Lagunaria: recensione del docufilm di Giovanni Pellegrini

Lagunaria è un racconto fantasmagorico di Venezia, e della vita nascosta nel groviglio dei suoi canali

Lagunaria, prodotto da Ginko Film per la regia di Giovanni Pellegrini, arriva ad aprile nelle sale cinematografiche italiane. Venezia è la protagonista del docufilm raccontato con uno sguardo al contempo mitico e attuale, e in chiave leggendaria dalla voce narrante dell’attrice Irene Petris che sembra venire da un tempo remoto. Il film è stato prodotto con il sostegno della Veneto Film Commission e il supporto straordinario di Legambiente. Dopo aver partecipato in concorso al Matsalu Nature Film Festival in Estonia, all’Another Way Film Festival di Madrid e all’Ecocup in Russia, è stato proiettato il 25 marzo 2023 negli Stati Uniti, al Salem Film Fest di Boston; e da aprile approda nei cinema d’Italia. Le proiezioni iniziano il 4 aprile 2023 al Cinema Rossini di Venezia, per proseguire nei giorni successivi a Treviso, Padova, Mestre, Venezia, Rovigo e Montebelluna. A partire dal mese di maggio invece l’opera uscirà dal Veneto per raggiungere Roma, Perugia, Palermo, Cagliari, Pordenone e Udine.

Un racconto fantasmagorico di Venezia, e della vita nascosta nel groviglio dei suoi canali

Da diverso tempo il regista veneziano Giovanni Pellegrini, con la propria casa di produzione e distribuzione Ginko Film, sta raccontando la sua città attraverso il progetto audiovisivo “Venezia Liquida” che colleziona corti e lungometraggi con l’obiettivo di restituire l’anima più autentica della città e il suo rapporto speciale e fondativo con l’acqua. Se il suo precedente documentario La città delle sirene era incentrato sulla grande alluvione di Venezia della notte del 12 novembre 2019, in Lagunaria il regista sembra alzare l’asticella, liberandosi del tutto dalla cronaca e prediligendo il racconto ammantato di toni rarefatti e di un’aura favolosa e mistica di “alcune delle storie che circolano su questa città“. Si parla del passato di una città presente, tentando di prevedere il futuro. Probabilmente non esiste città più adatta a questo approccio di Venezia, considerata la bellezza dei suoi panorami mozzafiato e dello svolgersi del suo Carnevale, il “peso” della cultura e delle tradizioni dei suoi abitanti, l’incanto della fauna lagunare e la vita nascosta nel groviglio dei suoi canali che il film prova a rappresentare attraverso un racconto fantasmagorico di questo mondo unico.

Le problematiche attuali dell’overtourism e del cambiamento climatico nel docufilm di Pellegrini

Lagunaria è un’opera intima che mira a farci toccare l’invisibile, cioè l’anima più autentica di Venezia, avvolgendo il racconto con toni rarefatti e un’aura da leggenda. Il film è frutto di un lavoro di ben cinque anni di riprese in cui Pellegrini ha ricercato le più belle ed eloquenti immagini della sua Venezia – una delle città turistiche più note al mondo – “rubate” peraltro durante un periodo storico difficile: quello della Pandemia. Con il punto di vista narrativo sempre differente, il regista osserva la storia e ce la racconta affrontando alcune delle grandi problematiche che affliggono la città lagunare negli ultimi anni come il cambiamento climatico e il sovraffollamento turistico: in una scena emblematica si vede una nave turistica mastodontica entrare da sinistra, per le sue dimensioni arriva a coprire buona parte dello schermo ma, soprattutto, le più alte e più belle vedute di Venezia. Il film stimola perciò una riflessione sulla sopravvivenza di questa città e su queste questioni sempre più urgenti.

Lagunaria: conclusione e valutazione

Troviamo un forte contrasto fra la realtà delle immagini e la narrazione di un racconto onirico, fantasy, attraverso cui il regista prova a far vivere a chi guarda la vera Venezia ( non la città lagunare vista come tappa obbligatoria del grandtour, ma la Venezia vista dai Veneziani). Con una colonna sonora che parla di magia e mistero, una voce narrante fine e leggera e immagini spettacolari della laguna, il documentario realizza il suo scopo di comunicare in modo efficace il suo messaggio d’amore che è anche un accorato appello al rispetto, per questa terra dichiarata Patrimonio Unesco che non smette di far sognare.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.7