Nel Mondo: recensione del film di Danilo Monte

Nel Mondo è il risultato è un point of view costante, palleggiato tra due soggetti che si passano l’hardware come fosse il testimone in una staffetta.

Con Nel Mondo, presentato in prima mondiale nel Concorso Internazionale della 39esima edizione di Filmmaker Festival, si chiude una trilogia, quella autobiografica firmata da Danilo Monte e focalizzata sui rapporti familiari. Un terzo capitolo, questo, anch’esso crocevia e portatore sano di emozioni cangianti come è stato per i precedenti Memorie – In viaggio verso Auschwitz, incentrato sul rapporto con il fratello, e Vita Nova, dedicato al tema della fecondazione assistita, vissuta al fianco della moglie Laura D’Amore, quest’ultima anello di congiunzione nel tessuto narrativo e drammaturgico della nuova pellicola del cineasta napoletano.

Nel Mondo: la genitorialità in un diario intimo ed emozionante

Gli sforzi immani compiuti dalla coppia attraverso una serie di tentativi ripetuti, faticosi e dolorosi di diventare genitori hanno qui trovato, finalmente, un lieto fine con la nascita nel maggio del 2017 del piccolo Alessandro. Una genitorialità che il regista e la sua compagna di vita e di cinema hanno cercato intensamente e che nel documentario trova compimento. La coppia, infatti, ha deciso di filmare il bimbo durante il primo anno di vita, fino a quando farà i primi passi. Ma “nel mondo” i desideri assumono altri contorni scontrandosi con la quotidianità: cosa significa essere genitori? Quali cambiamenti si devono affrontare nella propria esistenza?

Nel Mondo: un romanzo di formazione che alterna le azioni che proviamo ai sentimenti che proviamo

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Il film prova a dare delle risposte e lo fa attraverso una sorta di romanzo di formazione che pone l’accento sul passaggio dalla condizione di figlio a quella di genitore, buffo, stralunato, divertito, spaesato, come l’infinita – e imprevedibile – gamma di sentimenti che la realtà ci provoca. Il piccolo esserino che parla un linguaggio ancora non intellegibile esige attenzione assoluta, stravolge il ritmo del giorno e della notte, muta la loro relazione, impone domande che rimangono senza risposta. E mentre il regista prova a comprendere la sua nuova posizione, un altro evento, stavolta dolorosamente luttuoso, irrompe nella sua vita come un fulmine a ciel sereno. Del resto, la vita è per sua stessa natura imprevedibile, ma anche un oggetto da montare senza libretto d’istruzioni. Il regista partenopeo, in tal senso, è bravissimo a restituire questa eterna sensazione di precarietà tanto emotiva e psicologica quanto esperenziale che si consuma dentro e fuori di lui. E la struttura portante di Nel Mondo si materializza sullo schermo attraverso questo In and Out tra ciò che si prova e ciò che si vive.

Nel Mondo: un film intimo e intenso

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L’ultima fatica dietro la videocamera di Monte è un back e al contempo una fatica nel vero senso della parola, perché a cogliere e a catturare i frammenti di vita vissuta ci sono coloro che il tutto lo hanno visto e ascoltato in presa diretta, tra gioie e momenti più difficili. Il risultato è un point of view costante, palleggiato tra due soggetti che nel raccontare e raccontarsi si passano l’hardware come fosse il testimone in una staffetta. Ma quella lungo la quale si snoda la timeline non è una pista di atletica, bensì la quotidianità e i giorni che la scandiscono. L’autore la trasforma nelle  singole pagine di un diario intimo, di grandissima intensità e verità. E sta proprio nella verità e nella sincerità che trasudano dal primo all’ultimo fotogramma utile che va a comporre la timeline, il punto di forza di un film che mostra con equilibrio e senza filtri le due facce della stessa medaglia. Il non epurare, alterare, camuffare o attenuare gli effetti di nessuna di esse è la cartina tornasole.

Nel Mondo mostra con equilibrio e senza filtri le due facce della stessa medaglia

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Prodotto da Don Quixote e Polivisioni, Nel Mondo è stato sviluppato all’interno del workshop In progress 2017 di Milano Film Network, ha successivamente ricevuto il sostegno della Film Commission Torino Piemonte ed è stato selezionato per il Match Making di Italian Doc Screening nel 2018. In fase di scrittura, Danilo Monte ha lavorato con lo sceneggiatore Alessandro Aniballi, mentre in quella di post-produzione sono stati coinvolti il montatore Johannes Hiroshi Nakajima e il sound designer Simonluca Laitempergher. La colonna sonora è stata curata dai Giulia’s Mother, band piemontese fautrice di un sound folk, indie/pop e post rock, composta da Andrea Baileni (voce e chitarra) e Carlo Fasciano (batteria).

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 4

2.9