Polite Society – Operazione Matrimonio: recensione della commedia action di Nida Manzoor

Ria non vuole che sua sorella Lena si sposi, perciò se le inventa tutte pur di far saltare le nozze. Polite Society - Operazione Matrimonio, al cinema dal 14 giugno 2023, è commedia, azione, arti marziali e una spolveratina horror.

Il modo scelto da Nida Manzoor (regista e sceneggiatrice) per parlarci di Ria e Lena, le protagoniste di Polite Society – Operazione matrimonio, nelle sale italiane dal 14 giugno 2023 per Universal Pictures International Italia, è nell’ordine: pop, indiavolato, vagamente scorretto, parecchio divertente e molto colorato. A dimostrazione del fatto che, sì, è importante quello che si vuole raccontare; conta anche come farlo.

Polite Society; cinematographe.it

Al fondo (tematico) di Polite Society – Operazione Matrimonio c’è un ritornello che tutti conoscono – il diritto di una donna di realizzarsi spontaneamente, anche contro i tentativi di disturbo, generalmente maschili, che ne mortificano le aspirazioni – ma che vale la pena di cantare ancora. L’importante è trovare la chiave giusta, l’abito cucito su misura. Una buona storia può essere nuova o vecchia, purché mantenga un’impressione di vitalità. La freschezza del film dipende da tre fattori: la chimica tra le protagoniste, un’inclinazione cinefila molto forte e che si traduce in un interessante lavoro sui generi, una tiratina d’orecchie a Jane Austen.

Polite Society – Operazione Matrimonio: la storia di due sorelle e di un matrimonio che non s’ha da fare

Polite Society - Operazione Matrimonio cinematographe.it recensione

Ria (Priya Kansara) è una ragazza inglese di origine pakistana. Sogna di diventare stuntwoman come Eunice Huthart, il suo idolo. Ora, le probabilità che 1) una donna 2) non bianca 3) con aspirazioni fuori dalla norma e 4) nel quadro di una società rigidamente classista e anche un po’ razzista, riesca a farcela, senza bastoni tra le ruote, sono molto molto basse. Infatti, nessuno la prende sul serio. Non a scuola, dove le suggeriscono di fare il medico, il suo unico conforto lì è l’amicizia con Clara (Seraphina Beh) e Alba (Ella Bruccoleri). Neanche a casa; i genitori, mamma (Shobu Kapoor) e papà (Jeffrey Mirza), non sono inclini a prendere in considerazione l’argomento. In famiglia c’è posto per una sola personalità fuori dagli schemi e quello è lo spazio di Lena (Ritu Arya).

Lena, la sorella maggiore di Ria, vuole fare la pittrice, è l’artista di famiglia. I genitori ne supportano senza condizioni l’afflato ribelle, non rendendosi conto che la ragazza ha idee molto confuse sul suo futuro e la forte tentazione di tornare nei ranghi. Polite Society – Operazione Matrimonio è la storia del legame inossidabile tra due sorelle, messo alla prova da una situazione complicata. L’ostacolo è di routine, per una giovane donna in cerca di sé e in lotta con la società: il matrimonio. Più precisamente, il matrimonio combinato con Salim (Akshay Khanna), affascinante genetista. Sembra proprio il partito perfetto, almeno così la pensano tutti, tutti tranne Ria. Sconvolta dalla decisione della sorella, che interpreta come una pericolosa resa spirituale, di lui non si fida per niente.

Può anche darsi che abbia ragione, c’è un che di inquietante nelle azioni dell’uomo, quasi da storia dell’orrore. Magari è vero il contrario; cosa accade e perché va scoperto in sala. Salim è talmente perfetto, visto da fuori, che si fa fatica a crederci. Un lavoro nobilissimo (aiuta i bambini!), educato, bella presenza, tanti denti e per giunta troppo bianchi. Quindi? Rimettere a posto le cose, ma come? Ria rimprovera alla sorella di essersi consegnata allo stereotipo, come la protagonista di un romanzo di Jane Austen che, per inseguire la chimera del mr. Darcy su misura, smette di sognare e sceglie il compromesso al ribasso: la quieta insoddisfazione, un matrimonio infelice. Lena però non ci sta, lei Salim vuole sposarlo e se possibile anche subito, costringendo Ria a fare a modo suo. Con l’aiuto di Clara e Alba se le inventa tutte, diffama persino, pur di far saltare le nozze. A questo punto la commedia sentimentale con venature horror comincia a flirtare con il cinema d’arti marziali. Nida Manzoor ha trovato un modo divertente di raccontare la sua storia.

Lavorare sui generi per raccontare un legame fortissimo

Polite Society - Operazione Matrimonio cinematographe.it recensione

Molto dipende, quasi tutto, a dire la verità, dal rapporto tra le protagoniste. È vero che la storia viaggia sul punto di vista e attraverso lo sguardo di Ria, ma Polite Society – Operazione Matrimonio è il racconto di due sorelle. La chimica tra Priya Kansara e Ritu Arya è la cosa migliore del film. Armonia degli opposti, due stili di recitazione calibrati per trovarsi nelle differenze: più nervosa, elettrica e indiavolata la prima, più serafica e controllata, la seconda. È il modo più onesto, questo intreccio di stili e personalità differenti, di restituire lo strano miscuglio di amore, complicità, risate e scazzottate (letterale!), che fa il sangue e l’anima di un rapporto di sorellanza.

La sfida esistenziale di Ria, che sogna di diventare stuntwoman nonostante i molti ostacoli, all’inizio è lo scontro con un nemico senza nome (la società); man mano che la storia procede, la tensione e il desiderio di emancipazione della ragazza si indirizzano verso un ambito più preciso, impedire il matrimonio della sorella. Lo scivolamento da un piano all’altro, dal grande al piccolo, dal sociale al familiare, non si risolve senza contraddizioni. A volte sembra che il film dimentichi da dove è partito. Sono appunti marginali.

A contare, oltre al bel ritratto di una sorellanza granitica al netto di qualche inciampo (maschile, matrimoniale), è il modo con cui Nida Manzoor cattura la ricerca della felicità delle protagoniste. Un lavoro incessante sui generi, rilettura cinefila e molto accurata della vita di ogni giorno e del suo potenziale nascosto. Così, un matrimonio combinato ha un sapore da film horror, un’incursione in palestra fa la parodia di James Bond, un litigio fra sorelle come un film d’arti marziali, una brutta giornata a scuola, primi piani emblematici e montaggio assassino alla Sergio Leone. C’è pure un intermezzo musicale, una parentesi di Bollywood che non stona. Il genere, la suggestione, la potenza del cinema, chiavi per scardinare verità emblematiche sulla condizione umana, la vita e tutto il resto. Senza prendersi troppo sul serio, che l’idea è intrattenere e divertire. Quella di Ria e Lena è una storia nota, raccontata in maniera interessante.

Polite Society – Operazione Matrimonio: conclusione e valutazione

La morale della favola di Nida Manzoor è affilata: il problema è maschile, la soluzione, femminile. Polite Society – Operazione Matrimonio è un fondo di commedia su una superficie eterogenea. Mix di generi, azione, commedia, horror, arti marziali, per raccontarci delle vibrazioni di un’identità in cerca di realizzazione. Un discorso complesso, che il film cerca di razionalizzare modellandolo sulle sfide, gli alti e i bassi e il sentimento fortissimo che lega due sorelle. Brave le protagoniste, funziona meglio la prima metà della storia, quando si cerca di far somigliare la vita di tutti i giorni a un film. Nella seconda parte accade il contrario, con un’efficacia leggermente inferiore. Ma il voto al film, è un sì convinto.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2