchevole è un modo per riconciliare il pubblico a un pensiero comune e rassicurante, tuttavia anche in sceneggiatura non mancano i momenti efficaci. Nel dialogo apparentemente casuale sui massimi sistemi, sul proprio intimo sistema filosofico, le ragazzine della Zlotowski ricordano un po’ la sensualità svogliata della Nouvelle Vague, con il loro incantevole perdersi nelle riflessioni degli autori, decantate come muse dallo sguardo sfuggente. Molto classico da un lato e conturbante e originale dall’altro, Un’estate con Sofia è il classico film frainteso, che dice molto di più di quello che una visione disimpegnata potrebbe rivelare.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.5

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