Metal Lords: recensione del film Netflix

Uscito l'8 aprile e forte di una colonna sonora d'eccellenza, il film è affossato da una storia piuttosto banale.

Quando abbiamo saputo che Tom Morello, una delle menti dietro i Rage Against the Machine, sarebbe figurato come executive music producer di Metal Lords, film che fin dal trailer prometteva di sguazzare nella musica metal, l’interesse per il film stesso è immediatamente aumentato. C’è solo questo, però, in Metal Lords, cioè l’impronta musicale metal, una colonna sonora efficace, dominata dai grandi classici del genere (dai Metallica ai Black Sabbath), che tuttavia non basta a sostenere una storia piuttosto insipida e prevedibile. Uscito l’8 aprile su Netflix, Metal Lords è una delusione.

I cliché di Metal Lords, scritto dallo sceneggiatore di Game of Thrones

Ci sono un po’ tutti i cliché del classico cinema adolescenziale/coming of age statunitense: il rapporto conflittuale con i genitori che non ascoltano o non capiscono; la scuola, luogo di tortura e frustrazione in cui avvengono in continuazione atti di bullismo non visti dagli insegnanti; i primi amori; le amicizie tradite e ritrovate; la battaglia delle band. Di per sé il cliché non è dannoso: fissato un traguardo, esistono molte strade per raggiungerlo. Ma il regista Peter Sollett – tornato al cinema dopo un silenzio durato sette anni e interrotto qua e là solo da qualche lavoro televisivo – e lo sceneggiatore D. B. Weiss sembrano scegliere quelle più abusate, tanto che guardando Metal Lords è impossibile scrollarsi di dosso la sensazione di già visto.

Un genere musicale sbagliato

Il problema maggiore sta nella sceneggiatura. D. B. Weiss è la mente, insieme a David Benioff, dietro la celeberrima serie TV Il trono di spade. Ed effettivamente Metal Lords presenta molti dei problemi già additati alle ultime stagioni della serie televisiva. Innanzitutto, un’eccessiva semplicità nella rappresentazione di un mondo, di una cultura e di un genere musicale – cioè il metal – molto più complesso di quanto vorrebbe far credere la versione pulita ed edulcorata mostrata nel film. Siamo sicuri che non fosse l’intenzione del film quella di compendiare in un’ora e mezza la ricchezza e la problematicità della musica metal e capiamo anche l’esigenza di realizzare un film che sia il più possibile accessibile al pubblico mainstream. Ma allora Weiss avrebbe dovuto scegliere un genere musicale diverso e ‘più semplice’ per questa operazione. 

Problemi con i personaggi e con il ritmo in Metal Lords

Un altro problema di Metal Lords è la scarsa caratterizzazione dei personaggi che ben si attaglia alla superficialità dell’intero film. Questi personaggi non sono solamente inseriti in dinamiche trite e ritrite (famiglia assente, scuola difficoltosa e via dicendo), ma mancano anche di motivazioni forti e concrete, che lo spettatore possa capire e con le quali possa empatizzare. Insomma, succede tutto un po’ per caso e senza che sia sempre chiaro il motivo. Infine, peccato capitale per un film che fa della musica metal la propria spina dorsale, Metal Lords manca di ritmo, di vivacità. Dura poco più di un’ora e mezza, eppure ci sono rallentamenti, accelerazioni improvvise, parentesi inutili e storie collaterali accennate e poi dimenticate. L’impressione è che lo sceneggiatore abbia voluto tenere il piede in due scarpe: fare un film musicale, in cui però di musica in scena se ne vede e sente meno di quanto possa sembrare, e allo stesso tempo raccontare la crescita di alcuni adolescenti. Ma anche in questo secondo caso il risultato è frettoloso e maldestro.

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Regia
Sceneggiatura
Fotografia
Recitazione
Sonoro
Emozione

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