Le Ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce: recensione

Le ninfee di Monet racconta la passione  del pittore per i petali e per l'acqua, conducendoci in un mondo reale quanto fantastico.

Arriva per soli tre giorni, il 26, 27 e 28 novembre 2018, Le Ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce, nuovo film prodotto da Ballandi Arts e da Nexo Digital che arriverà nelle sale cinematografiche in collaborazione con TIMVISION Production.

Il film è un documentario che si avvale del racconto di Elisa Lasowski, nota soprattutto per essere Mirelle ne Il trono di spade, la quale ci conduce alla scoperta del più grande progetto pittorico di Claude Monet: la Grandes Décorations, un’opera rimasta incompiuta e oltremodo ardita poiché ha costretto l’artista ad un duro lavoro lungo dodici anni che, a causa di un beffardo segno del destino, venne accolto con disprezzo dai francesi. Il pittore, inconsapevolmente, non portando a termine l’opera ha aggiunto anche un certo fascino alla sua figura e alla sua intera opera, lasciando così le Ninfee a godere dei propri privilegi e della propria bellezza oltreoceano, negli Stati Uniti, dove tutta la produzione de le Ninfee ha contribuito alla creazione del mito di Monet e al successo del genio padre dell’Impressionismo.

Nel film Le Ninfee di Monet Elisa Lasowski ci porta alla scoperta dell’arte

Le Ninfee di Monet Cinematographe.it

Il documentario si presenta come una specie di biopic narrato, totalmente documentaristico, il cui percorso parte dalle rive della Senna, in particolare Le Havre, dove Monet trascorre il primo periodo della sua vita artistica, e risale il fiume verso gli altri paesi dove ha dimorato: Poissy, Argenteuil, Vétheuil, e infine Giverny. Giunto ormai oltre i 70 anni di età e quasi cieco a causa della cataratta, mentre si insinuano le difficoltà della Prima Guerra Mondiale, Claude Monet concepisce il progetto di dipinti di enormi dimensioni, nei quali lo spettatore possa immergersi  completamente, trovando ispirazione nelle amate ninfee. Dopo dieci anni, nel Musée de l’Orangerie di Parigi, il progetto viene portato a termine nelle sale ovali da lui stesso ideato e nel 1927 l’amico George Clemenceau inaugura finalmente il museo dedicato alla Grand Décoration.

Il racconto della storia di Monet prodotto nel film Le Ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce accompagna lo spettatore in una realtà immersa in colori, luci e suoni d’acqua che – insieme con gli aneddoti della voce e del corpo narrante dell’attrice Elisa Lasowski – rendono il mito di Monet, a prescindere dall’eventuale preparazione o meno dello spettatore, quanto mai attuale, fresco, meramente gradevole.

I luoghi visibili sullo schermo – sostenuti da un ottimo uso della fotografia – sono già notoriamente bellissimi, si passa per Parigi, il Musée Marmottan, il Musée de l’Orangerie e il Musée D’Orsay, fino a giungere in luoghi come Giverny con la Fondation Monet, la casa e il giardino dell’artista, e i magnifici panorami di Étretat, applicando con un meccanismo narrativo semplice ed efficace un aneddotica capace di incuriosire e non appesantire, in grado di arricchire il valore e il fascino di ciò che si sta vedendo e, anche indirettamente, apprendendo.

Colori, luci e suoni di Le Ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce 

Le Ninfee di Monet si avvale della consulenza scientifica dello storico e scrittore Ross King, autore del best seller Il mistero delle ninfee. Monet e la rivoluzione della pittura moderna, edito in Italia da Rizzoli, un contributo che permette di poter attribuire al progetto un valore istruttivo di altissimo rilievo. Oltre al filone storico, il documentario si arricchisce di interventi critici, come quello della fotografa fiamminga Sanne De Wilde e quello della giardiniera della Fondation Monet, Claire Hélène Marron.

La colonna sonora de Le Ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce è una composizione originale firmata da Remo Anzovino, una musica che segue il viaggio narrato nel documentario e che ci pare essere totalmente conforme con lo stile del pittore, assurgendo a pari dignità il suono dell’acqua – per il quale Monet nutriva una passione al limite con l’ossessione – a quello delle note musicali. 

Nel complesso il film Le Ninfee di Monet conferma l’attenzione, la cura e la competenza produttiva e distributiva di Ballandi Arts e Nexo Digital nei confronti di tutta quell’arte che mantiene viva la propria bellezza e la propria forza anche grazie al grande schermo, con indiscussa qualità visiva e con potente forza narrativa, dove la cultura è protagonista sì, ma anche spogliata di inutili orpelli intellettualoidi e resa per una materia in grado di essere capita, amata e apprezzata in qualsiasi proposizione utilizzata.

L’arte tutta ha un peso e sul grande schermo con i giusti meccanismi e accorgimenti può essere raccontata in modo vincente, Le Ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce costituisce un giusto esempio per altre operazioni del genere.

Regia - 4
Fotografia - 5
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.4