RomaFF12 – Tout nous sépare: recensione
Nessun protagonista, nessun interesse, Tout nous sépare risulta essere un thriller tedioso e mal gestito.
Dramma familiare, amori non corrisposti, estorsioni rivolte con violenza e corpi senza vita da nascondere per poi dimenticare. Tutte queste componenti, con maldestro modo e confusionaria direzione, vanno a costruire l’improponibile thriller Tout nous sépare, tragico film – per tema, ma soprattutto per fabbricazione della messinscena – desideroso di rientrare nel filone misterioso e teso del classico noir, rivelandosi però fin dal principio un pasticciato gioco di rapporti e omicidi, dove ad uscirne malmesse non sono soltanto le perite vittime, ma anche il pubblico e i disperati attori.
Julia (Diane Kruger) ha commesso un errore. Uno stupido, brutale, involontario errore. In preda alla furia del litigio con il suo amato Rodolph (Nicolas Duvauchelle), la donna ha colpito a morte l’uomo, versandolo in un fiume di sangue che terrorizza l’assassina. In preda al panico Julia chiede aiuto alla distinta madre Louise (Catherine Deneuve), occultando assieme il corpo del deceduto e preparandosi a qualsiasi futura sorta di accusa o pericolo. L’altolocata signora non riesce però a contrapporsi al ricatto dell’amico di Rodolph, l’apparentemente scontroso, ma in fondo amorevole Ben (Nekfeu), bisognoso di soldi per togliersi dalle calcagna un violento gruppo di quartiere e determinato a spillare il denaro alla benestante famiglia.
Tout nous sépare – uno pseudo-thriller tedioso e mal gestito
Nonostante voglia cercare di districarsi con disinvoltura nella narrazione della storia Tout nous sépare è una pellicola incapace di conferire la giusta consistenza a un soggetto che già di suo non risulta del tutto originale. Inciampa così, dall’inizio fino all’epilogo, nella tediosità. Peccato, perché nonostante la tematica sia già stato oggetto di altre pellicole, di certo il regista Thierry Klifa (Un eroe di famiglia, Les Yeux de sa mére, Una vita ad attenderti) avrebbe potuto trovare ben altri appigli per dare vita a un film migliore, senza impelagarsi troppo in intrecci e uccisioni che, seppur volenterosi di accalappiare lo spettatore, non fanno altro che allontanarlo e perdere la sua attenzione.
Gli escamotage narrativi, che avrebbero dato maggiore risalto alla pellicola, rimangono in bella vista come potenziale inutilizzato, stesi come corpi morti al pari dello sfortunato Rodolph e unica fonte, inespressa, che avrebbe potuto rendere anche minimamente intrigante il fantomatico thriller.
Tout nous sépare – Nessun protagonista, nessun interesse
Tout nous sépare non si avvale di un unico protagonista attorno a cui si espande l’intero nucleo della vicenda, e al tempo stesso risulta quanto mai impropria la definizione che andrebbe a denominarlo come film dal cast corale. Il melodramma di Thierry Klifa è piuttosto un confuso tentativo di spostarsi, man mano che le vicende proseguono, da un personaggio all’altro, rendendo in tal modo ognuno protagonista, forse questa sola idea originale dell’intero film eppure sfavorevolmente usata, tanto da trasformare un palpabile merito in un’altra critica da avanzare.
Fortuna dello pseudo-noir francese l’interpretazione dei suoi attori principali, tra cui l’eleganza e le riconosciute doti dell’eterna Catherine Deneuve e l’abilità recitativa della sua figlia cinematografica, Diane Kruger; donne improvvisatesi delinquenti, incapaci di instaurare alcun sano rapporto interpersonale e costrette, dalla loro alta posizione sociale, a muoversi tra le malmesse strade dei quartieri criminali. Bravi anche, nelle controparti maschili delle protagoniste, Nekfeu e Nicolas Duvauchelle, piccoli malfattori di periferia, credibili nelle loro parti. Mancando di una parte tecnica rifinita e di una sostenibilità del racconto, Tout nous sépare non è solo il ricatto del personaggio di Ben verso le impaurite Julia e Louise, ma un reato artistico nei confronti del cinema.