Venezia 75 – Ombra (Shadow): recensione del film di Zhang Yimou

In Ombra (Shadow) le inquadrature appaiono come un quadro nel quadro, una sorta di nitido dipinto che scruta i gesti, le capacità fisiche e le espressioni dei propri personaggi.

Uno dei più grandi cineasti cinesi, Zhang Yimou, torna dopo la sua ultima prodezza del 2016 The Great Wall, per presentare la sua opera più recente, Ombra (Shadow) nella sezione Fuori Concorso della 75esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Ombra (Shadow) è un dramma action in costume ispirato al classico della letteratura cinese Romanzo dei tre regni, appartenente al genere wuxia, che ruota attorno alle gesta di eroi marziali delle classi sociali inferiori. La sceneggiatura non è niente di nuovo all’interno delle pellicole cinesi: si tratta della classica faida tra due famiglie potenti per la conquista di un regno, in cui gli uomini sono mossi soltanto da un mero desiderio di ambizione e determinati a orchestrare i loro piani in gran segreto. Le donne appaiono come semplici figure di supporto, frequentemente usate come marionette pronte a eseguire gli ordini.

Ombra (Shadow): i personaggi si trasformano in pennelli impegnati a creare una nuova opera d’arte

Ombra (Shadow) Cinematographe

Ambientato intorno al 220 – 280 d.c., Ombra (Shadow) viene presentato attraverso una narrazione da più punti di vista: del comandante, del generale, della sorella e di un uomo comune. Ciò che solitamente affascina nei film di Zhang Yimou è la fotografia, le location e l’uso della palette visiva, e anche stavolta il maestro non sbaglia. Le inquadrature appaiono come un quadro nel quadro, una sorta di nitido dipinto che scruta i gesti, le capacità fisiche e le espressioni dei propri personaggi.

Una chiarezza fotografica in grado di evidenziare ogni minimo dettaglio, non solo delle ambientazioni, ma anche delle figure che popolano tali spazi e che si muovono sinuosamente, come se fossero sospese nell’aria, in luoghi caratterizzati dall’uso di soli colori neutri. Nelle sequenze di combattimento – proposte spesso più come danze che come pure azioni meccaniche – i personaggi, dotati di accurati costumi d’epoca che mantengono le stesse tonalità di colori, sembrano pennelli impegnati a creare una nuova opera. Un gioco basato sulle varie sfumature e gradazioni di bianchi, neri e grigi, che rende il tutto un prodotto maggiormente confezionato e stilisticamente perfetto.

Ombra (Shadow) svela l’identità delle ombre, figure appartenenti all’antica storia cinese

Ombra (Shadow) Cinematographe

Innovative e spettacolari le scene di lotta, specialmente per l’impiego di oggetti quotidiani trasformati in pericolose armi letali, così come suggestive sono le melodie di accompagnamento che rievocano i tipici motivi orientali, con particolari cambi di ritmo a seconda delle scene. La musica è una delle tante componenti importanti di Ombra (Shadow), considerando anche che due dei personaggi principali sono dei musicisti, e il film inizia proprio all’insegna della musica strumentale.

Al di là dello scontro tra le due famiglie rivali, gli Yin e gli Yang, viene introdotto il tema del doppio, attraverso determinate figure, le ombre. Chi sono queste identità e qual è il loro compito all’interno della vicenda? Le ombre appartengono alla storia antica e solitamente sono individui che devono proteggere i padroni a cui sono stati assegnati, sostituendoli nei momenti di criticità. L’ombra deve muoversi segretamente e fare in modo che dall’esterno non venga percepita come copia dell’originale. Sono coloro che accettano tale incarico consapevoli di andare incontro a morte certa… bisogna solo capire chi riuscirà realmente a sopravvivere tra loro e i padroni durante la resa dei conti.

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4.2