RomaFF14 – Pavarotti: recensione del film di Ron Howard

Recensione di Pavarotti di Ron Howard, il documentario del regista di Rush e A Beautiful Mind sulla figura iconica del leggendario Luciano Pavarotti

La storia contemporanea è stata segnata da grandiosi personaggi in campo musicale, tra questi non si può non citare Luciano Pavarotti – orgoglio e vanto italiano –  capace nel corso della sua fulgida carriera dagli anni Sessanta fino ai primi anni del Duemila, a compiere un’autentica parabola ascendente da comune (ma talentuoso) tenore, ad autentica rockstar. Con il suo documentario dal titolo semplice ed eloquente – Pavarotti (2019) –  il regista Ron Howard ci mostra tutti i lati della vita di uno dei più grandi cantanti di tutti i tempi, procedendo verso una non originalissima celebrazione del mito, ma eseguita con brillantezza e cura certosina.

Pavarotti di Ron Howard – presentato alla Festa del Cinema di Roma 2019 – verrà rilasciato nelle sale cinematografiche italiane come proiezione evento nei giorni 28-30 ottobre 2019. Un’opera cinematografica piccola nella sua realizzazione, ma grandiosa nel suo intento celebrativo – all’altezza del nome e della voce del suo celebre protagonista.

Pavarotti: una narrazione semplice, valorizzata da un grande come Luciano

pavarotti cinematographe.it

Ron Howard, regista eclettico che nella sua carriera s’è già saputo cimentare nel genere del documentario – dopo il grandioso The Beatles: Eight Days a Week (2016) realizza un ritratto a tutto tondo di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Nel farlo, Howard realizza una narrazione semplice, basilare, che procede attraverso un rispettoso ordine cronologico con cui il regista di Rush – sa ben tastare il polso della sua creatura, sapendo bene quando inserire la giusta testimonianza, e quando invece dare campo libero alla figura immensa di Pavarotti.

Ciononostante, Howard riesce nel suo intento grazie a una narrazione ciclica, che parte proprio con una testimonianza diretta di Pavarotti che parla in camera rispondendo a Nicoletta come Luciano vorrebbe essere ricordato dai posteri. Espediente emotivo che permette al regista americano di dar vita al racconto vero e proprio.

Pavarotti: il documentario di Ron Howard si svela nella speciale anteprima

Tra le testimonianze delle figlie Cristina e Giuliana (ma non Lorenza che ha scelto di non parlare) e dell’ex-moglie Adua prima, e di Herbert Breslin e Tibor Rudas poi, emerge un ritratto inedito del celebre artista partendo dagli aneddoti più intimi e privati, per procedere lentamente verso l’inizio e il progressivo consolidamento del suo status di star o, come piaceva dire allo stesso Luciano, come “colui che ha portato l’opera alle masse.”

Il momento più alto è certamente l’ingresso in narrazione di Lady D tramite filmati di repertorio, Bono Vox e Nicoletta Mantovani – permettendo a Pavarotti di concentrarsi sulla fase “& Friends” con cui viene esplorata la ben nota fase solidale di Luciano Pavarotti, in modo suggestivo e fortemente emotivo. Howard infatti, decide di affidare al Nessun Dorma dei Tre Tenori non solo il punto centrale dal racconto, ma anche la sua effettiva chiusura – tra applausi scroscianti dentro e fuori dallo schermo.

Pavarotti: il trailer del documentario diretto da Ron Howard

Pavarotti: un documentario “non” originale ma dall’indubbio valore artistico

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Semplicità, emozioni, aneddoti e momenti topici inseriti al punto giusto, Ron Howard non ha fatto altro che prendere la vita di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, per inserirla in una narrazione basilare e comune, ma capace di creare una magia che soltanto il Nessun Dorma cantato a gran voce può spiegare a parole.

Pavarotti non si distinguerà di sicuro per la sua originalità e per essere un prodotto particolarmente innovativo; ma certamente per le emozioni procurate, si inserisce tra i migliori documentari dell’anno.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 5
Emozione - 5

4