L’abbazia dei misteri: recensione del film di Philippe Gagnon

La nostra recensione de L'abbazia dei misteri, film del 2017 diretto da Philippe Gagnon e con protagoniste Susie Abromeit (già vista in Jessica Jones), Amanda Brugel e Allison Hossack, in prima visione italiana su Sky Cinema Passion

L’abbazia dei misteri (Sometimes the Good Kill il titolo originale) è un film del 2017 diretto da Philippe Gagnon e con protagoniste Susie Abromeit (già vista in Jessica Jones), Amanda BrugelAllison Hossack. Dopo la messa in onda sul canale televisivo via cavo statunitense Lifetime nell’aprile 2017, il film verrà trasmesso in prima tv italiana sui canali Sky a partire dal 29 gennaio.
L'abbazia dei misteri

La vita di un tranquillo e isolato convento viene improvvisamente stravolta dal ritrovamento del cadavere della badessa. Dopo l’elezione di Suora Joy (Allison Hossack) come nuova guida dell’istituto, Suor Talia (Susie Abromeit) viene incaricata di indagare sull’accaduto, per via del suo torbido e misterioso passato. In un crescendo di delitti e inquietudine, la giovane monaca dovrà fare i conti con i segreti e gli intrighi dell’ordine religioso e con i propri demoni interiori che credeva di avere sepolto per sempre.

L’abbazia dei misteri: delitto nel convento

L'abbazia dei misteri

L’abbazia dei misteri trasporta il sempreverde filone investigativo all’interno di un convento, mettendo in scena il classico meccanismo di ricerca del colpevole fra un gruppo di personaggi decisamente sospetti. Tralasciando ingiusti e impietosi paragoni con un caposaldo del genere dall’ambientazione simile come Il nome della rosa, il film di Philippe Gagnon dal punto di vista prettamente scenico e scenografico si eleva rispetto alla media dei film televisivi di seconda fascia per un efficace utilizzo della location ecclesiastica, impreziosita da qualche apprezzabile gioco di luci e ombre, e per un livello complessivamente accettabile della recitazione, con le principali interpreti abili a caratterizzare le caratteristiche più importanti dei rispettivi personaggi, anche a costo di sfondare la barriera dell’overacting.

Il limite principale de L’abbazia dei misteri risiede in una sceneggiatura sciatta e scarna, che vanifica tutti gli apprezzabili sforzi nella messa in scena e nello sviluppo dell’indagine con una totale mancanza di approfondimento dei personaggi, appiattendo l’intera storia e impedendo allo spettatore di entrare in empatia con le suore del convento, che nonostante gli sforzi delle rispettive interpreti diventano fondamentalmente indistinguibili le une dalle altre, come svuotate della loro personalità e del loro ruolo nella trama. L’esempio più evidente di questa mancanza è proprio la protagonista Talia, che viene presentata come una suora ancora in bilico fra un passato nel crimine e nei bassifondi della società e la sua ritrovata vocazione religiosa, senza però dare a questo risvolto uno sviluppo adeguato a rendere credibile e autorevole il personaggio.

L’abbazia dei misteri: una mediocre mystery story ad ambientazione ecclesiastica affossata da una scadente sceneggiatura

Con L’abbazia dei misteri, ci si trova davanti a un giallo senza vitalità, a una mystery story senza suspense, a un’avventura in stile Sherlock Holmes senza un personaggio che abbia anche un briciolo del carisma dell’investigatore partorito dalla penna di Arthur Conan Doyle. A rimanere maggiormente impressi sono così un finale in crescendo, con un colpo di scena non certo imprevedibile, ma ben gestito, e qualche spunto sulle cospirazioni interne alla Chiesa e sui suoi meccanismi di potere, suggeriti cautamente allo spettatore senza la convinzione necessaria a renderli davvero incisivi e pungenti.

L'abbazia dei misteri

In conclusione, L’abbazia dei misteri si rivela niente di più che un mediocre prodotto televisivo di genere, affossato da una scrittura carente sia nella costruzione dei personaggi che nei dialoghi, spesso forzati e poco incisivi. Un film che riesce a evitare il pericolo del ridicolo involontario e a mantenersi su livelli accettabili per tutta la sua (breve) durata, ma destinato a scivolare addosso allo spettatore senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.4