La musica provata: recensione

Dopo il successo de Il turno di notte lo fanno le stelle, Erri de Luca torna sul grande-piccolo schermo col cortometraggio La musica provata, tratto dall’omonimo libro, edito da Feltrinelli.

Il poliedrico scrittore torna a cimentarsi con le riprese, in un progetto ideato da Paola Porrini Bisson e prodotto da Oh!PEN Italia S.r.l.

Oltre all’attrice napoletana Isa Danieli, allo scrittore Mauro Corona, al giornalista e critico musicale Gino Castaldo, La musica provata gode della partecipazione di Luigi Antonio Bardi alla chitarra, Luciano Biondini alla fisarmonica, Stefano di Battista al sassofono, Gabriele Mirabassi al clarinetto, Roberto Pistolesi alla batteria, Andrea Rea al pianoforte, Daniele Sorrentino al contrabbasso. Con la voce di Nicky Nicolai e la recitazione di Alessandro Preziosi, Margot Sikabonyi, Richard Streight.

Il cortometraggio è una sorta di documentario alquanto divertente sulla musica. Si apre con la voce dello scrittore, accompagnata da disegni oserei dire quasi elementari, capaci di spiegare anche ai più cocciuti il meccanismo dell’udito: questo senso così importante che a Napoli acquista un significato particolare, specie se a raccontarlo è un partenopeo stonato al quale sono state “circoncise le orecchie”.

Alle prove nello scantinato, tra musica e parole, si amalgamano dialoghi conoscitivi, intramezzati dalla voce e dal volto ben conosciuto di Isa Danieli, in una bellissima veste meridionale di donna-specchio della sua terra.

Sintetizzando si potrebbe dire che il film è la normale consecutio di un incontro tra vecchi amici, ognuno con la propria vita, ma tutti legati dalla musica, pur con gusti e suoni differenti! Quella melodia che congiunge e come un uragano travolge le cose intorno donandogli colore: rende migliori i versi di una poesia, eterni i ricordi.

L’opera ci trasporta in un mondo parallelo, attuale eppur lontano, in cui gli occhi si riposano e smettono finalmente di star dietro alle migliaia di luci e cartelli pubblicitari.

Siamo a Napoli: una città naturalmente acustica, fatta di suoni e tradizioni, in cui la gente produce frasi simili a cantilene. Eppure è chiaro che potremmo essere ovunque ci portino la fantasia e il ricordo, ognuno nella propria patria o isola segreta, col leitmotiv di una dolce/triste/allegra/patriottica melodia!

Alla fine di questa storia rimarrete ad ammirar lo schermo con un piega a semicerchio lungo il viso e un grande insegnamento: ascoltare! Immagazzinare suoni e parole, immagazzinare emozioni, facendole entrare dal foro stretto delle orecchie, per poi lasciar che si disperdano nella testa