Outsiders – 1×01: recensione

C’è ancora tempo per le vere emozioni. In America arriva Outsiders la nuova serie tv del network satellitare WGN (lo stesso che trasmette Salem e Manhattan), e dopo un solo episodio è subito successo. Secondo i dati rilasciati dal sito web ‘Tvbythenumbers’, la serie che si ispira per tematiche e situazioni a Sons of Anarchy – il cult di Kurt Sutter – si conferma una fra le produzioni più viste del network, arrivando a sfiorare i 5 milioni di telespettatori nel live +3. Un successo meritato? Assolutamente si, perché Outsiders è un crogiolo di emozioni, un violento pugno nello stomaco, un resoconto dettagliato della nostra – dissacrante – società moderna.
Fra le montagne degli Appalachi conosciamo gli Outsiders del titolo. Loro sono il Clan dei Farell, un gruppo di persone che vive ai margini della società secondo strambi usi e costumi, razziando ed imponendo il loro volere. Tutto cambia quando lo sceriffo Wade si vede costretto ad inviare una notifica di sfratto al clan dei Farell dato che, una multinazionale, vuole sfruttare l’immenso giacimento di carbone della montagna per incrementare posti di lavoro e ‘colonizzare’ gli Appalachi. Lo sceriffo è riluttante dato che con il clan ha alcuni trascorsi, ma soprattutto questo avvenimento mette in moto una serie di eventi che scuotono fin nelle fondamenta le folli abitudine dei Farrell.

Superando qualsivoglia aspettativa, Outsiders è la serie che mancava nel nostro palinsesto personale. È infatti una produzione intensa, appassionante che colpisce, stupisce come un colpo di pistola, e se mantiene alte le sue aspettative (dopo questo brillante pilot), il network di riferimento potrebbe trovare la sua nuova hot series. E grazie ad un’atmosfera fumosa e rarefatta, ad una colonna sonora poco invadente e ad una regia calma e pacata, la serie acquista valore, confermandosi uno dei prodotti di spicco di questo 2016. C’è ancora molta strada da fare, questo è pur vero, ma dal primo episodio che è stato trasmesso lo scorso 26 gennaio, si evincono tutte le caratteristiche particolari che rendono tali la serie tv.

Ryan Hurst, in una sceba del pilot

Ryan Hurst, in una scena del pilot di Outsiders

È un dramma familiare violento e sboccato, è un affresco pop e spregiudicato che racconta i vizi e le poche virtù della società moderna. Una società che traspare attraverso gli occhi di questi Outsiders che, con un far deciso, illustrano in che stato di totale abbandono vive una piccola comunità rurale. Sesso, droga e rock & roll sono le costanti della serie tv che, con tanta determinatezza, fin da subito si fa strada nel cuore pubblico emozionandolo terribilmente. Outsiders è per gli stomaci forti, per chi è in cerca di vere emozioni e soprattutto per quello spettatore che vuole sì un racconto usuale ma strutturato secondo una vera cognizione di causa.

Outsiders:  una serie per chi ama le emozioni forti

Molto simile a Sons of Anarchy, Outsiders è in realtà un Mad Max dei tempi moderni che incontra la Casa nella Prateria, un mix di per sè in odore di trash ma, assaporato nella sua interezza, convincerà il vero addicted di serie tv. Creata da Peter Mattei che produce i 13 episodi previsti, nel cast figura Ryan Hurst conosciuto per essere stato uno dei protagonisti (fino allo scorso anno) della serie di Kurt Sutter.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4.4
Fotografia - 3
Recitazione - 2.7
Sonoro - 3
Emozione - 4.1

3.5

Voto Finale