Roma FF16 – Time Is Up: recensione del film con Bella Thorne

Il fascino c'è, ma manca di disinvoltura in Time Is Up di Elisa Amoruso.

In uscita il 3 gennaio 2022 su Amazon Prime Video, Time Is Up, è uscito al cinema per soli tre giorni (25, 26 e 27 ottobre 2021) dopo essere stato presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma, per la sezione autonoma e parallela di Alice nella Città. Diretto da Elisa Amoruso e distribuito da 01 Distribution il film, a un tempo educazione e cronaca sentimentale, scavalca l’oceano con la facilità di uno starnuto, USA-Roma e ritorno, e poggia buona parte del suo appeal sulla chimica dentro e fuori scena tra i suoi due protagonisti. Si chiamano Bella Thorne e Benjamin Mascolo, coppia nella vita e cuori in rotta di collisione sullo schermo. Estetica glamour e scelte musicali trasversali, classici di ieri e successi contemporanei, questo racconto di due solitudini alla ricerca di qualcosa che riempia il vuoto non decolla. Peccato di prevedibilità.

Bella Thorne e Benjamin Mascolo nella parte di due adolescenti problematici, attratti da una forza irresistibile

Time Is Up cinematographe.it

Nel complesso, l’intreccio sentimentale disegnato da Time Is Up è abbastanza convenzionale e, proprio nella riluttanza  del film di Elisa Amoruso di assecondare un felice “deragliamento” della narrazione, sta buona parte del problema. Lui, lei, l’altro, l’incidente, la solitudine e la possibilità di una rinascita. Déjà vu.

Lei, Bella Thorne, è una brillante studentessa consacrata al culto della fisica quantistica, con la pericolosa tendenza a fare della vita una formula da sbrogliare, esagerando; ciò che funziona in provetta, non necessariamente va bene anche nel mondo di fuori. Anatomia “fredda” dell’amore da parte di una che non ci crede, e per le ragioni sbagliate: si scuserebbe senza troppi problemi l’equivalenza che la giovane immagina tra le interazioni delle particelle e le dinamiche del sentimento, se il film non sentisse l’urgenza di replicare la bizzarra teoria non appena ne ha la possibilità.

Lui, Benjamin Mascolo (del duo musicale Benji & Fede), respinge la possibilità di una relazione soddisfacente, ma per ragioni, diciamo così, più “calde”. Dice no all’amore per non replicare ulteriormente il trauma della separazione e della perdita. Italiano di origine, vive da promessa del nuoto col padre e la sorellina ai margini dell’America bene. Galeotta fu la piscina e chi ci nuotò; Vivien e Roy, così si chiamano, si conoscono perché la ragazza sta con un collega di lui, che pure ha i suoi segretucci e problemi da risolvere. L’attrazione tra i due è fulminea, ma sbrogliare la matassa e venire a capo della faccenda, se è possibile, è più arduo di quanto sembri. Nel mezzo ci si mette anche l’incanto (senza cinghiali) di una vacanza romana, e un brutto incidente.

Time Is Up: un film pieno di musica, troppo prevedibile e schematico nella costruzione

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Bella Thorne e Benjamin Mascolo fanno coppia nel mondo reale, ma mantengono una temperatura accettabile per quel che riguarda la rappresentazione del sentimento sullo schermo. E questo, sia chiaro, è un bene oltre che una certificazione della serietà d’intenzioni dei due attori. Un amore troppo esibito avrebbe consegnato il film alla vacuità della pura esibizione narcisista.

Peccato che Time Is Up non faccia tesoro di questa sobrietà d’approccio. Non è questione di convenzioni da sradicare, quanto piuttosto di puntellare l’anima del racconto con una spolveratina d’inconsueto. Il racconto di due adolescenze marginali, gli ostacoli che si frappongono tra gli amanti e la felicità, tutto già detto e già scritto. La trama scorre placida, un colpo dopo l’altro, verso il traguardo di una risoluzione che si anticipa a miglia di distanza. Questo influisce anche sulla definizione delle sfumature e l’intensità delle intepretazioni dei protagonisti. Chimica a parte, la coppia si accende di fuochi melodrammatici a intermittenza; spesso scivola sul film abbastanza inerte.

C’è questa idea interessante di struttura che Elisa Amoruso affronta purtroppo con piglio eccessivamente meccanico. L’idea del film playlist, in cui ogni scambio di battute e ogni parvenza d’azione fa da intervallo a una realizzazione emotiva, circoscritta da una cornice in musica che chiarisce, precisa, delinea. Di note se ne suonano tante in Time Is Up, da Billie Eilish a un autentico intramontabile dei tardi anni ’60 come Can’t Take My Eyes Off You di Frankie Valli, che il film elegge a stella polare e inno nazionale. La soluzione ha un certo fascino, ma il film non sa diluirla nel racconto con disinvoltura, limitandosi a riproporla con cadenza ossessiva e, progressivamente, sempre meno efficace.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.2