Tutti gli Uomini di Victoria – la recensione

Tutti gli uomini di Victoria è una commedia che tratta delle situazioni molto serie, legate al codice deontologico degli avvocati e a casi di violazione della privacy e accuse di abuso. Victoria è una donna dominante che vuole comprare ogni cosa, perfino i rapporti: questo la manderà in crisi psicologica e sessuale

La protagonista di quest’opera è la donna del XXI secolo, in carriera, separata, confusa in una crisi di mezza età, con due bambine da accudire. Cosa rende originale questa trama? La regista Justine Triet non cerca di edulcorare nulla, ma propone la fragilità di Victoria, raccontando il suo insuccesso nella vita privata attraverso il linguaggio della commedia.

Victoria è un avvocato, ciò permette di conoscere da vicino questo mestiere, attraverso dei singoli casi che ancora rendono la pellicola originale, anzi di interesse dato che l’Ordine degli Avvocati di Roma ne consiglia la visione per cumulare crediti formati. Infatti le associazioni Azione Legale, Educal e ADGI in collaborazione con Merlino Distribuzione hanno organizzato l’incontro “L’esercizio della professione legale al femminile”. Virginie Efira interpreta i panni di una donna circondata da uomini deboli, che domina, perché il suo lato maschile è più sviluppato di loro.

Victoria presenta Sam a Vincent

Il primo dramma riguarda l’amico Vincent (Melvil Poupaud) che è stato accusato di aggressione dalla sua compagna e chiede di essere difeso da Victoria. La scelta non è facile, perché lei si trova compromessa, conosce entrambe le parti e rischia di non poter svolgere egregiamente il suo lavoro. Eppure accetta, per affetto, ma anche per una forte dose di narcisismo, non ha mai fallito ed è alla ricerca di stimoli sempre più forti. Il lavoro è ciò che dà senso alle sue giornate, è un piacere perverso, come sottolinea il suo ex marito “è eccitata dalle arringhe e dalla toga”. La sua sessualità è fondamentale, dato che in questa crisi non riesce a trovare un uomo, seppure ne incontra diversi su internet. Paga gli uomini e questo possesso affievolisce il suo piacere, tanto che spesso preferisce parlare e confidarsi.

Un desiderio irrefrenabile di svelarsi, o meglio psicanalizzarsi, come fa anche con il suo analista, con una veggente, un agopunturista e addirittura con un cliente.

Mentre cerca la verità su se stessa, la casa è in disordine e le sue due bambine restano ai margini delle sue esigenze, c’è Sam, un tuttofare che si propone di aiutarla nelle faccende domestiche, per essere in cambio il suo assistenze e imparare il mestiere.

Victoria e Sam mentre lavorano sul caso di Vincent.

Il ragazzo che prima spacciava per sopravvivere è in realtà l’unico adulto della storia: sarà lui a prendersi cura di Victoria, a rimettere ordine nella sua vita, avendo pieno accesso a tutto ciò che la riguarda, dalla carta di credito ai casi giudiziari che segue.

Il personaggio di Vincent Lacoste si calerà talmente dentro questa storia da innamorarsi di lei, che invece non sa nulla, chiusa nel suo ego non si rende conto di cosa sta succedendo finché non si troverà a rischiare di perderlo.

Il suo ex marito David (Laurent Poitrenaux) intanto sta scrivendo un blog, in cui la protagonista prende spunto proprio da Victoria, cambia solo il nome. Svela così dei suoi segreti personali e delle confidenze fatte su alcuni clienti. La ciliegina sulla torta che le fa aumentare la dose di antidepressivi, ma senza fermarla, Victoria nella sua fragilità è una donna forte, che fortunatamente si trova a fianco Sam.

Una tematica profondamente seria, che viene smorzata dalla comicità delle situazioni paradossali, come gli appuntamenti con questi uomini sconosciuti e il suo mondo frenetico e incasinato.

Oppure i casi giudiziari come la violazione della privacy e l’abuso che diventano surreali: l’ex marito parla di lei come una ninfomane egocentrica e narcisista e al processo di Vincent vengono chiamati a testimoniare un dalmata e uno scimpanzé.

Tutti gli uomini di Victoria – Victoria e lo scimpanzé

La storia di Victoria lascia allo spettatore una riflessione sul ruolo sociale della donna oggi e come per raggiungere gli stessi diritti e privilegi dell’uomo abbia forse rinunciato al proprio valore. Infatti questa monetizzazione della vita le ha tolto sensibilità e mentre vuole essere lei a dominare, dentro di sé c’è un profondo desiderio di essere accudita. Questa non è una debolezza, come spesso pare in una società egocentrica, individualista e pretenziosamente autosufficiente.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.3