RomaFF13 – Measure of a Man: recensione del film di Jim Loach

Prima o poi bisogna diventare grandi e Bobby lo farà durante la sua estate al lago del 1976, dimostrando quanto la sua vale la sua vita.

Estate del 1976. Anzi, una grassa estate del 1976. Anzi, ancora di più: una grassa estate del 1976 dopo la quale sai che non sarai più un ragazzo. È il momento di confrontarsi con la prospettiva della crescita per il giovane Bobby Marks, in bilico su quel confine che non lo vede più come un bambino, ma in cui non può ancora definirsi uomo. Come su di un trampolino, pronto a saltare eppure rimanendo preoccupantemente attaccato alla sicurezza della terraferma.

È con un umorismo spigliato che Jim Loach si approccia al suo secondo lungometraggio Measure of a Man e con cui va a trattare l’adattamento cinematografico del romanzo dello scrittore americano Robert Lypsite – ovvero proprio One Fat Summer. Dopo i toni nazionalisti del suo thriller Life of Crime, il regista figlio d’arte sceglie il sorriso riuscendo a centrare il punto prefissatosi, supportato certamente alla base da un soggetto promettente, ma mostrandosi da parte sua, e con la propria regia, in perfetta sintonia con le scelte della sceneggiatura operate da David Scearce.

Measure of a Man – Imparare il proprio valoremeasure of a man cinematographe

Bobby (Blake Cooper) lo sa. Non è il tipico ragazzo tutto muscoli che si può trovare in riva all’acqua, è piuttosto il tipo simpatico che non si toglie mai la maglietta. Il suo grasso non è un mistero per nessuno e nemmeno per il giovane stesso, che riesce ad accettarlo anche quando gli altri sembrano non poter far altro che prenderlo in giro. Avviluppato dalle proprie insicurezze, per Bobby arriverà l’estate che segnerà il suo passaggio alla vita adulta, iniziato con il lavoro nel giardino del dottor Kahn (Donald Sutherland), il bullismo subito da Willie Rumson (Beau Knapp) e il rapporto con l’amica di sempre Michelle (Liana Liberato).

Tutti cercano il modo di mettersi in mostra d’estate, Bobby no. È la voglia di nascondersi che caratterizza la stagione al lago con la famiglia, ma che oltre ad accompagnarlo in quei mesi caldi sembra rappresentare nella totalità la sua esistenza adolescenziale. Imparare ad essere prepositivi: un compito per nulla facile quello che spetta al ragazzo, cominciare a prendere l’iniziativa nelle piccole cose per poi spingersi più in là nella propria vita.

Concentrandosi sul periodo vacanziero, Measure of a Man riserva ad ogni nodo fondamentale del cambiamento del suo protagonista una porzione di spazio assegnatali in maniera equivalente, fruttando al film di Jim Loach un’omogeneità tale da potersi poi sbizzarrire con maggior sicurezza su istanti di semplice ilarità e sfruttando al massimo la bravura dei suoi interpreti.

Senza alcuna retorica e, pur con di mezzo il tema del peso e del proprio aspetto, il coming-of-age di Loach sa farsi valere nello stesso modo in cui riuscirà a farlo alla fine dell’estate il suo protagonista, in un apprendimento che trova la sua migliore applicazione quando il giovane si ritroverà a contatto con le esistenze delle persone locali, differenti tra loro per personalità, ma che gli mostreranno l’importanza di vivere ed elaborare a proprio modo il dolore.

Measure of a Man – Nessun protagonista migliore che Blake Cooper per Bobby Marksmeasure of a man cinematographe

Non poteva esserci attore migliore di Blake Cooper in Measure of a Man per la parte di Bobby Marks, interprete dalla simpatia intrinseca che non ha bisogno di alcuno sforzo per accattivarsi lo spettatore, che viene divertito non soltanto dalla scrittura ironica e acuta del film, ma dalla presenza scenica naturale del protagonista.

Con la fotografia retrò di Denson Baker e quell’aria nostalgica da campi estivi nel paese lontano dalla grande città, la commedia di Jim Loach è la maturità che ci ritroviamo a possedere grazie al carico di scambi e situazioni che ogni giorno ci si presenta davanti durante la nostra giovinezza. Perché in fondo è fisiologico crescere e, forse, è soltanto come sapere che non si andrà più al lago dal prossimo anno.

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.7