Operazione Soulcatcher: recensione del film Netflix

La recensione dell’action movie polacco diretto da Daniel Markowicz con protagonista il divo locale Piotr Witkowski. Disponibile su Netflix dal 2 agosto 2023.

Nonostante i precedenti davvero poco esaltanti e il bassissimo indice di gradimento registrato da Lesson Plan all’epoca dell’uscita nel novembre del 2022, Netflix ha deciso di offrire una seconda chance a Daniel Markowicz e al suo cinema rilasciando, a partire dal 2 agosto 2023, il nuovo film da lui scritto e diretto dal titolo Operazione Soulcatcher. Pare dunque esserci una fiducia reciproca incondizionata tra la grande N e il regista polacco, altrimenti davvero non si spiega come a quest’ultimo sia stata data un’ulteriore possibilità distributiva vista la passata disfatta. Del resto ci sono colleghi bocciati e pellicole rispedite al mittente per molto meno, eppure siamo qui a sentenziare su un’opera che è riuscita persino a fare peggio della precedente con buona pace degli abbonati alla piattaforma a stelle e strisce che sono i destinatari di prodotti di scarsa qualità come questi.

Operazione Soulcatcher è un film d’azione a sfondo bellico dai risvolti revenge

Operazione Soulcatcher cinematographe.it

Detto ciò, Markowicz ci ha riprovato per la quinta volta in carriera ma anche in questa non cava un ragno dal buco. Così dopo avere fatto danni nel poliziesco torna al suo primo amore. Nel suo girovagare tra i generi, il cineasta polacco ritenta la carta dell’action, ma con esiti degni dei peggiori b-movie, con tutto il rispetto per la tanto bistrattata categoria. L’autore, con la complicità a delinquere in fase di scrittura di Dawid Kowalewicz, porta sullo schermo un film d’azione a sfondo bellico e dai risvolti revenge che ha come protagonista Kieł, un soldato anticonformista con precedenti nei servizi segreti che ora lavora come mercenario per conto di una compagnia militare privata. Insieme a suo fratello Piotr, accetta una lucrosa missione in un paese governato da un signore della guerra locale. Sebbene il compito sembri semplice, si scopre che devono affrontare una pericolosa arma sperimentale chiamata Soulcatcher, che consiste in un dispositivo portatile compatto in grado di emettere un potente raggio di energia in grado di manipolare le menti di coloro che vi sono esposti. La missione consiste proprio nel recuperare e distruggere questa pericolosissima arma.

Un film che si regge a fatica su una trama scabra e ridotta ai minimi termini

Operazione Soulcatcher cinematographe.it

Il plot, ambientato in un futuro non troppo lontano, è quanto di più basic narrativamente e drammaturgicamente si possa tramutare in immagini e suoni. Operazione Soulcatcher si regge a fatica su una trama scabra e ridotta ai minimi termini, animata se così si può dire da personaggi bidimensionali e senza nessuna evoluzione per l’intero arco narrativo. Lo sventare di una minaccia terroristica e il consumarsi di una vedetta sono i punti di approdo del suddetto arco, ma è il percorso ripetitivo e poco spettacolare di due ore che ci conduce ad essi che arranca e si dimostra incapace di coinvolgere. Il tutto si riduce a una successione di conflitti a fuoco e corpi a corpi che tentano invano di svegliare lo spettatore dal perenne torpore con uno show balistico, marziale o dinamitardo che assomiglia a una partita a uno videogame sparatutto più che a un’opera cinematografica. Risultati analoghi ce ne sono a migliaia ogni stagione e la pochezza che li accompagna dal primo all’ultimo frame a disposizione è come un morbo che colpisce gran parte degli action. Se poi viene meno anche la spettacolarità nelle scene d’azione, che dovrebbero essere il fiore all’occhiello delle pellicole appartenente al suddetto genere, allora le speranze di rimanere a galla si riducono al lumicino. La mente torna in tal senso a un altro prodotto targato Netflix nella quale abbiamo riscontrato le medesime patologie e ci riferiamo al debolissimo action-thriller di Magnus Martens dal titolo SAS: L’ascesa del cigno nero, che gli abbonati alla piattaforma avranno già dimenticato.

Ecco che viene da chiedersi il motivo che ha convinto dei produttori a investire su un progetto simile e il noto broadcaster americano a dargli un’occasione così importante di visibilità. Se una di queste è la possibilità di assistere a una nuova performance dell’attore polacco Piotr Witkowski, qui nelle vesti dell’eroico protagonista, allora anche su questo fronte il desiderio lascerà spazio a una cocente delusione.

Operazione Soulcatcher: valutazione e conclusione

Operazione Soulcatcher cinematographe.it

Dopo il disastro registrato con il poliziesco Lesson Plan, il regista polacco Daniel Markowicz torna su Netflix con un action movie dalla trama inesistente e per di più poco spettacolare. Personaggi stereotipati che si muovono come mine vaganti tra esplosioni, sparatorie e combattimenti corpo a corpo senza lasciare traccia e senza regalare un briciolo di adrenalina. Con Operazione Soulcatcher il cineasta compie un ulteriore passo indietro in una carriera che stenta a decollare, che trascina con sé nel baratro della mediocrità anche il divo locale Piotr Witkowski, qui alle prese con un’altra interpretazione sottotono.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 2
Recitazione - 1
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.4

Tags: Netflix