Mother/Android: recensione del film di fantascienza Netflix

Il film Netflix ci cala in un dramma fantascientifico legato al mondo imperscrutabile della maternità.

Il potere del fuoco – motore di rigenerazione e simbolo di conforto, di luogo protetto e familiare – trionfa nelle prime inquadrature di Mother/Android, il film scritto e diretto da Mattson Tomlin (sceneggiatore di The Batman, la pellicola più attesa del 2022) al suo esordio dietro la macchina da presa. Prodotto da Tomlin con Matt Reeves, Bill Block, Rafi Crohn, Adam Kassan e Charles Mille, lo sci-fi drama su Netflix dal 7 gennaio 2022. Con questo suo primo lungometraggio il regista prova a calare lo spettatore in un dramma a tema sopravvivenza legato al mondo imperscrutabile della maternità.

Mother/Android: nella trama del film Netflix si è in fuga dagli androidi attraversando la “Terra di nessuno”

Mother/Android cinematographe.it

La narrazione degli eventi di Mother/Android parte dal Massachusetts centrale, in un futuro non precisato in cui si costruiscono maggiordomi-robot da milioni di dollari per aiutare le famiglie; programmati solo per essere servili, per dare emozioni e far stare bene gli uomini con cui convivono. È la Vigilia di Natale e i due collegiali Georgia (Chloë Grace-Moretz) e Sam (Algee Smith) scoprono che stanno per diventare genitori. Georgia è sconvolta, perché non sa se ama il suo fidanzato e non si sente ancora pronta per la maternità, sebbene il ragazzo, in un modo dolcissimo, le proponga di sposarlo. Prima però i due giovani devono affrontare altri problemi perché gli androidi creati dalla robotica hanno intanto fatto un salto evolutivo. Hanno scelto di ribellarsi e diventare delle macchine per uccidere. La rivolta di tutti i robot contro i loro creatori, che mette a rischio l’umanità, esplode nella “notte del blitz”. All’improvviso gli androidi iniziano ad uccidere. La camera riprende un maggiordomo-robot che uccide e semina il panico all’interno di un’abitazione.

Otto mesi dopo, Sam e Georgia con un bel pancione vivono nei boschi. Cercano di eludere gli androidi onnipresenti e velocissimi via terra, ma organizzati anche con Itp e droni. I robot stanno ormai causando terrore, morti e distruzione ovunque nella società. La coppia di giovani protagonisti spera di poter cominciare una nuova vita altrove, grazie a un programma di aiuti per le famiglie. Sanno che le famiglie dei paesi meno colpiti dalla ribellione accolgono in casa loro giovani emigrati. Ma per sfuggire all’estero Sam e Georgia hanno bisogno di attraversare la pericolosa “Terra di nessuno”, per raggiungere i porti di Boston dove forse potranno prendere una nave che li trasporterà in Corea del Sud (un posto sicuro e pacifico). Per un po’ i due trovano riparo in una base militare da cui verranno cacciati…

Prevalgono gli elementi drammatici in un film che non è immune da difetti

Una camera a mano segue Chloë Grace-Moretz e Algee Smith mentre si muovono in un’ambientazione cupa e minimalista. Mattson Tomlin predilige una fotografia con sfondi scuri e una messa in scena essenziale, nonché segni di punteggiatura marcati come stacchi sul nero. Il film non è immune da difetti che si palesano soprattutto nella parte centrale con cadute di ritmo e riduzione netta dei caratteri fantascientifici a vantaggio degli elementi drammatici. Lo spettatore più accorto potrebbe trovare non poche difficoltà a terminare il viaggio della giovane coppia di protagonisti a causa di scelte narrative viste e riviste. Ad esempio, il dramma di sopravvivenza ricorda per certi aspetti quello portato al cinema da John Krasinski in A Quiet Place (con creature estremamente veloci che attaccano qualsiasi cosa produca rumore). Mother/Android prova inoltre a deviare dai cliché senza riuscirci e non apporta nessuna rivoluzione sia nel genere fantascientifico sia nel suo sottogenere post-apocalittico. Alla fine del film resta solo la comprensione dell’interrogativo (il pensiero di un’ingiusta separazione) – frutto di un profondo travaglio interiore della protagonista – espresso nella bella inquadratura d’apertura, che riesce a modificare lo stato di quiete dello spettatore e a  riaprirgli almeno una ferita: “Come si fa a lasciare qualcuno, a lasciarlo veramente così lontano, come se non lo avessi mai incontrato?”.

Leggi anche Mother/Android: guarda qui il trailer del film Netflix

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.9

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