Trovato quello che cercava?: recensione del film Netflix

La recensione di Trovato quello che cercava?, il film Netflix di produzione messicana per la regia di Yibran Asuad.

Enrique e Picho sono i protagonisti di Trovato quello che cercava?, il nuovo film Netflix di produzione messicana. I due sono esponenti di mondi molto lontani tra loro: Enrique è una vecchia gloria della radio locale, con un fascino ormai ingiallito dal tempo e alle prese con la necessità di trovare espedienti per continuare a vivere la vita di un tempo; accanto a lui c’è Picho, un ragazzo giovane e invaghito della sua collega senza essere ricambiato (forse) che cerca di affermare la sua identità tra un problema economico e uno di cuore. Enrique e Picho sono profondamente diversi tra loro e quando si trovano a essere colleghi nel supermercato del quartiere, da subito si scatena la competizione tra loro in cui ognuno dei due sfodera le sue armi nascoste. Quando i due però capiscono di avere un obiettivo comune, una donna da conquistare, decidono di collaborare per riuscire a mettere insieme le risorse necessarie a raggiungere il loro obiettivo. In questo rapporto di amore e odio si innesca inevitabilmente anche un continuo scontro tra il mondo dei giovani (tra social e smartphone) e quello dei più anziani (fatto di ricordi annebbiati ed egoismo senile).

Trovato quello che cercava? si impone come obiettivo quello di parlare a tutti, di riunire tutto il suo pubblico a prescindere dalla provenienza e dall’età, e a questo proposito utilizza un linguaggio smaccatamente semplice e diretto insieme a una narrazione lineare, costruita anche su una divisione dei personaggi molto netta tra i due universi contrapposti (si ricorda che il film non è disponibile, almeno al momento, con il doppiaggio in italiano). Lasciati dunque da parte slang e intercalari tipici messicani, il film si rivolge a tutti con immediatezza, camminando a un passo dal baratro della banalità e dell’oblìo, da cui si salva solo grazie alla buona scrittura del personaggio di Enrique. Interpretato da Àlvaro Guerrero, il protagonista di Trovato quello che cercava? è una personalità che accentra su di sé un universo intero, fatto di nostalgia della propria gioventù e di tanta speranza per il futuro, segno di avere ancora tanta voglia di arrivare ai propri obiettivi. Intorno a lui si muovono gli amici di una vita, vere e proprie macchiette in cui prende vita un inossidabile spirito infantile, che si oppone con forza al senso di responsabilità che, per forza di cose, anima Picho e gli altri giovani commessi del supermercato.

Trovato quello che cercava? recensione, Cinematographe.it

Yibràn Asuad alla regia dà vita a una sceneggiatura di Javier Peñalosa che con Trovato quello che cercava? ha voluto comporre una storia di formazione che non fosse solamente rivolta a ragazzi che si muovono ancora tra i banchi di scuola, bensì si cerca di coinvolgere in prima persona tutti coloro i quali hanno probabilmente dimenticato le complessità da superare per trovare un equilibrio che possa conciliare responsabilità e vita sociale, dovere e piacere. A muovere tutte le mosse dei personaggi è di fatto l’amore, capace di farci spingere tanto le persone in una direzione, ma anche di porle di fronte alle proprie mancanze. Quello che si delinea in questo film è, in altre parole, un percorso di crescita, che vede coinvolto in prima persona un signore di mezza età, che si trova finalmente a fare i conti con se stesso e con la società che lui stesso ha contribuito a costruirsi intorno.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.7

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