RomaFF14 – Rocks: recensione

Con naturalezza e senza puntare sul sentimentalismo, Rocks racconta dell'abbandono di una madre e della forza della figlia rimasta insieme al suo fratellino.

Rocks non ha nulla di originale. Né l’ambientazione nella periferia inglese, né i disturbi psicologici della madre che abbandona i propri figli, né la condizione di adattamento di due ragazzini lasciati a loro stessi, con una busta con qualche soldo dentro e un biglietto della loro mamma. Eppure, l’opera di Sarah Gravon ha la capacità di raccontare la stessa storia, ma con sguardo differente. Con un’estetica e con delle emozioni diverse dalla convenzionalità in cui rischiava di incappare, toccando per la fattura delicata e sincera di Rocks e conquistando per la totale veridicità della propria storia.

Shola (Bukky Bakray) si è guadagnata il soprannome di Rocks dopo aver protetto la sua amica Sumaya (Kosar Ali) dalle battute e l’arroganza dei ragazzini a scuola. Perché Shola è così: è una tosta, è determinata, non si lascia abbattere dalle situazioni e dalle persone, abituata a dover badare a se stessa e al proprio fratellino più piccolo ogni volta che la loro mamma ha una ricaduta dovuta alla depressione. Partita anche stavolta, la donna lascia a Rocks il compito di prendersi cura di sé e del bambino, mentre cerca di schiarire le proprie idee lontana da casa. Ma la ragazza sa che la madre tornerà, la sua mamma torna sempre. Devono solo aspettare, cercando di resistere anche senza di lei.

Rocks: la maturità di un’opera come quella di Sarah Gravon

Rocks cinematographe.it

È la maturità di un film come Rocks che colpisce lo spettatore. Pur con la possibilità ricattatoria di poter puntare sulla solitudine di una figlia che deve accudire il fratello minore, la pellicola della Gravon non cerca mai di convincere il pubblico sfiancandone il punto di vista affettivo, ma sostenendolo, come la sua protagonista fa con il bambino e la loro condizione. La scelta di una scrittura tanto pulita delle sceneggiatrici Theresa Ikoko e Clare Wilson influenza le decisioni sulla regia della cineasta, asciugando qualsiasi intenzione di pietismo e sentimentalismo, procedendo di pari passo attraverso una ripresa quotidiana e reale dell’abbandono della propria protagonista.

Una verità contemporanea che comprende gli interessi dei giovani personaggi, che è consapevole delle abitudini a cui sono ormai ancorati, sfruttando quell’apparato formale di cui si fa fattore primo l’universo dei social e che il cinema indipendente integra sempre di più alla propria conformazione. Stratagemmi stilistici che riflettono l’ambiente scolastico e dell’amicizia di Rocks e delle sue amiche, esaltati dalla spontaneità che Sarà Gravon lascia esprimere alla sue ragazze, riprendendole con un distacco tale da suscitare il senso di realismo al quale lo spettatore sta, attraverso la visione, prendendo parte.

Rocks: la forza e la determinazione della sua protagonista

Rocks cinematographe.it

È inseguendo la sua protagonista senza eccedere in sensazionalismi apprensivi che la regista ne coglie tutta l’amarezza, sconfitta ogni volta dalla robustezza caratteriale e recitativa della giovane Bukky Bakray, autentica nel suo impersonare la fermezza della sua protagonista e permettendo di ammirarne la franchezza a ogni occasione. Nel suo prendersi cura del fratellino, nell’assumersi le responsabilità di un genitore scomparso, nell’attendere fiduciosa il suo ritorno. È, così, che l’apprezzamento per Rocks passa a commozione nella delineazione di una figlia che, nonostante l’allontanamento della madre, crede ancora fermamente nel suo tornare sulla propria strada, affrontando le conseguenze che cerca di tardare a far arrivare e desiderando, più di ogni altra cosa, di poter rimanere con quell’unico collegamento rimasto della propria famiglia.

Rocks è, infatti, più un film sulla fratellanza che sulla separazione, più sull’imparare a comprendere chi vuole davvero darti il proprio aiuto, piuttosto che attendere per una stabilità che non arriverà mai. Un’opera vera e dolce che non permette di perdere fiducia nei legami, ma di comprendere quali siano quelli a cui dare valore.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2