Roma FF11 – Layla M : recensione del film di Mijke de Jong

L’impegno sociale del cinema di Mijke de Jong torna con evidenza nell’ultima opera della regista ovvero Layla Mpresentato all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Giunta all’attenzione del pubblico internazionale dopo il successo del suo Bluebird, Mijke de Jong torna a presentare un lavoro riflessivo, dotato di uno straordinario realismo che mostra la storia di questa ragazza – da poco maggiorenne –  emozionalmente combattuta e profondamente tormentata.

Layla M, una ragazza di 18 anni di origini marocchine è nata e cresciuta ad Amsterdam. Durante i giorni della “costante” minaccia terroristica, Layla si ritrova a dover combattere – in maniera del tutto concitata – quella sequela  di pregiudizi  che le faranno accrescere sempre di più una frustrazione interiore non indifferente. Per via di questo status psicologico, la fede religiosa di Layla si intensifica, portandola ad “abbracciare”, la controversa causa di un gruppo di musulmani radicali che combattono per la pratica dell’Islam. Scappata in Medio Oriente, la giovane ragazza si ritrova “catapultata” in un mondo che all’apparenza incoraggia le sue idee ma che ben presto la porterà a dover affrontare una decisione impossibile.

Roma FF11 - Layla M : recensione del film di Mijke de Jong

Layla M è molto più di un semplice prodotto cinematografico neo-realista. L’obbiettivo di voler mostrare, di voler addirittura far percepire al pubblico spettatore, la convinzione ma soprattutto l’indottrinamento di una giovane europea di seconda generazione è la prova più difficile che Mijke de Jong poteva prefissarsi. Con questo suo ultimo lavoro, la regista olandese riesce a creare stati di inquietudine non indifferenti, sviluppando la narrazione, ma soprattutto la caratterizzazione della protagonista – facilitata anche dalla bravura di Nora El Koussour – con quell’asciuttezza stilistica tale da lasciare un amaro in bocca.

Ricongiunzione con le proprie origini … 

“Oltre le frontiere” ,  Layla M si spinge oltre qualsiasi confine; Mijke de Jong esegue “un’analisi” introspettiva sulla radicalizzazione di un singolo, utile “scappatoia” per il raggiungimento di quello status esistenziale di apparente beatitudine . Senza mezzi termini ciò che viene mostrata è la cruda realtà di una ragazza tormentata, che rinnega la sua identità, per “ricongiungersi” con le proprie origini “sposando” un’utopica causa. Layla M funge da “trattato sociale” ben strutturato, complesso nella sua natura; il film infatti condanna l’evidente vigliaccheria di una persona e non la sua interezza.

Layla M diventa “un’intercapedine” fra il contesto che presenta  e il pubblico, cercando di creare non un compromesso ma bensì un vero e proprio “contatto” fra due realtà estremamente distanti. L’incisività del film di Mijke de Jong è spiazzante, ed è proprio per questo che risulta efficace.

Islam non è sinonimo di terrorismo 

Quello che si evince dal lavoro cinematografico di Mijke de Jong è la voglia di informare la collettività – soprattutto quella attuale – su cosa è realmente l’apparato islamico. Oggigiorno la totale confusione generata da “particelle di micro-criminalità organizzata” che si riconoscono “radicali religiosi” ha riportato – purtroppo – un’evidente spaccatura culturale  fra Occidente ed Oriente.

Layla M non ha presunzione moralistica a riguardo, ma tenta con “leggerezza” di affrontare questa duplice presa di posizione sperando di slegare quella sequela di luoghi comuni creati dalle orribili vicende connesse al terrorismo. La divisione non porta a nulla, e non riconoscere una realtà a favore di un’altra, è l’errore più grossolano che un singolo – nel caso di Layla M – o addirittura un’intera comunità possa mai  commettere.

Layla M è un film scritto e diretto dalla regista Mijke de Jong. Distribuito dalla Beta Cinema GmbH. Nel cast Nora El Koussour, Ilias Addab.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2
Emozione - 3.5

3.3