Malnazidos – Nella valle della morte: recensione del film Netflix

Un’orda famelica di nazi zombie torna a spargere sangue sullo schermo con la trasposizione cinematografica del romanzo “Noche de Difuntos del 38” di Manuel Martín Ferreras. Dietro la macchina da presa la coppia formata da Javier Ruiz Caldera e Alberto De Toro. Dall’11 luglio su Netflix.

Se c’è una cosa che gli amanti del fanta-horror hanno capito in tutti questi anni è che il filone dello zombie movie non ha limiti d’immaginazione, tantomeno spazio-temporali. Motivo per cui non vi è luogo, epoca, storia o ambientazione che non abbia fatto da sfondo alle gesta sanguinarie e alle mattanze di orde inferocite di morti viventi. Li abbiamo visti in azione praticamente ovunque, persino sulla Luna come in Iron Sky di Timo Vuorensola. In quel caso il male si mescolava ad altro male, con un branco di nazisti in fuga trasformatosi in un esercito di zombie in cerca di vendetta. Ma quelli riportati sulla faccia della Terra dal cineasta finlandese non sono gli unici nazi-zombie ad essersi riversati sul grande schermo. Se riavvolgiamo le lancette la mente torna ad esempio a film più o meno noti come Dead Snow, Overlord, Bunker of the Dead, Zombie Massacre 2 – Reich of the Dead e Zombie Lake, al quale si va ad aggiungere ora il più recente Malnazidos – Nella valle della morte di Javier Ruiz Caldera e Alberto De Toro, rilasciato da Netflix l’11 luglio 2022.    

Malnazidos – Nella valle della morte viene schiacciato dal peso di una mancanza assoluta di originalità che va di pari passo con l’incapacità di “giocare” con gli stilemi dello zombie movie

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A dire il vero, la pellicola del duo spagnolo ha visto la luce già due anni fa con l’anteprima mondiale alla 53esima edizione Sitges Film Festival, ma le note cronache pandemiche ne hanno  bloccato l’uscita sino allo scorso marzo, quando una timida distribuzione in sala tra i confini nazionali ha di poco anticipato l’uscita estiva sulla piattaforma a stelle e strisce. Il ché ha garantito al film in questione una diffusione più capillare, che gli ha permesso di raggiungere i moltissimi appassionati del filone presenti tra gli abbonati della grande N in tutto il mondo. Purtroppo per loro, lo show offerto dal duo iberico non è all’altezza delle aspettative, con Malnazidos – Nella valle della morte che viene schiacciato dal peso di una mancanza assoluta di originalità che va di pari passo con l’incapacità di “giocare” con le situazioni e gli stilemi dello zombie movie come, al contrario, sono riusciti a fare alcuni dei predecessori. In tal senso, l’opera di Caldera e De Toro fallisce su entrambi i fronti, limitandosi a pescare qua e là dal già visto per cucire insieme i pezzi di un plot che nulla ha da aggiungere alla causa, se non quella di avere collocato temporalmente il risicato racconto durante la guerra civile spagnola. Scelta, anche questa, che non è farina del sacco dei due registi, bensì dell’autore del romanzo dal quale il film è tratto, ossia Noche de Difuntos del 38 di Manuel Martín Ferreras.      

Malnazidos – Nella valle della morte altro non è che un rimpasto di cose già viste e sentite, prese in dosi massicce e spostate cronologicamente nelle ultime fasi della Guerra Civile Spagnola

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Le pagine del libro prima e quelle della sua trasposizione poi ci riportano indietro sino al 1938, quando la guerra civile spagnola si è già lasciata dietro una lunga scia di sangue. A farne le spese ci sono anche il capitano della Quinta Brigata Jan Lozano e un giovane pilota al suo seguito che vengono fatti prigionieri da un plotone avversario nel corso di una missione. Il rischio di morire giustiziati viene però presto superato dall’entrata in scena di un nuovo nemico comune che costringerà le controparti a unire le rispettive forze per sopravvivere. E quel nemico come avrete facilmente intuito non può che essere rappresentato da un esercito di zombi cannibali creati in un esperimento nazista. Dalla sinossi si evince che la sostanza narrativa e drammaturgica non cambia, con situazioni e dinamiche di attacco e difesa della resistenza di turno dall’esercito nazi-zombie che via via si sta moltiplicando a ritmo di morsi. Ecco allora che Malnazidos – Nella valle della morte altro non è che un rimpasto di cose già viste e sentite, prese in dosi massicce e spostate cronologicamente dalla Seconda Guerra Mondiale alle ultime fasi di quella civile spagnola.

I registi si adagiano sugli elementi basici del filone di riferimento e con quelli portano a casa uno zombie-movie piatto e senza guizzi

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Lo sforzo creativo è dunque minimo, sintomo di una pigrizia che parte già dalla matrice letteraria e che non riesce ad andare oltre la comfort zone di una ricetta già collaudata che in pochi riescono a rinnovare e personalizzare. La coppia spagnola si adagia sugli elementi basici del filone di riferimento e con quelli porta a casa uno zombie-movie piatto e senza guizzi, al quale nemmeno una dose di umorismo nero riesce a dare una scossa.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.8

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