RomaFF12 – Mazinga Z – Infinity: recensione del film d’animazione

La nostra recensione di Mazinga Z – Infinity, film d'animazione diretto da Junji Shimizu nelle sale italiane a partire dal 31 ottobre.

Mazinga Z – Infinity è un film d’animazione diretto da Junji Shimizu, che riprende ed espande gli eventi narrati 45 anni fa nelle due serie animate Mazinga Z e Il grande Mazinga, presentate all’epoca agli spettatori italiani in ordine inverso rispetto a quello originale. Proprio l’Italia ha avuto l’onore di ospitare l’anteprima mondiale di questa attesissima pellicola nel corso della dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, alla presenza del creatore dell’omonimo manga Gô Nagai. Mazinga Z – Infinity sarà nelle sale italiane a partire dal 31 ottobre, distribuito da Lucky Red.
Mazinga Z – Infinity

A 10 anni di distanza dagli eventi narrati nella serie, Koji Kabuto è diventato uno scienziato di successo, mentre il leggendario Mazinga Z riposa in un museo. All’interno del  Monte Fuji, vengono ritrovate delle misteriose ed enormi costruzioni chiamate Infinity, lascito del Dottor Inferno e dei suoi infidi alleati. Koji Kabuto si ritrova così a prendere nuovamente i comandi del suo fido Mazinga Z e a cercare di salvare ancora le sorti dell’umanità.

Mazinga Z – Infinity: un vero e proprio spettacolo per gli occhi e per il cuore

Mazinga Z – Infinity

Fin dai primi minuti, è evidente l’approccio evocativo e nostalgico di Mazinga Z – Infinity nei confronti della serie originale, senza ombra di dubbio fra le precorritrici del florido filone dei grandi robot giapponesi. La trama del film è infatti calibrata sui personaggi principali di Mazinga Z e Il grande Mazinga, con i villain sempre più cattivi e spregevoli (fra gli altri, non mancano il Dottor Inferno e il Barone Ashura) e con gli eroi maturati dal tempo e dalle vicissitudini della vita, ma riesce a mantenere costantemente una propria personalità e indipendenza, ponendosi così come perfetto anello di congiunzione fra i vecchi fan della saga e le nuove generazioni, platea designata per i più che probabili prossimi capitoli di questo rispolverato franchise.

Dal punto di vista visivo, Mazinga Z – Infinity è un vero e proprio spettacolo per gli occhi e per il cuore. Le avveniristiche ambientazioni e le immancabili scene d’azione godono di un’eccellente commistione fra computer grafica e animazione tradizionale, che si lega perfettamente all’impatto visivo della serie originale, donandole la scorrevolezza e il dinamismo garantiti dai progressi nel campo degli ultimi anni. Qualche perplessità in più invece dal punto di vista prettamente narrativo, con un approccio iper scientifico che fra paradossi temporali e il dispiegamento a profusione di termini tecnici di non facile comprensione a tratti appesantisce notevolmente il racconto, togliendo inoltre spazio ad altri elementi potenzialmente interessanti come la crisi energetica, il fallimento delle istituzioni e i dilemmi etici dei protagonisti.

Mazinga Z – Infinity: una rispolverata in grande stile di un pezzo di storia dell’animazione

Mazinga Z – Infinity

L’approccio fedele, ma decisamente passatista e didascalico, di Mazinga Z – Infinity, rischia quindi di rivelarsi un’arma a doppio taglio, capace di alienarsi sia l’interesse da parte delle nuove generazioni, sempre più in cerca dell’aziona pura, sia quello dei fan di lunga data, che con il passare degli anni hanno in larga parte virato su un tipo di narrazione più profonda e sfumata. Una generosa dose di sano fan service e un comparto tecnico di prim’ordine rendono comunque questa operazione meritevole di attenzione e considerazione, anche nell’ottica di una futura possibile creazione di un vero e proprio universo cinematografico sui robot giapponesi, sulla scia di quelli già creati e sfruttati con successo da Marvel e DC. Non solo una mera operazione nostalgia quindi, ma una rispolverata in grande stile di un pezzo di storia dell’animazione, che negli anni a venire potrebbe vivere una seconda giovinezza.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.4