Rampage – Furia Animale: recensione del film

Rampage - Furia Animale, al cinema dal 12 aprile con Warner Bros., è un film a cui approcciarsi con leggerezza e che strizza l'occhio al videogame originale.

Era il 1986 quando nel mondo uscì il videogioco Rampage, creato da Midway Games, grazie al quale un’intera generazione si poté divertire per ore ed ore a distruggere e combattere sui cieli di un’immaginaria metropoli, anche in tre contemporaneamente, guidando dei giganteschi mostri contro l’esercito in qualcosa come 768 livelli differenti. Si trattò di un successo senza precedenti, che ora arriva al cinema in un kolossal con protagonista Dwayne Johnson, firmato dal canadese Brad Payton, che già aveva collaborato con Johnson in Viaggio nell’Isola Misteriosa e San AndreasNel cast, oltre al mattatore ex Wrestler, anche Naomie Harris (la nuova Eve Moneypenny di 007), Malin Åkerman (Catch 44 e Watchmen all’attivo), Jake Lacy (Miss Sloane – Giochi di Potere e Single ma non troppo), Jeffrey Dean Morgan (davvero ha bisogno di presentazioni?), Jason Liles nei panni dei gigantesco George e Joe Manganiello (Magic Mike XXL e Sabotage).

Rampage – Furia Animale: una trama ricca di fantasia nonostante l’ombra del “già visto”

La sceneggiatura creata da Ryan Engle, Carlton Cuse, Ryan Condal e Adam Sztykiel, ha creato un iter di partenza molto interessante e che per quanto già visto e sentito, presenta tuttavia delle trovate molto fantasiose e una certa coerenza. Tutto comincia a bordo di una stazione spaziale di ricerca che appartiene al colosso CRISPR, presieduto dalla mefistofelica Claire Wayden (una sexy e cattivissima Åkerman) e del debole fratello Brett (Lacy). A bordo vengono sperimentati vari editing genetici illegali, ma qualcosa va fuori controllo, una delle cavie massacra tutto l’equipaggio, e la stazione viene distrutta. Tuttavia poco prima di morire, una delle ricercatrici mette in salvo alcuni dei campioni, che atterranno sulla terra. Uno di questi viene trovato dal gigantesco gorilla albino George, che vive nella riserva dello zoo di San Diego, sotto la guida del paterno ed esperto Davis Okoye (Mr. Muscolo Dwayne Johnson). In breve tempo George comincerà a crescere a dismisura, a diventare aggressivo, ma il bello (si fa per dire) è che anche un lupo ed un alligatore entreranno in contatto con la misteriosa sostanza creata dalla CRISPR, con effetti terrificanti e letali. In breve tempo Davis si troverà a dover lottare contro tutto e tutti per salvare George, sottrarlo alle grinfie della CRISPR, con il solo, ambiguo, aiuto della Dottoressa Caldweel (Naomie Harris) e dell’agente dei Servizi Russell (Jeffrey Dean Morgan).

Rampage – Furia Animale: un film a cui approcciarsi con leggerezza e che strizza l’occhio al videogame originale

Rampage - Furia Animale cienmatographeFilm come Rampage – Furia Animale vanno approcciati con la giusta leggerezza sia da parte di chi li recensisce sia da parte del pubblico, che giocoforza quando va al cinema sa sempre cosa aspettarsi da prodotti di questo tipo: effetti speciali, humor, e soprattutto botte da orbi. In questo si può dire che Rampage assolva il compitino alla perfezione, per quanto tuttavia una anche semplice e basilare analisi critica, non possa che sottolineare quanto questo enorme blockbuster, per quanto fantasioso, abbia al suo interno dei difetti che dovrebbero essere assenti proprio nel genere di riferimento.

La sceneggiatura è infatti attraversata da una buona creatività di base, belle trovate e dall’aver concepito un iter narrativo che strizza l’occhio divertito al gioco originale in modo assolutamente godibile. Tuttavia non si capisce perché si sia deciso di intervenire con una dosa massicci di dialoghi teoricamente strappalacrime, perché cercare a tutti i costi di inserire la dimensione patetica e buonista in un film che (dobbiamo sempre ricordarlo) doveva sicuramente essere più testosteronico e dove alcuni dei personaggi dovevano e potevano essere sfruttati meglio. A conti fatti Joe Manganiello, P.J.Byrne, Jack Quaid o Marley Shelton potevano dare al film qualcosa di più, contribuire a sorreggere un Dwayne Johnson che oggettivamente da solo non basta a salvare Rampage.

Altro difetto è l’aver mostrato le tre tremende creature solo nel finale, l’aver fatto durare la battaglia ed i combattimenti forse un po’ troppo poco, collegandosi in questo a quel Godzilla di Gareth Edwards, che ancora oggi da molti è per questo ritenuto una mezza delusione. Altro problema è l’aver creato dei personaggi squadrati, prevedibili, tagliati con un’accetta che se anche in altri film di questo tipo è grezza, sovente è comunque efficace, mentre qui tutto appare sconclusionato e azzardato. Jeffrey Dean Morgan è un texano poco credibile, Naomie Harris abbastanza insopportabile ed anonima, il resto del cast (come già detto) sfruttato poco e male.

Perché andare a vedere Rampage – Furia Animale? 

Rampage - Furia Animale  cinematographe

Allora perché andarlo a vedere? Perché Rampage, nonostante i suoi grossi difetti, ha alcune delle scene di distruzione e azione più divertenti ed originali mai viste, tre mostri che fanno sembrare i Kaiju del recente Pacific Rim 2 dei cagnolini da compagnia, una serie di crolli di palazzi, distruzioni e combattimenti assolutamente sfavillante, e non si può che applaudire all’ottimo lavoro combinato dalla fotografia di Jaron Presant, al montaggio di Jim May, agli effetti speciali curati da Colin Strause per aver creato qualcosa che dal punto di vista visivo fa dimenticare la recitazione sovente bolsa e i dialoghi da telenovela sudamericana.

La regia di Peyton è molto discontinua, talvolta molto ispirata, altre volte invece non abbastanza da poter far superare indenni le sparate zuccherose e auto-compiacenti dei protagonisti, con alcune scene veramente imbarazzanti e sconclusionate, tuttavia in diverse scene (godetevi l’arrivo del mega-alligatore o gli agguati del feroce mannaro) è oggettivamente da applausi per la capacità di divertire e non dare punti di riferimento visivi allo spettatore.

Rampage - Furia Animale cinematographe

Certo un po’ più di humor azzeccato (e meno trash) avrebbe giovato all’insieme, rendendolo meno dimenticabile e soprattutto facendo amare molto più quel George, novello King Kong albino, che entra solo nel finale un po’ più nel cuore degli spettatori. Alla fin fine Rampage va oltre il blockbuster botte e scoppi, il cinema pop-corn, quasi sembra essere una sorta di cine-panettone ultra-costoso. Con tutti i pregi e difetti degli omologhi che per vent’anni hanno vissuto nei cinema italiani.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 4
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2
Emozione - 2.5

2.7