One-Way to Tomorrow: recensione del film Netflix di Ozan Açiktan

La recensione del primo Netflix original movie battente bandiera turca firmato da Ozan Açiktan. Dal 19 giugno approda sulla piattaforma il remake del romance on the road svedese di Drazen Kuljanin, How to Stop a Wedding. 

Una coppia di sconosciuti si incontra durante un viaggio in treno da Ankara a Smirne e scocca la scintilla. Tranquilli non è un remake di Before Sunrise con un cambio di tratta. Queste poche righe di sinossi potrebbero trarre in inganno, ma per spazzare via qualsiasi dubbio in merito vi diciamo che il plot in questione appartiene a One-Way to Tomorrow, a sua volta rifacimento made in Turchia del film svedese di Drazen Kuljanin, How to Stop a Wedding. Fatta eccezione per il cambio di tragitto (nell’originale si andava da Malmö a Stoccolma), della coppia protagonista (Metin Akdülger e Dilan Çiçek Deniz prendono il posto di Lina Sundén e Christian Ehrnstén) e del regista, con Ozan Açiktan che ha raccolto il testimone dal collega scandinavo, il lavoro di rifacimento è pressoché ridotto all’osso viste le corrispondenze narrative e drammaturgiche che si possono evincere dalla visione.

One-Way to Tomorrow: perfetti sconosciuti in un viaggio lungo 14 ore

Così a sei anni di distanza la storia si ripete per volontà di Netflix che lo ha richiesto e distribuito sulla piattaforma a partire dal 19 giugno, con i due che si trovano a condividere la stesso scompartimento in un viaggio lungo 14 ore che finirà con l’intrecciare sentimentalmente le loro vite. Si assiste al tradizione percorso di avvicinamento segnato dall’immancabile scontro/incontro di poli opposti destinati ad attrarsi. Nonostante una partenza tutta in salita, infatti, il rapporto subisce una svolta quando i due si rendono conto di dover affrontare se stessi, voltare pagina mentre approfondiscono la conoscenza e lasciare che cupido colpisca nel segno. Ma lo scherzo del destino è sempre lì pronto a metterci lo zampino, perché Ali e Leyla scoprono di avere qualcosa di comune che li legava ancora prima del loro incontro su quel treno. Cosa? Chi ha visto How to Stop a Wedding ha già la risposta, per tutto il resto lasciamo alla visione di One-Way to Tomorrow il gusto della scoperta.     

One-Way to Tomorrow: il road movie turco di Ozan Açiktan

One-Way to Tomorrow cinematographe.it

Per chi non lo sapesse si tratta del primo original Ntflix movie battente bandiera turca, di conseguenza la curiosità nei confronti dell’ultima fatica dietro la macchina da presa di Açiktan era piuttosto alta. Una curiosità alimentata anche dalla voglia di vedere come l’autore e il nuovo cast hanno provato a personalizzare il testo nativo. Come detto in precedenza il processo di riscrittura non ha visto significativi stravolgimenti, per cui le dinamiche sono rimaste praticamente invariate e il giudizio sullo script. Ecco che di riflesso One-Way to Tomorrow si presenta come il predecessore sotto forma di un road movie ferroviario in salsa romance dal racconto a capitoli cronologicamente lineare, consumato in un’unità spaziale circoscritta alla pari di analoghe operazioni del passato, ma senza che ci scappi il morto come avvenuto in più di un’occasione. Insomma, cambiano gli addenti ma l’equazione rimane la stessa, anche se nella matrice la performance attoriale e il duetto che ne deriva riesce a toccare corde molto più alte. Quelle di Akdülger e Deniz sono comunque delle buone interpretazioni, ma non raggiungono la medesima temperatura emotiva dei colleghi svedesi.

La teatralità dei dialoghi in One-Way to Tomorrow

One-Way to Tomorrow cinematographe.it

Per quanto riguarda la messa in quadro, invece, le soluzioni visive proposte dal cineasta turco sono obbligate almeno quanto quelle utilizzate a suo tempo da Kuljanin, poiché la condizione topografica che fa da cornice al “duello” verbale tra i due protagonisti non offre tantissime alternative. Viene da sé che la macchina da presa è costretta a condividere gli stessi cm a disposizione dei personaggi, rimanendo costantemente in loro compagnia per l’intera durata del viaggio, tra lo scompartimento, la carrozza ristorante, la toilette, una breve sortita fuori dal treno a metà strada e un epilogo danzeresco in omaggio a Bande à part di Jean-Luc Godard. Il convoglio si presta come sfondo di un “valzer” di dialoghi dal respiro teatrale che accompagna il susseguirsi delle fasi di innamoramento, oltre che dello svelamento della verità sul perché sono lì e come ci sono arrivati. Açiktan si limita a catturare questa prova d’attori, cosciente che il suo ruolo nel progetto non poteva che essere questo.

   

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 3

2.5

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