Venezia 80 – The Summer with Carmen: recensione del film di Zacharias Mavroeidis

The Summer with Carmen immerge lo spettatore nell'atmosfera di una spiaggia queer in cui il mondo va lentissimo.

Corpi e una spiaggia. Nudi e mare. Lentezza e rocce. Questi sono gli ingredienti e l’incipit di The Summer with Carmen (To kalokairis tis Karmen), il film di Zacharias Mavroeidis, in concorso nella sezione Giornate degli Autori alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Protagonista del film è Demosthenes che si sta godendo una giornata di mare sulla spiaggia queer di Atene. Non è solo questo è anche un racconto di una vita, di cinema, di storie.

The Summer with Carmen: due amici, una storia, un ex e una cagnolina

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Demosthenes (Yorgos Tsiantoulas) è nudo, pronto a farsi baciare dal sole, ad immergersi nell’acqua, a passare del tempo con Nikitas (Andreas Lampropoulos), sodale e aspirante regista, insieme pensano anche di elaborare un’idea per il primo lungometraggio di Demosthenes. The Summer with Carmen racconta di una vita e di una storia, di come si scrive un film e come si ragiona sulla propria vita. Demosthenes ricorda, porta a galla proprio per comporre una sceneggiatura per un film assieme a Nikitas, tira fuori dalla sua mente, le false costruzioni che l’essere umano mette assieme per non dire la verità, le scuse che uno si dice per non ammettere realtà scomode. Si era dovuto fermare ad Atene per stare vicino al padre malato – momento importante nella vita di ogni essere umano -, ma è solo una scusa per incontrare Panos (Nikolas Mihas), l’ex che, terminata la storia con Demosthenes, aveva preso una cagnolina di nome Carmen. Quando si rivedono, la decisione a cui era arrivato l’uomo gli sembra sciocca, c’è del rammarico per aver rotto con Panos. Le cose sono andate davvero così?

Il film diventa un pretesto per ritornare indietro, ripensare, rimettere le mani in ciò che si è messo da parte per continuare la propria vita. L’idea dei due amici dovrebbe narrare di Carmen, la cagnolina di Panos di cui si prende cura Demosthenes perché pensa che l’ex non se ne occupi al meglio; l’uomo sostiene che la cagnolina sia come la sua bambina, mentre per Nikitas, l’amore che l’amico prova per la cagnolina è derivato dal fatto che in lei vede sé stesso.

Demosthenes e Nikitas diventano viaggiatori nella vita del primo, quel libro chiuso, ma non messo negli scatoloni in soffitta, viene da loro riaperto e gli avvenimenti si fanno tappe di un “viaggio dell’eroe” che vuole portare da qualche parte, ma dove? Gli eventi reali sono impastati, dilatati, portati fuori dal magma per farsi tessuto narrativo della vita di “un altro”, un Demosthenes-protagonista di un “testo” queer; i due amici mettono in discussione la regola principale della teoria della sceneggiatura, l’eroe può davvero cambiare, e, al tempo stesso, non senza strappi o rotture, sono sul punto di mettere alla prova anche la loro amicizia.

Scrivere una storia aiuta a capirsi

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Zacharias Mavroeidis realizza una commedia su quanto sia difficile, a volte addirittura privo di senso, conoscersi perché le cose sono molto più complesse di quanto sembrino. The Summer with Carmen è una pellicola che mostra come si costruisce un film – si parla di atti, di eroe, di obiettivi, di plot point 1, plot point 2 -, e diventa atto di coscienza e autocoscienza. Scrivere un testo è fondamentale per fare un lavoro su di sé, sui rapporti e sulla vita e in questo modo si riesce a guardare, analizzare per davvero le cose, con distacco, o forse, è meglio dire, con l’urgenza e la potenza di una seduta di terapia.

The Summer with Carmen è anche la rappresentazione di un’amicizia omosessuale, argomento non sempre narrato nel cinema, o non nella maniera di Mavroeidis, quella tra Demosthenes e Nikitas è una relazione complessa e sfaccettata, profonda ma spesso vittima del non detto e dei silenzi, dell’essere differenti, figure agli antipodi e in tale modo vedono il mondo. I due hanno da sempre lavorato insieme, hanno riflettuto sull’identità, sui generi, su maschile e femminile, sui confini tra l’uno e l’altro e hanno navigato questi mari attraverso l’arte – Sissies, il lavoro del passato, la scrittura di quello nuovo.

The Summer with Carmen: valutazione e conclusione

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The Summer with Carmen immerge lo spettatore nell’atmosfera di una spiaggia queer in cui il mondo va lentissimo. L’opera di Mavroeidis gioca con i piani temporali, con narrato e vissuto, al centro di tutto c’è Demosthenes che scrive e ricorda, racconta e vive. Lo spettatore è condotto tra le pieghe di questa storia, tra Demosthenes e Nikitas, tra i rapporti tra il protagonisti e Panos, tra Demosthenes e i suoi amanti. L’opera lavora su cosa voglia dire crescere, maturare, si riflette sul fatto che spesso si debba compiere scelte difficili, tutto attraverso gli occhi di Demosthenes e di Nikitas che da corpi colti a prendere il sole, cosparsi di crema e di rimpianti e certezze, diventano poi eroi che si rivestono dopo una giornata di mare con maggiori sicurezze e sogni da portare avanti. 

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.5