Sons of Anarchy, la serie cult della F/X saluta il pubblico italiano

Sons of Anarchy è una delle serie televisive più apprezzate degli ultimi anni (dopo Breaking Bad). In America si è conclusa lo scorso dicembre dopo 7 lunghi anni con un episodio che difficilmente verrà dimenticato; in Italia invece la stagione finale ha debuttato lo scorso 3 agosto e, nonostante rimane una serie sconosciuta ai più, è il pubblico del web che detta leggi decretando, lo show sviluppato da Kurt Sutter, uno dei racconti televisivi più intensi ed intimistici prodotti per il mercato seriale.

La F/X con Son of Anarchy è stata lungimirante perché, senza saperlo, ha letteralmente rivoluzionato il panorama seriale moderno, grazie ad un perfetto ed intrigante stile narrativo ed una release scenica di  grande impatto.  Kurt Sutter quindi non ha fatto altro che sviluppare un romanzo televisivo di formazione, con un cast e dei personaggi dal grande respiro che hanno dato enfasi al racconto. Un racconto questo capace di emozionare fatalmente ma anche di tenere lo spettatore con il fiato sospeso: un mix perfetto che poi in realtà ha decretato il successo di Sons Of Anarchy.

7 anni per una sfrenata corsa in  moto fra le strade di Charming, fra intrighi, sotterfugi, sparatorie, patti scellerati, diatribe familiari e folli storie d’amore. Protagonista indiscusso è Jax, un giovane scapestrato ma dalla bellezza fulminante (interpretato da un raggiante Charlie Hunnan), che vive appunto a Charming – immaginaria cittadina della California –  ed è membro di un club di motociclisti che scorazza per la città dettando legge su tutto e tutti (anche sulle forze dell’ordine). Legato fortemente alla madre dopo la morte del padre, Jax vive la sua vita al limite, fino a quando scopre un manoscritto del padre (mai pubblicato) che racconta vita morte e miracoli dei SAMCRO. Un libro che mette in cattiva luce le scelte di Clay, lo zio di Jax, e la natura stessa del club. Il giovane così si troverà costantemente sedotto sia dal lato oscuro della forza che dalla lealtà al defunto padre. Da qui in poi sarà un crescendo di situazioni al limite, di storie perverse ma d’impatto, che capitoleranno in un finale dal grande appeal e tracotante di emozioni.

Charlie Hunnan in uno scatto della stagione 7

Charlie Hunnan in uno scatto della stagione 7

 

Sons of Anarchy è dunque a tutti gli effetti un romanzo televisivo, scritto e cullato dolcemente dalla mano di uno sceneggiatore abile, l’unico che ha fatto crescere con calma e parsimonia la sua piccola creatura, senza snaturale le scelte iniziali e soprattutto senza che la narrazione potesse cadere vittima dei segni del tempo. La serie della F/X è una saga familiare, per nulla perbenista, è sporca, cattiva, violenta, dissacrante e specchio di una realtà moderna. Se Kurt Sutter è stato quindi un maestro nel rendere perfetta una serie tv del genere, il cast ha retto fino alla fine, portando sul piccolo schermo un manipolo di personaggi dal grande spessore, pieni di luci ed ombre. A cominciare dallo stesso Charlie Hunnan che, grazie al suo fascino, ha stilizzato passo dopo passo il suo Jax, rendendolo un anti-eroe buono ma allo stesso tempo crudele e calcolare.

Cosa rimane quindi nell’universo seriale quasi un anno dopo il finale di Sons Of Anarchy?  Per la F/X è un periodo di transizione dato che non ha ancora trovato una serie che possa sostituire quella di Sutter, ed in questo ha giocato molto anche la fine di Justified (altro colosso del network). Per il pubblico invece è una questione ben diversa, dato che il ricordo dei SAMCRO è ancora molto vivo in loro e quindi, dimenticare Jax e company, per ora è difficile. Sul futuro di Son Of Anarchy si è poi discusso molto spesso: si è parlato di un videogioco e di una serie tv prequel, progetti per ora mai realizzati. Kurt Sutter però ha pensato alla sua carriera e, per il 2016, sta preparando sempre per la F/X The Bastard Executioner, un drama in costume ambientato durante l’epoca di Edoardo III. Dal trailer sembra che lo sceneggiatore non ha abbandonato le atmosfere di Sons Of Anarchy.

 

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