Manco Morto: recensione del corto di Emma Cecala, “infarcito di sicilianità”

Abbiamo visto Manco Morto e parlato con la regista, sceneggiatrice e produttrice Emma Cecala di questo piccolo gioiellino che trasuda tutta l'anima retrò della Sicilia.

Parla di demoni, Emma Cecala, quelli che l’hanno spinta a produrre, dirigere e sceneggiare Manco Morto, il cortometraggio “infarcito di sicilianità” che, anche per tale ragione, è fiera di poter presentare all’Ortigia Film Festival 2023.
Ma di quali demoni parla e che storia porta in scena? Ci guarda con fare vispo e curioso, come se volesse interrogarci, scoprire cosa pensiamo della sua opera che, ci racconta, è “una storia siciliana ambientata nel paese di Cofone, assolutamente inventato, ma che nella realtà è il paese di Ciminna, in provincia di Palermo. Siamo nel 1958 e stanno per esserci le elezioni del primo cittadino, solo che muore improvvisamente il candidato del partito comunista italiano, tale Teotista Mezzasalma, e questo crea uno scompiglio generale, perché decide che le celebrazioni del suo funerale saranno in chiesa, cosa che provoca sgomento e dissapore presso i suoi compagni”.

Manco Morto: il cortometraggio di Emma Cecala dal sapore pirandelliano e camilleriano

La regista Emma Cecala sul set di Manco morto

Manco morto si insinua nell’intercapedine che separa le malelingue dalla realtà dei fatti, la stessa in cui si affollano i pregiudizi, l’abisso tra sacro e profano e quell’atavica idea di politica tutta italiana per cui il tornaconto personale vale più di qualsivoglia ideologia.

La Sicilia ritratta da Emma Cecala non è vera, per sua stessa ammissione, ma potrebbe. La regista racconta di essersi addentrata tardi nel mondo del cinema, “per pura casualità. Quando abitavo in Piemonte, invece di andare in terapia ho iniziato a leggere, leggevo tanto Camilleri perché mi mancava la mia Sicilia e quindi come una spugna ho assorbito questo modo di raccontare, che è un po’ pirandelliano ma propriamente camilleriano. Quando sono ritornata in Sicilia, priva di amici e di punti di riferimento, ho fatto un corso di regia cinematografica a Palermo e questo mi ha dato la possibilità di realizzare il mio primo cortometraggio, QuarantacinqueQuindiciVentiquattro, che è stato ben apprezzato, nel quale mettevo in evidenza una cosa brutta che avviene a Palermo, ovvero che al Cimitero dei Rotoli non si trovano i morti. Non si sa se si vendono le tombe, cosa accade.
E comunque, essendo andato bene ci ho preso gusto, nel senso positivo del termine! Ho iniziato a mettere in moto i miei ingranaggi e a pensare: ma questa famiglia palermitana che nel 1958 cercava un morto dal nome Teotista Mezzasalma, chi poteva essere quest’uomo? Manco morto è una sorta di prequel”.

In una manciata di minuti la regista, che si è occupata della sceneggiatura insieme a Vanessa Leone e Alessandra Trogu, riesce a condensare tutto lo spirito dell’Isola. Le inquadrature ben bilanciate ci introiettano tra le case, la chiesa e le strade, coadiuvate dalla baldanzosa melodia di Maria Chiara Casà, che con le note sa importare umorismo e ritmo, adagiandolo deliziosamente sulla fotografia così definita di Gero Cordaro.
Il montaggio di Antonio Messina, di certo, gioca il suo ruolo, incuneandosi con fare inquisitorio tra le trame di alcune scene, mentre la macchina da presa della Cecala ci prende letteralmente per mano e ci lascia affacciare da una singolare finestrella, su un tempo che non c’è ma che, in questa meravigliosa Terra e dentro certe storie, ci sarà per sempre.

Manco Morto: valutazione e conclusione

Manco morto non è solo il riassunto di una certa idea di politica, società e religione, è anche un sottilissimo omaggio a due grandi autori: Luigi Pirandello e Andrea Camilleri. Il funerale a cui si fa cenno nel cortometraggio, infatti, che il politico organizza nei minimi dettagli, non può non farci pensare al funerale dell’autore di Uno, nessuno e centomila, organizzato con la stessa cura di uno spettacolo teatrale (Camilleri lo racconta meravigliosamente).

D’altro canto la stessa Cecala ci ha svelato: “Mi ha salvato tantissimo vedere il film La scomparsa di Patò, di Rocco Mortellini (il genero di Camellieri). Per me è stata un’epifania, perché ho capito che rispetto a Hollywood in Italia magari non abbiamo molti mezzi, ma vedere quella Sicilia mi ha riportata a un tempo che neanche ho vissuto.
Io adoro la mia Terra e laddove posso voglio mostrarne il bello e non solo le cose brutte che spesso il cinema ha mostrato, come la mafia
“.

A conferire un plus la location del film, niente meno che la stessa usata da Luchino Visconti ne Il Gattopardo, che rappresenta un vero e proprio cameo, visto l’amore di Emma Cecala per il regista italiano.

Presentato anche al Taormina Film Festival 2023, dove si è fregiato del Premio Atena Nike, Manco morto è prodotto dalla Arancia Cinema Srl di Aurelio Grimaldi e vede nel cast Antonio Pandolfo, Stefania Brandeburgo, Giuseppe Battiloro, Marco Manera, Salvo Cambria, Antonio Balistreri, Enzo Rinella, Cesare Biondolillo, Damiano Giunta, Massimo Barbagallo, Lialiana Sinagra, Guido Cavallaro, Mimmo Giubilaro, Vita Scibilia, Angelina Cimilluca, Natalino Campanella, Stello Pecoraro, Antonino Manzella, Giuseppa Cirrincione, Marina BArone, Caterina Grillo, Michele Settepani, Mattia Sannasardo.

Sostenuto da Regione Siciliana (Assessorato ai Beni Culturali e Identità Siciliana), dal Comune di Ciminna e da La Donnafugata del Gattopardo – BC Sicilia, si avvale della scenografia di Giuseppe Cusmano, di Sebastiano Caceffo come fonico di presa diretta; il trucco è di Giusy Brancato, il montaggio di Antonio Messina, operatore macchina da presa Antonino Giacalone, operatore Gimbal e drone Gabriele Lumia, service luci di Antonino Giacalone e Nicola Fellino, post produzione e visual effect Daniele Marsala, aiuto regia Antonello Piazza.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.8