Nightbooks: recensione del dark fantasy Netflix

Un'opera horror adatta a tutta la famiglia e in grado di far viaggiare lo spettatore su un piano interdimensionale.

Parafrasando lo scrittore Carlo Castellaneta, c’è un’apertura tra il mondo magico e quello degli uomini viventi. Un luogo in cui questi due universi si incontrano: l’apertura è lì, “si apre e si chiude come una porta al vento”. Una porta che è una possibile via di fuga. Lo sanno bene i protagonisti di Nightbooks – Racconti di paura, il dark fantasy americano con mordente diretto da David Yarovesky, basato sull’omonimo romanzo fantasy horror scritto da J.A. White.
Nightbooks segue le avventure di un bambino prodigio del genere horror, che passa il suo tempo a scrivere racconti terrorizzanti.
La sua storia è ambientata nella Grande Mela, in una casa stregata abitata da ripugnanti creature (piante magiche, uova mostruose), da un gatto dagli occhi blu e da “un’adorabile”, eccentrica e perversa strega, che nello stile (per la verità meno bon ton) rammenta la sexy musa di Burton, Eva Green. Il nuovo film originale Netflix è disponibile per la visione sulla piattaforma di streaming dal 15 settembre 2021.

Nightbooks, una storia dell’orrore al cospetto della strega di Hänsel e Gretel

Nightbooks cinematographe.it

I protagonisti di Nightbooks, Alex e Yasmin, fanno rivivere in chiave moderna l’irrealtà della celebre fiaba dei fratelli Grimm Hansel e Gretel. Alex (Winslow Fegley) è un bambino che ama scrivere racconti di paura. Attraverso i suoi scritti vuole spaventare i suoi compagni di classe, che invece non comprendono il fascino nascosto dietro a queste storie spaventose. Per gli amici Alex è solo strano. Il giovane viene isolato, quindi per sentirsi “normale” decide di interrompere la sua più grande passione. Ma immediatamente dopo viene catturato da un appartamento stregato che viaggia in tutto il mondo, attirando bambini. Nella casa magica trova un’altra piccola prigioniera di nome Yasmin (Lidya Jewett) utile alla padrona di casa (la strega) per cucinare e ripulire. Natacha è una strega sui generis dai capelli turchesi, affascinante come una fata turchina (Krysten Ritter). Ironica, perfida e perversa. Per una misteriosa ragione chiede ad Alex (pena la morte del bambino) di raccontarle ogni sera, prima di andare a letto, una storia dell’orrore. Di giorno il piccolo protagonista può trascorrere tutto il suo tempo a scrivere in una biblioteca, uno dei luoghi misteriosi dell’appartamento, concentrandosi sui suoi racconti. Alex e Yasmin cercano di escogitare un piano per sfuggire a Natacha. Ma la storia avrà un lieto fine?

Perseguire le proprie passioni, per quanto strane possano apparire

 

Nightbooks ha in dote una storia commovente, perché se solo Alex non amasse scrivere storie spaventose, sarebbe normale agli occhi degli altri, e mai più solo. Ma è davvero conveniente accettare e unirsi alle normalità? Il nuovo film Netflix fa riflettere sull’attualità, su un mondo in cui si tendono ad appiattire le diversità. Diversità che invece dovrebbero trovare piena attuazione, considerando le  aspirazioni di ognuno. Perché bisogna circondarsi di autentici amici, e perseguire le proprie passioni, “per quanto strane possano apparire all’esterno”.  Yasmin regala al suo amichetto un taccuino, simbolo di una sincera amicizia, con su scritto: “resta strano narratore“. Ma anche la strega comprende l’unicità del piccolo Alex. “C’è qualcosa di te che mi sconcerta narratore”, afferma Natacha. C’è questa meravigliosa oscurità che danza nel tuo cervello…dovresti esserne felice, e invece cerchi di sfuggirle, perché?“.

La storia di Nightbooks procede facendo un passo nella realtà e uno nel pauroso mondo immaginato da Alex, quello che sostanzia i suoi racconti horror

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La storia di Nightbooks procede facendo un passo nella realtà e uno nel pauroso mondo immaginato da Alex, quello che sostanzia i suoi racconti horror, che sul piccolo schermo vengono rappresentati in modo ineccepibile, attraverso delle suggestive e bellissime immagini animate con sfondo scarlatto. Si nota il lavoro che c’è dietro al trucco e ai costumi dei personaggi che agiscono in paesaggi surreali che trascinano e rapiscono lo spettatore come in un’estasi visiva. Nel frame riportato sopra è raffigurata la scena di un racconto nel quale un mago invia dei bimbi a estrarre dei gioielli dalle fauci di un mostro. Ma non decide di uccidere la bestia, piuttosto di sacrificare i piccoli, e usare una pozione soporifera per farla addormentare, continuando così ad arricchirsi senza pietà.

Nightbooks: una storia che funziona e fa viaggiare lo spettatore su un piano interdimensionale

Il film funziona sin dall’inizio. Rientra nelle opere horror adatte a tutta la famiglia. Fa viaggiare lo spettatore su un piano interdimensionale in cui regia, recitazione, fotografia e sonoro contribuiscono insieme a creare la giusta dose di emozione per procedere nella visione. Nightbooks ha un finale aperto scontato e sottotono in cui si poteva fare decisamente meglio, ma, nonostante quest’ultima nota fuori tempo, riesce a tenere il ritmo, a creare suspense, a terrificare. E a meravigliare senza spargimenti di sangue, ma con i plot points! E il merito non è solo della sceneggiatura scritta da Mikki Daughtry e da Tobias Iaconis. Soprattutto di un lavoro di regia che tutto sintetizza, che fa avvertire i sussulti e gli sbattimenti (anche interiori) dei personaggi che si muovono nelle scenografie curate nell’essenziale, ma perfette nel loro cupo incanto.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5

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