The Prodigy – Il Figlio del Male: recensione del film horror con Taylor Schilling

Un thriller horror che strizza l'occhio ai grandi classici, riuscendo sempre a tenere alta la tensione.

Il piccolo Miles (interpretato da Jackson Robert Scott) sembra un bambino come tutti gli altri, ma già in tenera età manifesta delle qualità al di fuori del comune: questa è la trama di The Prodigy – Il Figlio del Male, film horror diretto dall’emergente Nicholas McCarthy. Il lungometraggio risente di un lento sviluppo, ma non narrativo: si tratta di un espediente per arrivare al climax finale. L’intera storia trasporta lo spettatore all’interno di una vicenda enigmatica, già vista al cinema, e dai risvolti paranormali.

The Prodigy – Il Figlio del Male: un film che ricorda L’esorcista e i classici dell’orrore

Fin dai primi minuti, The Prodigy risente dell’influenza de L’Esorcista. Al centro della storia vi è un ragazzino (nel capolavoro horror c’era la tredicenne Reagan), nato in una famiglia amorevole. Sarah (Taylor Schilling di Orange Is The New Black) e John (Peter Mooney) sono due genitori affettuosi che non hanno mai fatto mancare nulla al piccolo Miles e fin da piccolo l’hanno seguito nella sua crescita e istruzione scolastica. Come ne L’Esorcista, però, è ancora una volta una donna la protagonista della storia. Sarah si preoccupa per il cambiamento improvviso di suo figlio e ne è spaventata a tal punto da iniziare a spiarlo la notte quando lo sente parlare una lingua sconosciuta nel sonno. La donna decide di prendere sul serio il caso e si affida a degli specialisti. Sotto ipnosi, i medici scoprono che un’entità demoniaca ha scelto il corpo di suo figlio per manifestarsi. E forse ha intenzione di portare a termine uno scopo.

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Non solo L’Esorcista: McCarthy si lascia influenzare anche da altri classici dell’orrore psicologico dove vi è l’elemento infantile, come Rosemary’s Baby. Prima del parto, Sarah è dolorante per la sua gravidanza; si agita, ma quando ha in braccio il neonato, accetta la sua nuova condizione di mamma. E poi c’è l’influenza demoniaca de Il Presagio: il protagonista maschile di The Prodigy è un bambino dall’aspetto angelico che dentro di sé cova un animo malvagio, pronto a manifestarsi e portare a termine il suo piano. Il piccolo Miles sfida l’autorità genitoriale; è furbo e raccapricciante. Al tempo stesso, però, è consapevole di avere qualcosa fuori dall’ordinario e questo lo rende un bambino intelligente ma incredibilmente spaventoso.

The Prodigy – Il Figlio del Male: una protagonista femminile forte interpretata da Taylor Schilling

L’attrice di Orange Is The New Black dà grande prova di forza in questo horror soprannaturale. La figura femminile è il centro di The Prodigy e ogni donna viene rappresentata in tutta la sua pienezza. Sarah è calma, riflessiva, mantiene i nervi saldi, ma all’occorrenza sa comportarsi da madre coraggiosa e temeraria, che non si ferma davanti a nulla.  Vi è poi la psicologa che segue inizialmente Miles: una donna matura e studiosa che per prima capisce che il bimbo ha qualcosa che non va.

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Le figure maschili, al contrario, sono interpretate da uomini intimoriti, che preferiscono sottomettersi e fuggire dai loro problemi. John, marito di Sarah, reagisce con violenza all’atteggiamento strafottente del figlio ed è impulsivo, una caratteristica che lo rende un personaggio secondario a volte fastidioso. Colm Feore (interpretato da Arthur Jacobson), l’ipnotista di Miles, è invece un uomo fragile con delle dipendenze.

Pur trattando una tematica non originale, The Prodigy – Il Figlio del Male riesce a tenere alta la tensione grazie a una narrazione sul filo del rasoio e ai classici jump scares, mai scontati e inseriti al punto giusto.
Il film è al cinema dal 28 marzo 2019 con Eagle Pictures.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3