The Pills – Sempre meglio che lavorare: recensione

Dal web al grande schermo. Fenomeno di Youtube trasportato al cinema. Inno ai giovani pieni di creatività che non si sognano nemmeno di lavorare. Parliamo di The Pills – Sempre meglio che lavorare.

Intorno ad un tavolino, il solito, Luigi (Di Capua), Luca (Vecchi) e Matteo (Corradini) prendono coscienza del “deterioramento” che le loro vite e i loro corpi stanno cominciando ad attraversare. Che sia arrivato il momento di diventare grandi? C’è chi tra loro diventa più consapevole e motivato, chi invece rifiuta l’idea di una vita senza più il suono della campanella, zaino in spalla, occupazione di scuola. E per finire, chi si ritrova a dover stare dietro alle bizze artistiche di un padre deciso a rivivere una seconda giovinezza. In un quartiere di Roma, in una casa in bianco e nero, i tre ragazzi affronteranno con spensieratezza l’arrivo del futuro.

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Luigi Di Capua come Silvio Muccino in Come te nessuno mai

Esordio cinematografico per i seguitissimi giovani youtubers The Pills, membri ufficiali dell’universo della rete, che si prestano con dissacrante brio in un’opera leggera sull’insormontabile sindrome di Peter Pan. L’ansia del lasciare un’attività sedentaria, come il poltrire beatamente sul divano, attanaglia i protagonisti che fin dalla tenera età si promisero l’un l’altro che nessun lavoro li avrebbe mai alienati, tanto meno divisi. Ma il richiamo delle responsabilità, quella sensazione interiore che ti fa capire di essere adulto, si fa sentire con maggiore insistenza diventando sempre più implacabile; così, mentre Luca cerca di scoprire come entrare nel segretissimo tessuto del business dei “bangladini” per poter da questo trarre profitto, Luigi attraversa un’infantile sindrome di mezza età che lo fa correre per i corridoi del liceo classico Mamiani neanche fossimo nel vecchio film Come te nessuno mai di Gabriele Muccino. Perdita della giovinezza, impiego come assuefazione che risucchia l’identità dell’individuo, condizioni inaccettabili per tre ragazzi che dalla vita vogliono altro, come litri di caffeina e drummini rollati. Con accattivante irriverenza il trio si fa ideatore di un’apologia sul lavoro e sulla crescita, una storia discreta che dà il cattivo esempio.

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Luca Vecchi in una scena in cui imita l’addestramento di Batman Begins

The Pills – Sempre meglio che lavorare: il dissacrante brio dell’insormontabile sindrome di Peter Pan

Pietro Valsecchi apre il nuovo anno alla grande: dopo gli incassi da record dell’ultimo film di Checco Zalone Quo Vado? il produttore tira fuori dal suo cilindro un altro evento che spera richiamerà una gran fetta di giovane pubblico al cinema. Due film dall’ideologia completamente: da una parte la sacralità del posto fisso evocata da Luca Medici, dall’altra l’irrevocabile convinzione che tutto è meglio piuttosto che mettersi a lavorare. Nella periferia della Capitale, nel Pigneto di Pasolini ora luogo di incontro per molti ragazzi, le riprese di una zona che faranno sentire a casa gli abitanti di quei quartieri sono frutto della regia di Luca Vecchi, componente del gruppo di volenterosi non-lavoratori, che con stile moderno e cura dei dettagli sa portare qualcosa di fresco nel panorama della filmografia italiana classica, azzardando non poco, ma offrendo un interessante risultato. Il bianco e nero non manca di certo, segno distintivo dei video sul canale online, usato con perspicace ingegno per staccare il quotidiano della loro giornata nell’appartamento dal movimento frenetico di liti e vita al di fuori. Riempito fino all’inverosimile di riferimenti cinefili, il citazionismo e l’ironia costituiscono gli elementi di un postmodernismo cinematografico, ma non per questo è mancante di pecche che potrebbero intaccare il risultato finale. La romanità spinta, una morale al di sotto delle consuete norme comportamentali, anche se tutto in chiave ovviamente comica, tendono talvolta a strafare, rendendo difficile a chi non ha confidenza con i loro video su youtube seguirli e per questo divertirsi.

The Pills – Sempre meglio che lavorare rimane comunque un buon prodotto da consumare con leggerezza e senza troppe pretese, adatto per chi come Luigi, Luca e Matteo crede che una vita con la sveglia alle sette e mezza non è degna di essere vissuta.

Il film è prodotto da Pietro Valsecchi e uscirà nelle sale il 21 gennaio 2016 distribuito da Medusa.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.2
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

3.1

Voto Finale