RomaFF12 – Spielberg: recensione del documentario su Steven Spielberg

Spielberg è il documentario sulla vita e sull'arte del regista Steven Spielberg, un talento destinato a portare al cinema le sue abilità e le sue storie

Un ragazzino di tredici anni che passa il tempo a girare film, a studiare le inquadrature, a creare per proprio conto universi fantastici, guerre avvenute, incontri con alieni. Quel giovane tredicenne arriva poi ai sedici anni e lì, di fronte all’immensità del grande schermo illuminato dalla vastità dei paesaggi di Lawrence D’Arabia, decide di diventare da grande regista. Non un cineasta qualunque, ma un autore dell’intrattenimento che riversando di volta in volta il proprio trascorso interiore nei suoi lavori è riuscito a diventare un esempio della più alta espressione del cinema. Spielberg è il documentario raccontato in prima persona dallo statunitense artista della macchina da presa Steven Spielberg, il percorso della crescita umana e professionale di un uomo nato con un autentico, indistinguibile, ma soprattutto riconoscibile dono.

Partendo dai primi lavori amatoriali realizzati quando era poco più che un giovane ragazzo di periferia, il regista ripercorre in maniera non direttamente lineare, ma chiara ed esplicativa fin dal primo intervento, il proprio trascorso come figura del cinema e come persona piena di volontà; un uomo che ha deciso di immergersi anima e corpo nella passione che lo ha da sempre trasportato, regalandola ad un pubblico che ancora oggi – e come avverrà nel domani – parlerà ad un emozionato, estasiato pubblico.

Spielberg – Da emarginato ragazzo a dio dell’olimpo cinematografico

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Una filosofia artistica la quale unisce le insicurezze e l’entusiasmo che Steven Spielberg ha esplorato nei propri prodotti in rapporto al suo emarginato vissuto e al sofferto divorzio dei genitori, riuscendo perfettamente ad incanalare il passato in temi diversi e sempre vari, ripercorsi con trasporto nel documentario diretto da Susan Lacy. Capolavori entrati nella storia della cinematografia i quali vengono accostati alle parole non solo del protagonista indiscusso di Spielberg, ma a quelle di colleghi e amici tra i più conosciuti, ricreando un background senza il quale il regista non avrebbe potuto rivelarsi nel mondo della settima arte.

Il cinema pulsante della società Americana, della famiglia, della libertà, ma soprattutto del poter portare, attraverso dimensioni costruite con maestria, il bello, anche quando si parla di dolore, anche quando fa più male. Un percorso commerciale poiché accessibile ad un pubblico il quale, nei successi e nelle sconfitte, si è lasciato affascinare dal grandioso linguaggio ad immagini con cui Steven Spielberg è riuscito ogni qualvolta a comunicare, un puro talento rimasto fedele a sé stesso nonché alla sua genuina attitudine e al suo sconfinato amore per i racconti sullo schermo.

Spielberg – Il destino di raccontare bellissime storie

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Respirando cinema e scaturendo reazioni emotive sempre brillanti, reali, Steven Spielberg non viene presentato solo come uno dei più imponenti dei dell’olimpo dell’industria dello spettacolo, durante la visione di Spielberg emergono infatti tutti i timori di un regista che ha saputo raggiungere la vetta della maturità professionale grazie all’abilità di sfruttare con acume e coraggio i suoi occhi da eterno bambino, mai persi neanche nella matura fase di crescita e nei suoi stupendi, toccanti film di passaggio. Un fenomeno che travolse come un’onda Hollywood e un numero quanto mai vasto di pubblico, un’energia irrefrenabile che va ad unirsi all’eccellenza innata del cineasta narratore.

Spielberg è il documentario da brividi che immancabilmente commuove per il moto di coinvolgimento in grado di conquistare il cuore dello spettatore, il ritratto senza retorica di un estro formatosi per far parte dell’altare dei maestri del cinema, che seguendo l’esempio della sua variegata filmografia scava nel profondo per suscitare a seconda dei momenti diversi tipi lacrime, qualche volta di gioia o di infanzia, di rabbia o dolore. Un documentario magico come il bagaglio artistico del regista che quest’ultimo ha saputo realizzare e regalare al mondo, un uomo di cui era risaputo fin dal principio il futuro, destinato a realizzare intramontabili e bellissime storie.

 

Regia - 4.5
Fotografia - 4.5
Sonoro - 4.5
Emozione - 5

4.6