Segnali dal futuro: recensione del film di Alex Proyas

Segnali dal futuro mescola atmosfere apocalittiche, dramma e fantascienza. Alex Proyas dà vita a un film sicuramente non perfetto ma tutto sommato godibile.

Tensione, suspense e inquietudine si mescolano in Segnali dal futuro, film del 2009 diretto da Alex Proyas. Le vicende narrate giocano su un’alternanza di più registri linguistici e generi cinematografici, fornendo a regista e sceneggiatori la possibilità di moltiplicare le opzioni per interpretare i fatti e di rafforzare il dato emotivo del film con elementi variegati. La storia narrata è incentrata a una supposta profezia ricevuta in dono (se così si può dire) da Lucinda, una giovane alunna della fine degli anni ’50, e rinchiusa in una capsula del tempo insieme ai disegni di altri bambini. Quando, mezzo secolo dopo, la scatola viene aperta, l’indecifrabile serie di numeri che la piccola aveva scritto sul foglio in dotazione finisce nelle mani di Caleb che subito lo sottopone all’attenzione del padre, John, noto luminare astrofisico. Dopo un po’ di studio, il professore capisce che quei numeri sono indicazioni riguardo alle grandi catastrofi e incidenti degli ultimi anni: le ultime righe indicano date future, per le quali c’è ancora la speranza di poter intervenire. Anche se l’ultima riga potrebbe indicare addirittura la fine del mondo.

Con Segnali dal futuro Proyas fa leva sugli istinti primordiali a cui riesce molto difficile sottrarsi

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Alex Proyas individua in Nicholas Cage il protagonista di Segnali dal futuro. Del resto, l’attore è ormai da decenni quasi un simbolo di questo genere, lasciando che la sua sola presenza faccia passare un messaggio netto riguardo al contenuto dell’opera stessa.
Il film è costruito in maniera tale da mescolare più generi, unendo l’inquietudine tipica del thriller alla disperazione apocalittica. Fantascienza e paranormale si alternano in un linguaggio che gioca molto sul dato emozionale, cercando di scatenare nel pubblico una serie di sensazioni scomode e molto poco rassicuranti, ma altrettanto irrefrenabili. Ci sono certi istinti a cui riesce molto difficile sottrarsi e le immagini proposte da Proyas, anche attraverso le supposte verità scientifiche pronunciate da Nicholas Cage, puntano a risvegliare reazioni primordiali, che lascino l’inquietudine tipica di chi è cosciente dell’inesorabilità di un fatto.

Le prove attoriali dei protagonisti restano nel range del genere, senza mai alzare troppo l’asticella, lasciando tutto il lavoro di coinvolgimento e avvicendamento dello spettatore alle verità (di)mostrate sullo schermo. Intorno alla figura di Cage si concentra tutta l’attenzione, finendo con il rendere anche i coprotagonisti dei semplici elementi a latere del vero relatore delle grandi verità. La cupezza del messaggio e il presagio di morte che da un certo punto in poi aleggia su Segnali dal futuro trovano riscontro nella tonalità fredda della fotografia, con la tendenza ad arrivare quasi al bianco e nero in varie occasioni, sfruttando a pieno le possibilità offerte dall’infinita scala di grigi.

Segnali dal futuro

Nicholas Cage in una scena del film.

Regista e sceneggiatori costruiscono l’inquietudine della consapevolezza (non a caso il titolo originale del film è Knowing) creando un legame lungo 50 anni, che ripete un fenomeno nelle stesse forme e modalità a prescindere dalle coordinate spazio-temporali contingenti. Lucinda nel 1959 e Caleb nel 2009 sono identici tra loro, singoli individui innocenti, la cui salvezza e incolumità sarà assicurata da entità superiori, che evidentemente hanno possibilità nettamente più alte dei comuni mortali (è proprio il caso di dirlo!).

La storia di una piccola bambina si ripete a distanza di decenni e si lega a quella di un bambino più o meno della stessa età, finendo con il coinvolgere l’umanità intera. Pur con molti vuoti di sceneggiatura, le nozioni ricevute da una singola persona diventano realtà globali, di dominio pubblico e alle quali non ci si può sottrarre, per quanto possa essere pesante da accettare.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 1.5
Emozione - 3

2.4