Together: recensione del body horror di Michael Shanks

Alison Brie e Dave Franco sono inseparabili in Together, il body horror di Michael Shanks nelle sale italiane il 1 ottobre 2025.

Viva le etichette, se non ci facciamo troppe illusioni su quanto hanno da offrirci: la brutale semplificazione di una realtà complessa. L’etichetta body horror, tanto per fare un esempio, non basta a dar conto della complessità dei codici espressivi, delle convenzioni e delle sfumature del (sotto)genere, ma è un buon punto di partenza per una discussione e va presa così: senza esagerare. Detto questo, esistono anche le eccezioni. Together è un’eccezione.

È un body horror, e lode al dio del cinema perché, per una volta, l’etichetta dice tutto quello che c’è da sapere. Per riuscirci le è bastato accostare due parole: corpo e orrore. In verità, ce ne sarebbe anche una terza, amore, che è ugualmente importante ed è sottintesa nel titolo. Nelle sale italiane Together arriva il 1° ottobre 2025 per I Wonder Pictures e deve molto all’horror, alla commedia nera e al romance hollywoodiano, declinato in direzione di una disgustosa, soffocante viscosità. Con Dave Franco e Alison Brie – sono davvero una coppia – il film è la storia di un uomo e una donna che navigano tra gli alti e i bassi della vita di relazione per scoprire che l’amore è una faccenda (scusate, era impossibile resistere) piuttosto appiccicosa.

Together: un body horror cui servivano i giusti protagonisti. Li ha trovati

Together; cinematographe.it

Together, fantasia (body) horror in quattro parti. C’è la vita di una coppia che sembra perfetta ma in realtà ha il motore ingolfato, e prima o poi le tensioni verranno a galla. C’è l’ibrido di romance e umor nero, e un’inquietante, ansiogena, cronaca sentimentale. C’è l’horror con venature pagane e misticheggianti, appena accennate ed è un bene che sia così, a metà strada tra Midsommar e The Wicker Man, anche se la mitologia e il tipo di paura non devono niente a nessuno; non è un film derivativo. Poi ci sono loro: Dave Franco e Alison Brie. La prima regola, per un regista, è non sbagliare i protagonisti.

Non è scontato e va dato merito a Michael Shanks di aver centrato il bersaglio con millimetrica, appiccicosa precisione. Dave Franco (The Studio) e Alison Brie (Mad Men, Glow) non mettono a disposizione del film soltanto un talento che è istintivo equilibrio tra gli estremi – umorismo, pathos e deliri psicotici – ma anche un’intimità, una capacità di stare dentro le cose (in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà…) che non si può improvvisare. Una volta tanto, il sentimento che lega i protagonisti fuori dal set è un micidiale carburante per la verità e l’efficacia della messa in scena. E non, come nel restante 99% dei casi, una distrazione fastidiosa. 

Dave Franco e Alison Brie sono sposati dal 2017. Non è gossip, e il film non va interpretato nei termini volgari e sciatti dell’indiscrezione (spiare una coppia dal buco della serratura). Non è un documentario camuffato da cinema di genere, né allude a potenziali disastri privati in stile Eyes Wide Shut (a quanto sembra, contribuì al naufragio della coppia Cruise-Kidman). Le cose stanno così: Dave Franco e Alison Brie valorizzano cinematograficamente il loro amore, e in un modo molto costruttivo. Mettono in gioco lo spettro delle emozioni, delle gioie e delle fatiche della vita di coppia, e si abbandonano alla corrente del film, senza svelarsi e senza farsi compromettere, usando ciò che può essere usato ma sempre a distanza di sicurezza. È importante parlare di distanza di sicurezza, perché Together costringe i protagonisti a un’intimità fisico-sentimentale fortissima; si fatica a credere che avrebbe funzionato con una coppia di estranei. Together non si poteva che girare con una vera coppia. O almeno, è questa l’impressione che trasmette il film. 

La metafora regge, dall’inizio alla fine

Together; cinematographe.it

Di cosa si parla? La storia è di Tim (Dave Franco) e Millie (Alison Brie). Vanno a vivere in campagna abbandonando la città, gli amici, e le apparenze di una vita perfetta. Tim ha più di trent’anni e non ha ancora perso la speranza di diventare una rockstar. Millie è insegnante, ed è per farla lavorare in un ambiente più tranquillo che si sono trasferiti. Millie si fida di Tim, ma è stanca di sostenere le sue irrealizzate ambizioni. Tim non voleva traslocare. Appena arrivati, vanno in escursione in una grotta vicino casa, dalle pareti coperte di strani simboli e con una misteriosa campana. Ne escono cambiati: una forza misteriosa ha preso possesso dei loro corpi (prima lui, poi lei) e vuole farne una cosa sola, nel modo più tossico, soffocante e letterale. La forza della metafora è la sua estrema semplicità. Regge dall’inizio alla fine.

Va detto che è un bel momento per l’horror americano – anche da noi si prova a resuscitare il genere – sia in termini di risposta del pubblico (The Conjuring – Il rito finale) che di consenso critico (Bring Her Back) o di entrambi (Weapons). Ed è un tempo ancora più felice per il sottogenere più viscerale e raccapricciante, il body horror. Together arriva nel 2025 poco dopo il più politico e femminista body horror di sempre, il fortunatissimo The Substance di Coralie Fargeat. Se di politica si può parlare, quella del film di Michael Shanks è sentimentale, politica della vita di coppia, e forse per questo la storia è destinata a lasciare nell’immaginario collettivo un segno meno forte dell’altra. Ma Together è comunque un horror vitale, interessante, ibrido ma con equilibrio, in un modo molto lucido, senza disperdere la sua forza.

Molto dipende dalla chimica e dalla disponibilità a esplorare la totalità del sentimento – gioia, sensualità, trasporto, rancore più o meno represso, paura – di Dave Franco e Alison Brie, sorretti dalla pacata ed enigmatica sobrietà di Damon Herriman, il vicino che forse è minaccioso o forse no, l’unico estraneo cui Together consente di spezzare l’onnipresenza dei protagonisti. A volte, l’horror prende il sopravvento sulla storia e la allontana dal suo centro, che sarebbe il racconto delle dinamiche della vita di relazione, la cronaca di un amore e dei suoi estremi: quelli buoni (la comunione di sensi, corpi e anime) e, soprattutto, i negativi (la tossicità, la codipendenza). Ma è un’impressione passeggera. Together è il matrimonio felice (!) di orrore e sentimento. Lavora sui corpi e li cambia in modo insolito – prova a farne una cosa sola – ma non tradisce mai il genere e le sue leggi. Semmai, ne allarga lo sguardo. (Body) horror sentimentale: è nata un’etichetta? Forse, l’importante è darle il peso che merita. Il film è più denso delle generalizzazioni che gli cuciamo addosso.

Together: valutazione e conclusione

Together; cinematographe.it

Michael Shanks ha capito come si fa: non gira un horror e basta, non si limita al racconto della vita di una coppia, né annacqua le differenze in un’ambigua minestra. Prima delinea le coordinate della vita dei protagonisti, le cose che funzionano e quelle che invece no. Quindi la circonda di una mitologia horror, e misura ogni step della vita amorosa dei due in termini di paura, inquietudine, suspense. Se il focus è sull’evoluzione del rapporto, tra purezza di un sentimento e codipendenza, gli shock che la storia riserva al pubblico sono quelli tipici del body horror: corpi modificati in un raccapricciante, disgustoso, truculento modo. Michael Shanks gira (suo anche lo script) un film che è, a un estremo un horror standard, all’estremo opposto una cronaca della vita di relazione, nel mezzo un interessante mix dei due. Ha una colonna sonora brutale ed efficacissima – la paura è anche il suono – a firma Cornel Wilczek e l’elegante, ma non ostentata, fotografia di Germain McMicking. Horror d’autore o, per dirla in modo strettamente contemporaneo, elevated horror; è un’ulteriore etichetta e piuttosto pericolosa, perché sottintende un atteggiamento di altezzosa superiorità verso gli altri horror – i non elevati – e forse è meglio non usarla. Quello che vale la pena di dire, è che Together sa mixare molto bene vocazione spettacolare e intelligenza degli argomenti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.5