Royalteen – L’erede: recensione del film romantico Netflix

Royalteen - L'erede racconta la storia di un principe azzurro e di una ragazza con un passato scandaloso, che vive nella semioscurità...

Una “Cenerentola” rivisitata in chiave insolita è pronta a rivivere a Palazzo Reale nel teen-drama romantico Royalteen – L’erede diretto da Per-Olav Sørensen ed Emilie Beckl, disponibile per la visione su Netflix dal 17 agosto 2022. Qui la “fanciulla delle ceneri” è una ragazza comune (dai mille segreti), che ha gli occhi malinconici e liberi di Ines Høysæter Asserson (conosciuta per Harajuku, Heirs of the Night e Skam) che riescono a far saltare il cuore in gola al giovane principe della Norvegia Karl Johan, interpretato da Mathias Storhøi. Lena e Karl ardono di un amore senza limiti in questa nuova favola targata Netflix, un adattamento del primo libro della serie omonima di romanzi, scritta da Randi Fuglehaug e Anne Gunn Halvorsen, che parla di accettazione delle proprie paure ed errori e di mistificazioni social.

Royalteen - L'erede recensione, Cinematographe.it

Royalteen – L’erede: una nuova “Cenerentola” in chiave teen-drama

In Royalteen – L’erede c’è un principe azzurro, il figlio di un re, che si chiama Karl Johan ( per gli amici è “Kalle” e per i social è il “principe delle scopate“). E c’è una ragazza con un passato scandaloso, che vive nella semioscurità e lotta quotidianamente per nascondere un grande segreto che l’ha costretta a trasferirsi da Horten. Lena si è trasferita in estate nella capitale della Norvegia e sta per iniziare un nuovo anno scolastico, è consapevole del fatto che troverà in classe i due gemelli reali, Karl (il legittimo erede al trono norvegese) e sua sorella Margrethe. Il principe Karl e Lena si conoscono in classe e in poco tempo capiscono di provare un sentimento reciproco che va oltre l’amicizia. La ragazza però sa quali difficoltà potrebbe comportare proseguire una relazione con un futuro re; è combattuta tra la felicità e lo scetticismo, anche perché Kalle, oltre ad essere un membro della famiglia reale, ha una reputazione di playboy e finisce spesso sui siti di gossip. Inoltre Lena non ha mai raccontato a nessuno, neppure a Kalle, il suo passato scandaloso e la verità nascosta che l’ha costretta ad abbandonare la sua città natale.

Quando l’immagine social smette di dire la verità

Royalteen - L'erede recensione, Cinematographe.it

L’effetto bokeh rende confuse le zone collocate nella parte dell’immagine più lontana dallo spettatore per rappresentare il misterioso passato di Lena che emerge nella prima parte del film esclusivamente attraverso lampi di flashback. Al di là dell’intelaiatura che sostiene questa “Cenerentola” in salsa norvegese, che qui non dovrà perdonare i responsabili del suo amaro passato (perché gli altri sono chiamati a perdonarla) e sa intrattenere piacevolmente lasciando anche il posto per una finestra sul mondo dei reali norvegesi-; a destare maggiormente l’attenzione è il mutamento nelle dinamiche interiori dei protagonisti di Royalteen – L’erede, che riescono a mostrarsi l’un l’altro per come sono realmente e negli aspetti più fragili della loro persona, insieme alla capacità del lungometraggio di raccontare le conseguenze di un’immagine social capace di mistificare la realtà. Il principe Karl Johan è vittima di un personaggio creato esclusivamente dai social che non è affatto in linea con il suo vero io. Come il libro, anche il film di Sørensen e Beck è più legato al fascino delle fiabe e, malgrado l’improbabile storia, non è del tutto distaccato dalla realtà e affronta anche il tema della maternità adolescenziale. La trama fiabesca continua ad essere la base di una riflessione sull’amore la cui innocenza vince su tutto: in primis su un mondo di bugie, in secundis sull’agguerrita e arrogante sorella del principe.

Royalteen - L'erede recensione, Cinematographe.it

Royalteen – L’erede è un film con un happy ending fedele alle sue promesse e alle nostre aspettative, che scorre avvolgendo il suo gomitolo dorato il cui capo finale un po’ si sfilaccia nell’immotivata scena sospesa che precede i titoli di coda e rappresenta probabilmente l’ennesima costruzione (da buttare giù) di Margrethe. Ma a questo punto, a chi importa? We’re done.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8

Tags: Netflix