Venezia 75 – The Mountain: recensione del film di Rick Alverson

Con The Mountain, Rick Alverson ci racconta il difficile viaggio sia fisico che mentale, intrapreso dal giovane Andy.

Rick Alverson approda alla 75ª edizione della mostra del cinema di Venezia con il suo quinto film The Mountain, in competizione nella selezione ufficiale della mostra. Indagando nelle complessità della psiche umana, Alverson si avvale di un cast stellare che vede come protagonisti Tye Sheridan (recentemente star indiscussa di Ready Player One di Steven Spielberg) e il talentuoso Jeff Goldblum.

Scopri tutto ciò che c’è sapere su Tye Sheridan

Un giovane ragazzo di nome Andy, in seguito alla morte del padre e alla scomparsa della madre, decide di seguire in qualità di fotografo ritrattista un dottore, interpretato da Jeff Goldblum, specializzato nelle pratiche di elettroshock e lobotomia per curare i malati mentali.

The Mountain non è altro che un viaggio nell’inconscio e nella mente di Andy, un ragazzo che fin da subito appare problematico, ma che si nasconde dietro la facciata del silenzio e dell’imperturbabilità. Ambientazione e location sono indefinite come le scelte compiute dal protagonista della vicenda. Possiamo intuire che siamo in America intorno agli anni ’50, soltanto perché ci sono dei riferimenti alla popolazione statunitense, e soprattutto per il tema trattato.

The Mountain è un viaggio complesso nella profondità della psiche, che fatica a decollare

The Mountain Cinematographe

Il personaggio interpretato da Jeff Goldblum, il Dottore Wallace Fiennes, è probabilmente ispirato a un personaggio realmente esistito, ovvero colui che introdusse i primi interventi di lobotomia negli Stati Uniti tra gli anni ’40 e ’50, il medico Walter Jackson Freeman II. Nel film Wallace Fiennes è una sorta di guru, che attraverso l’applicazione di aghi nei bulbi oculari dei malati, crede di poterli guarire da qualsiasi malattia mentale di cui soffrono, tentando anche di diffondere questo suo credo a tutti quelli che lo circondano. Buona la performance di Goldblum, il quale, diviso tra le convinzioni scientifiche del suo personaggio e momenti di totale sbando dettati dall’alcool e dalla lussuria, è capace di far provare una repulsione per il Dottore che inizialmente sembra voler prendere Andy sotto la sua ala protettrice.

Tye Sheridan è, invece, quello che si presuppone sia il protagonista, ovvero il giovane Andy, benché la scena gli venga più volte rubata da Jeff Goldblum. È vero che occorre considerare il fatto che Sheridan debba interpretare un personaggio con disturbi mentali, ma la sua espressione rimane pressoché la stessa per tutta la durata della pellicola, senza momenti di climax o senza la possibilità di permettere agli spettatori di indagare le varie sfaccettature del suo Andy.

The Mountain non convince a causa di troppi elementi discordanti tra loro

The Mountain Cinematographe

The Mountain è costruito su un montaggio prettamente lento, a tratti ossessivo e maniacale, che impedisce di dare al film un buon ritmo, in grado di tenere viva l’attenzione degli spettatori. Anche i dialoghi sono abbastanza scarni, con dei silenzi talvolta particolarmente assordanti e, spesso, si ha la sensazione che la sceneggiatura sia forse un po’ troppo ambiziosa, come se puntasse a inserire nella pellicola troppi elementi e spunti che poi non verranno approfonditi.

La pellicola di Rick Alverson, tuttavia, pone al centro una questione molto semplice ed evidente: e se la pazzia fosse realmente la voce della verità? Riflettendo su questo piccolo dettaglio potremmo guardare il film da una prospettiva completamente capovolta.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.4