L’intrusa: recensione del film di Leonardo Di Costanzo

L'intrusa è un film dal tocco neorealista che non vuole impressionare, solo raccontare con essenzialità una delle tante realtà di Napoli.

L’intrusa è il nuovo film di Leonardo Di Costanzo che, dopo il successo di L’intervallo (2012), sceglie di raccontare una storia di convivenza, di confronto fra mentalità lontane fra loro, una storia di vita nella Napoli di oggi.

L’intrusa: la mediazione sociale per l’infanzia nella Napoli moderna

Giovanna (la coreografa e danzatrice Raffaella Giordano, qui al suo esordio sul grande schermo) è la fondatrice del centro ricreativo per bambini La Masseria a Napoli; un luogo di accoglienza e ritrovo, in cui le famiglie trovano un punto di riferimento per la crescita e l’aggregazione positiva dei loro figli. In un contesto di periferia, La Masseria è una parentesi felice, uno spazio franco fatto di eroi costruiti con pezzi di vecchie biciclette e tanto cuore.

Nel cortile del centro c’è una casupola in cui Giovanna ha ospitato Maria, una giovane ragazza con due bambini piccoli. Ben presto però, si scoprirà che la donna non è come le altre mamme: suo marito è un camorrista ricercato per omicidio che viene arrestato dalla polizia durante un blitz. Ma Maria non se ne vuole andare e Giovanna non la vuole mandare via, nonostante l’insistenza delle altre madri preoccupate e dell’incomprensione dei collaboratori del centro.

L’intrusa: non un film sulla camorra ma un film con la camorra come colonna sonora

l'intrusa

Il regista ci mostra come le conseguenze di un male come la camorra continuino a perpetrarsi nell’animo delle persone, bloccandone il punto di vista: anche i collaboratori del centro si schierano con le madri e con la scuola, non comprendendo i motivi di Giovanna. Persino Maria (un ritratto di personaggio femminile stupendo ed emblematico) è conscia della propria situazione e agirà di conseguenza. Viene da chiedersi quindi, chi è L’intrusa del titolo?

Seppur in un primo momento parrebbe la giovane Maria, quando il delicato equilibro che regge il castello della Masseria si scardina, si capisce che la vera intrusa è Giovanna: una donna che viene da fuori, che mai potrà comprendere quella società in cui la camorra ha lasciato un segno indelebile e cicatrici troppo profonde. Di Costanzo si avvale quindi della figura del mediatore sociale che, dal canto suo, ha un punto di vista privilegiato per narrare una particolare situazione sociale.

L’intrusa: un cast di esordi per un film dal tocco neorealista

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Rita e un bambino del centro

Il regista saggiamente sceglie una cast quasi totalmente di attori esordienti (fa eccezione l’attrice di teatro Anna Patierno che interpreta Sabina, una volontaria del centro), vicini alla realtà raccontata, ed è questo uno degli aspetti migliori del film: un tocco neorealista che impreziosisce e rende più realistica la visione per lo spettatore. Di Costanzo scrive la sceneggiatura avvalendosi di un grande lavoro di ricerca e di studio: incontri e racconti di persone che vivono e lavorano quotidianamente in realtà della Napoli come quella mostrata dal regista.

L’intrusa è un film semplice: la regia pulita, essenziale, lascia alla parola e all’improvvisazione il ruolo da protagonista. Una pellicola che non pretende di scioccare o di denunciare, ma che racconta con cuore ed essenzialità una delle mille storie di una Napoli odierna, in cui i bambini sono la speranza di oggi e il futuro di domani.

L’intrusa è in uscita nelle sale italiane da giovedì 28 Ottobre, distribuito da Cinema srl.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.2