Nel cerchio degli uomini: recensione del documentario di Paola Sangiovanni

Un documentario brillante che mette in luce le dinamiche del patriarcato e in che modo danneggiano anche gli uomini

Prodotto da Kon-Tiki Film in collaborazione con Rai Documentari, Nel cerchio degli uomini è il nuovo documentario di Paola Sangiovanni che andrà in onda su Rai Tre il 13 luglio, per poi essere disponibile sulla piattaforma Rai Play.
Nel cerchio degli uomini è una raccolta di testimonianze di uomini che tentano di sfuggire dalla mascolinità tossica e decostruire la condizione maschile dalle imposizioni della società patriarcale che li costringe a sotterrare i propri sentimenti ed emozioni – specie se negativi – per vivere una vita prestabilita. Il documentario è scritto e diretto da Paola Sangiovanni, prodotto da Kon-Tiki Film e Rai Documentari con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund.

La destrutturazione del patriarcato che parte dagli uomini

Nel cerchio degli uomini. Cinematographe.it

Il gruppo, poi evoluto ad associazione, nasce da un’idea di Roberto, Domenico e Mario che hanno come desiderio in comune la volontà di allontanarsi dalle dinamiche di potere e competizione maschili abbracciando, al contrario, un’identità fondata sulle relazioni.
Le dinamiche all’interno del gruppo riportano alla mente il modo in cui il femminismo è nato, è cresciuto e continua a crescere: donne che parlando con altre donne si rendono conto che molti aspetti della loro vita somiglia a quelle di altre e che molte cose che accadono a loro, molti eventi spiacevoli tra cui molestie, voci inascoltate o non credute sono cose che accadono a tutte diventando così non più vicende personali, ma sistematiche che riflettono una società patriarcale. È così che le donne hanno dato forma a quello che vivevano, dandogli un nome e facendolo conoscere fuori dai loro contesti. L’esempio più letterale di questo fenomeno è quello di Betty Friedan, autrice di La mistica della femminilità, che ha portato alla luce il malessere delle casalinghe americane degli anni Cinquanta partendo dalla propria esperienza personale e rivelando un mondo fatto di insoddisfazione, alcolismo, depressione e abuso di psicofarmaci da parte di donne insoddisfatte della loro vita a cui la società ha fatto credere che il loro ruolo di madre e moglie fosse non solamente l’unica strada percorribile per loro, ma quello per cui erano nate e che solamente così sarebbero state felici.

In Nel cerchio degli uomini il concetto di partenza è il medesimo. Un gruppo di uomini – partito come solamente da poche persone e poi diventato negli anni un’associazione – si sono iniziati a riunire quando hanno notato come fossero diversi tra di loro e con se stessi quando non c’erano donne con loro. Un appuntamento che è diventato regolare, una vera e propria tavola rotonda dove hanno iniziato a raccontarsi senza filtri di come fossero stati incitati a reprimere i loro sentimenti, le loro emozioni e anche le loro passioni passate costantemente sotto la lente d’ingrandimento dei loro padri attendendo la loro approvazione fino ad arrivare a parlare anche di violenza contro le donne. Discorsi nati da un’intesa ben collaudata e dalla voglia di scoprire se il loro passato somiglia o meno a quello di altri senza la paura di essere giudicati. Un compromesso che viene richiesto anche allo spettatore.

I sentimenti repressi e le esplosioni di rabbia sono le tematiche principali del documentario

Nel cerchio degli uomini. Cinematographe.it

Tematica centrale del documentario sono i sentimenti repressi degli uomini, un’imposizione che viene tramandata da padre a figlio come se fosse un valore l’essere stoico in qualsiasi situazione. Un’idea sbagliata portata avanti però per secoli che solamente negli ultimi anni viene denunciata apertamente, ma che ha condizionato e condiziona tutt’ora la vita di tutti gli uomini che vengono cresciuti da padri freddi e anaffettivi le cui ripercussioni rovinano i loro rapporti interpersonali, ma sono anche destabilizzanti quando si trovano a provare sentimenti negativi a cui non è stato insegnato come gestire, ma solamente sotterrare. Nel cerchio degli uomini si focalizza sulle conseguenze del non essere in grado di dare un nome a questi sentimenti, al non riuscire a renderli validi, ma solamente nel cercare di tenerli a bada.

Da lì il passo per parlare di violenza è breve, ancor più breve è il collegamento alla violenza maschile nei confronti delle donne. Ed è anche il momento in cui il documentario vacilla, soprattutto nell’intervista a un uomo particolarmente violento che racconta come ha abusato delle sue ex compagne e cosa provasse in quei momenti. L’intenzione di apportare uno sguardo neutro e non giudicante nei confronti di chi parla viene meno a causa dell’argomento trattato che avrebbe invece bisogno di individuare un carnefice che non veste i panni della vittima.
L’uomo ammette di non ricordare con lucidità quei momenti, ma ricorda solamente il senso di inferiorità e impotenza che ha provato quando le donne con cui era facevano qualcosa che lo facevano scattare. Una testimonianza in prima persona che, anche se l’uomo non nega mai di aver compiuto certe azioni, sembra voler allontanare la responsabilità da lui a discapito delle donne che sono le reali vittime dei suoi violenti scatti d’ira.

Conclusioni e valutazioni di Nel cerchio degli uomini

Nel cerchio degli uomini rimane comunque un documentario necessario in un Paese che fa ancora molta difficoltà ad ammettere che viviamo in una società patriarcale e che il patriarcato danneggia non solamente le donne, ma anche gli uomini. Perché se è innegabile che gli uomini, soprattutto se bianchi e cisetero, vivono in una condizione di privilegio è anche vero che gli standard innescati dal patriarcato sono irrealistici e irraggiungibili anche per gli uomini, standard che sono talmente rigidi da risultare ben presto soffocanti.
Le battaglie portate avanti dal femminismo fanno molta difficoltà ad uscire dalla bolla di donne che hanno e continuano a sviluppare consapevolezza della cultura che le ha educate ed approdare in ambiti esclusivamente maschili. Per questo il documentario di Paola Sangiovanni è un lavoro che arriva dritto al punto, che nasce da un’idea semplice quanto brillante.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.3

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