Searching: recensione del film con John Cho e Debra Messing

Searching è un thriller innovativo che segue la storia di un padre alla ricerca di sua figlia, usando esclusivamente il punto di vista di smartphone e computer.

Quando la sedicenne Margot scompare improvvisamente, suo padre David fa di tutto per rintracciarla. Hollywood è pieno di storie come questa, con thriller action che lasciano col fiato sospeso fino all’ultimo minuto. Searching non è però un film come tanti. La ricerca disperata di David Kim parte da ogni social network e apparecchio elettronico. Attraverso l’uso della tecnologia moderna, il regista indiano-americano Aneesh Chaganty (al suo esordio con un lungometraggio) illustra in che modo i social network abbiano influenzato la vita di tutti i giorni, fino a renderla privata e sconosciuta agli occhi delle persone più care.

Searching: un thriller innovativo

Negli ultimi anni la forte esplosione dei social media ha nettamente cambiato il modo di comunicare. Grazie a una connessione Internet si può parlare con ogni persona nel mondo, riuscendo a stabilire anche un contatto visivo. I rapporti umani vengono sostituiti da relazioni virtuali, talvolta fallaci, che hanno l’unico scopo di colmare una qualche mancanza. I giovani, in particolare, sono fortemente attratti dalla possibilità di ottenere qualsiasi cosa a portata di click, molto spesso nascondendosi dai propri genitori.

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Searching esplora proprio questa forte tematica. Attraverso i social network, David (interpretato da John Cho) tenta di risalire agli ultimi movimenti di sua figlia prima che scomparisse nel nulla. Inizialmente crede che Margot sia partita insieme ai suoi amici, ma quando indaga tra le sue conoscenze, nessuno sembra sapere nulla. Kim si siede alla sua scrivania, davanti allo schermo del computer, accede al profilo della ragazza e scopre una verità sconvolgente: Margot non era la persona che conosceva. David scava a fondo nei meandri di Internet, ed esplora un mondo sconosciuto in cui gli adolescenti si rifugiano per sfuggire alla realtà. Margot è triste e sola nelle foto. Ogni suo profilo è privato, ha pochissimi amici e una manciata di like alle sue foto. Tuttavia, questo è solamente la punta dell’iceberg. David collabora con la detective Rosemary Vick (Debra Messing di Will & Grace), una donna forte e decisa che sa esattamente cosa vuol dire essere un genitore.

Searching: John Cho è l’anima del film

John Cho è il protagonista assoluto di Searching e l’anima dell’intero film. Ogni inquadratura è sull’attore coreano-americano. Il regista si focalizza sulla sua famiglia e mette in scena ricordi e sensazioni di ogni genere. Successivamente, ne riprende il dolore nello scoprire che sua figlia è scomparsa; subito affiora l’incredulità per ciò che scopre sui social; infine gli occhi si riempiono di determinazione, ma non vi è mai un momento di sconforto. Solo in un’unica scena, David Kim si fa da parte, è in un angolo dello schermo, per lasciare il lavoro alla polizia. L’uomo mostra un volto stanco, quasi rassegnato.

Searching è un thriller innovativo, in grado di mettere a nudo il rapporto tra le persone e la tecnologia, vista come un palcoscenico in cui indossare una maschera ed essere qualcun altro. Appare infatti chiaro che Margot si sia costruita una realtà virtuale per compensare la perdita di sua madre, deceduta perché malata.

Searching: il regista crea un senso di invadenza quasi surreale

In Searching l’uso della tecnologia è uno stratagemma ironico: ciò che appare nei nostri social media è per uso personale e privato. Con un computer aperto e alla portata di tutti, tra finestre, immagini e file audio, Aneesh Chaganty crea un senso di invadenza quasi surreale.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.6