Oggi sistemiamo tutto: recensione del film Netflix con Leonardo Sbaraglia

Oggi sistemiamo tutto rappresenta l'essenza della relazione padre-figlio come rapporto spirituale, ossia dettata principalmente dalla costruzione del legame.

Il tema della paternità a sorpresa cela da sempre un notevole potenziale comico, ma in Oggi sistemiamo tutto, commedia drammatica diretta dal regista argentino Ariel Winograd, si assiste al rovescio della medaglia: un uomo scopre d’emblée di non essere il padre naturale di suo figlio. Nel film Leonardo Sbaraglia (Dolor y gloria) è il padre del piccolo Benito (Benjamìn Otero) che dopo un evento traumatico si trova costretto a rinforzare le basi del proprio mondo cognitivo e a ricostruire il proprio universo affettivo. Il lungometraggio è un viaggio on the road che fa risplendere la bellezza della relazione padre-figlio nel momento in cui essa giunge finalmente a maturazione. Oggi sistemiamo tutto è un Netflix Original, è stato pubblicato nel 2022 e dura 113 minuti. Leonardo Sbaraglia recita da protagonista in questo dramedy commovente diretto da Ariel Winograd (The Heist of the Century) e adatto a tutte le età.

Oggi sistemiamo tutto: un padre e un figlio riscoprono il loro legame

La colonna sonora di Oggi sistemiamo tutto in chiave jazz riproduce l’impulso ritmico frenetico che governa la vita di Diego (Leonardo Sbaraglia), un produttore televisivo completamente immerso nel suo lavoro che considera suo figlio Benito Lasarte ( Benjamìn Otero) un “fardello” di cui occuparsi solo occasionalmente. L’uomo investe tutto il suo tempo nella progettazione del format del suo programma televisivo “Oggi sistemiamo tutto” – un “garage” a cui lavora da ben 7 anni dove si aggiustano le emozioni del pubblico. Un uomo dedito alla carriera e apparentemente incantato dal solo mondo di finzione che gli ruota intorno, fino a quando la sconosciuta e costantemente censurata morte, l’innominabile, si affaccia all’orizzonte e scatena una piccola rivoluzione nella sua vita.

Infatti, poco prima che la madre di Benito morisse in un tragico incidente, Diego ha scoperto di non essere il padre naturale di suo figlio Benito e ha pensato di potersi finalmente liberare di questo “fardello” che sente non appartenergli, mentre il bambino è il vero eroe che intanto continua ad essere seguito da una simpatica coach educativa (Charo López) che avrà il suo ruolo in tutta questa storia e insieme a Diego aiuterà il piccolo coprotagonista a trovare il padre biologico.

Quando la paternità è un legame di elezione

Con la tecnica d’esordio in medias res, il regista ci fa assumere fin da subito il punto di vista del bambino che appare già disincantato, malgrado la sua giovanissima età. Narrativamente parlando, il piccolo è monumentale: ha subito il dramma dei genitori separati, ha perduto sua mamma, non riesce a integrarsi a scuola e scopre che suo padre non è il suo vero padre. Il personaggio di Benito Lasarte mostra un’eroica maturità emotiva a differenza di suo papà che appare invece inizialmente completamente distratto e disinteressato a intavolare una comunicazione e un rapporto sano con suo figlio. Sbadigli nella prima metà della pellicola per poi concludere in crescendo nella seconda tranche che risulta più interessante e godibile anche per il tema affrontato che muove a una riflessione sul tema della paternità e sul confronto, anche se non nuovo, tra il legame di sangue e il legame di elezione qui affrontato con delicatezza di toni (quella che probabilmente manca nella prima parte) che lambisce talvolta il grottesco, ma che miracolosamente non sfocia nel patetico. Con un happy handing tranquillizzante che non delude lo spettatore, Oggi sistemiamo tutto arriva a rappresentare l’essenza della relazione padre-figlio come un rapporto spirituale, ossia dettata principalmente dalla costruzione del legame.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.7

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