Lady J – recensione del film di Emmanuel Mouret

Netflix ha rilasciato nel suo catalogo Lady J, nuovo originale in salsa francese scritto e diretto da Emmanuel Mouret.

Lady J è un film originale Netflix in costume del 2018 scritto e diretto da Emmanuel Mouret; è stato selezionato nella categoria Piattaforme presentato il 7 settembre 2018 al Toronto International Film Festival in Canada. È stato invece distribuito nelle sale il 12 settembre 2018 in Belgio ed in Francia ed a partire dal 16 novembre 2018 nel Québec. In Italia ci ha pensato direttamente Netflix, che lo ha rilasciato nel mese di marzo 2019.

Il titolo originale del film di Mouret è Mademoiselle de Joncquières e si tratta di un libero adattamento cinematografico della storia di Madame de la Pommeraye inserita nel romanzo Jacques il fatalista e il suo padrone di Denis Diderot del 1784.

Lady J è stato candidato per sei premi César e ha vinto nella sezione migliori costumi. Nel cast troviamo Cécile de France (Bambole Russe), Édouard Baer, Alice Isaaz e Natalia Dontcheva

Lady J: la trama del film disponibile su Netflix

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Corte di Francia, diciottesimo secolo. Madame de la Pommeraye (de France) è una bellissima e affascinante nobile francese che usa farsi vanto di non aver mai ceduto alla passione, neanche con il suo precedente marito, ora defunto.

Quando la donna riceve le attenzioni del marchese des Arcis (Baer), seduttore famoso in tutta la Francia e che vanta nel proprio palmares alcune delle più belle donne del Paese, decide di accettare la sfida e di misurarsi con le straordinarie tecniche seduttive dell’uomo.

Dopo qualche settimana di corteggiamento la nobildonna cade però vittima delle capacità del marchese, convincendosi della sua buona fede e di quanto lui sia sinceramente cambiato dall’essere il seduttore seriale che è sempre stato. Trascorsi alcuni anni felici, la nobile nota però un certo disinteressamento da parte del compagno e, su consiglio della migliore amica, cerca di capire quanto questi la ami ancora, fingendo ella stessa di aver perduto definitivamente la passione.

Purtroppo per lei il marchese confermerà le sue perplessità, confessandole come il sentimento si sia spontaneamente affievolito fino a scomparire. Colta in fallo madame de la Pommeraye non può fare altro che continuare la sua recita e i due si lasciano come amici, anche se il cuore della donna è in verità spezzato.

A quel punto però la donna deciderà che il suo unico scopo nella vita sarà la vendetta verso il marchese des Arcis, in rappresentanza di tutte le donne ferite ed umiliate. Quale miglior modo se non escogitare una trappola romantica ad hoc per il Don Giovanni?

Lady J: un’opera raffinata e leggera che strizza l’occhio alla nouvelle vague francese

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La Lady J (“J” sta con tutta probabilità per “Justice”) del film, impersonata da madame de la Pommeraye, è una vedova decisa a rappresentare tutto il genere femminile nella sua guerra contro il marchese des Arcis, suo malgrado esponente guascone del mondo maschile. Il risultato invece sarà solo quello di causare un ribaltamento di genere, passando da una guerra di sessi ad una di classi, in cui la faranno da padrone solamente l’umiliazione e lo sfruttamento di due povere donne cadute in disgrazia e ritrovatesi al centro di un gioco ben più grande di loro.

Il regista e sceneggiatore Emmanuel Mouret decide di mettere in scena una pellicola sobria, elegante e dai dialoghi cinici e intelligenti. I riferimenti sono senza dubbio quelli del ramo della nouvelle vague francese più classica e conservatrice, il cinema di Peter Greenaway e di Eric Rohmer sopra a tutti. I costumi e le scenografie sono senza dubbio ricercate e degne di nota, così come l’interpretazione degli attori, azzeccata e convincente. In più l’attenzione per la composizione delle immagini è totale, molto presente è la natura e gli spazi aperti e alcune sequenze sono molto intriganti.

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Anche se probabilmente il più grande merito del film è quello di riuscire ad affrontare dei temi non proprio accattivanti, in un contesto che facilmente può risultare tedioso e per di più con un linguaggio manierista e ricercato, mantenendo una leggerezza, una velocità e una linea ironica assolutamente gradevole e spensierata. Un film confezionato abilmente, bello da vedere e godibile sotto ogni punto di vista.

Una nota più personale, se mi è consesso, è sottolineare un rimando che riconduce a Woody Allen, al quale i dialoghi di Lady J si rifanno, soprattutto per la loro presentazione e svolgimento.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.5

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