The Alpinist: Uno spirito libero – recensione del documentario su Marc-André Leclerc

Arriva nelle sale italiane, distribuito come uscita evento da Nexo Digital dal 7 al 9 marzo 2022, il ritratto che Peter Mortimer e Nick Rosen hanno dedicato a Marc-André Leclerc, il visionario scalatore canadese che ha compiuto alcune delle salite in solitaria più audaci della storia.

Montagna-uomo e l’eterna lotta tra i due: un binomio, questo, che ieri come oggi continua a regalare narrazioni dall’afflato epico fortissimo, biografie indimenticabili e imprese incredibili oltre i limiti, come quelle che la Settima Arte con il cinema di fiction e del reale ha portato sul grande schermo nel corso dei decenni, seguendo l’eco dei grandi reportage del passato e della letteratura d’avventura, esplorativa e sportiva. Basta affacciarci nei numerosi festival tematici disseminati alle diverse latitudini dedicati ai racconti ad alta quota come quello di Trento, che quest’anno spegnerà le settanta candeline, per imbattersi in opere audiovisive animate da storie difficili da dimenticare, poiché portatrici sane di emozioni allo stato puro che ti si attaccano alla retina e alla corteccia celebrale per non lasciarle mai più. È il caso di The Alpinist: Uno spirito libero, il documentario che Peter Mortimer e Nick Rosen hanno dedicato a Marc-André Leclerc, il visionario scalatore canadese che ha compiuto alcune delle salite in solitaria più audaci della storia.

The Alpinist: Uno spirito libero è un’occasione irripetibile per rientrare in contatto, o per farlo per la prima volta, con uno scalatore e un essere umano eccezionali

The Alpinist cinematographe.it

Il sottotitolo che ne accompagna l’uscita evento voluta da Nexo Digital nelle sale nostrane dal 7 al 9 marzo 2022, riassume alla perfezione quale sia stato il “carburante” che alimentava il motore esistenziale del compianto climber originario della Columbia Britannica e che ne guidava le straordinarie gesta sulle pareti di roccia e ghiaccio di mezzo mondo. Il suo essere stato uno spirito libero e un outsider, tenendolo distante dai riflettori e dal clamore mediatico che invece hanno accompagnato le carriere di altri scalatori della nuova generazione come il californiano Alex Honnold o il nepalese Nirmal Purja, rispettivamente protagonisti di Free Solo e 14 vette: scalate ai limiti del possibile, lo ha reso un unicum nel panorama mondiale, non solo per le vette che è stato capace di conquistare. Ecco perché  la visione di questo prezioso documentario rappresenta un’occasione irripetibile per rientrare in contatto, o per farlo per la prima volta, con uno scalatore e un essere umano eccezionali, che il destino e una maledetta tempesta di una notte gelida dell’Alaska nel marzo 2018 hanno strappato alla vita terrena a soli 26 anni. Presenza, la sua, che nell’arco di tempo che gli è stato messo a disposizione lo ha portato a vivere senza schemi, architetture mentali e costrizioni. Allo stesso modo, con indipendenza e una libertà estrema, ha affrontato le vie di roccia e ghiaccio con le quali di volta in volta ha deciso di misurarsi.

The Alpinist: Uno spirito libero è una biografia in progress che strada facendo si tramuta in postuma

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Ed è questo spirito che Mortimer e Rosen hanno voluto/dovuto assecondare e seguire come una bussola durante i due anni di pedinamento di Leclerc, per restituirne l’essenza e l’universo interiore. Una conditio sine qua non e un dentro o fuori da accettare per rendere possibile il racconto. Anni in cui oltre alle scalate e alle cronache spettacolari di esse, gli autori hanno documentato e raccolto il pensiero che vi era dietro le sue imprese. Quello firmato dal duo di registi statunitensi, tra i massimi esperti del cinema incentrato sul tema della montagna, è una biografia in progress che strada facendo si tramuta in postuma. Attraverso e con essa viene disegnata davanti agli occhi dello spettatore di turno il ritratto intimo dell’uomo e quello spettacolare delle sue imprese in parete. Due sfere che nella timeline si mescolano senza soluzione di continuità, influenzandosi a vicenda.

Regna l’equilibrio tra le azioni estreme e l’approfondimento umano nei confronti di chi le ha compiute

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Capita di rado di imbattersi in biopic incentrati su climber e scalatori in generale nei quali è presente e radicata tale alchimia. Uno di questi è senza dubbio Al Qimma, il documentario che il giovane regista e produttore marocchino Mehdi Moutia ha realizzato sulla connazionale Bouchra Baibanou. Nella stragrande maggioranza dei casi invece l’aspetto spettacolare e sportivo appare preponderante, fagocitando tutto il resto. In The Alpinist: Uno spirito libero è l’equilibrio tra le azioni estreme e l’approfondimento umano nei confronti di chi le ha compiute a regnare. Si passa così dalle riprese delle imprese sulla Torre Egger in Patagonia e sulla parete Emperor del Monte Robson a quelle sul mitico Cerro Torre, ai momenti con i piedi saldamente piantati a terra dove i registi si prendono il tempo giusto per permettere al protagonista di raccontare e raccontarsi senza filtri, affiancato in questo percorso orale da frammenti di repertorio e da un coro di voci fatto di testimonianze rilasciate da figure importanti del settore come il già citato Alex Honnold, Reinhold Messner e Raphael Slawinski.

The Alpinist: Uno spirito libero è un ricco contenitore di immagini da mozzare il fiato e di emozioni cangianti

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Al netto di qualche parentesi superflua, ma a quanto pare dovuta, dedicata all’excursus storico e all’evoluzione tra le diverse epoche dell’alpinismo nelle sue diverse espressioni, utile a collocare e contestualizzare la figura di Leclerc rispetto al vasto panorama internazionale, il film si presenta come un ricco contenitore di immagini da mozzare il fiato, al cardiopalma per chi soffre di vertigini (quelle con le go-pro e i droni su tutte), oltre che di emozioni variegate e cangianti che arrivano a trafiggere il cuore quando la fidanzata e alpinista Brette Harrington e la madre Michelle rievocano la tragedia che ha portato Marc-André alla morte.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 4.5

3.5