La Lezione: recensione del film di Stefano Mordini dal RoFF 2025
Un thriller psicologico che parte con ottime premesse ma si perde strada facendo, lasciando intravedere ciò che avrebbe potuto essere: ovvero, un film più incisivo e disturbante. Dal RoFF 2025
Trieste. Un’aula di tribunale. Una vittima di violenza sessuale ritratta e un imputato – un professore universitario – assolto dall’accusa. È da qui che inizia l’undicesimo lungometraggio di Stefano Mordini (La scuola cattolica, Race For Glory: Audi vs Lancia), La Lezione (2025), con Matilda De Angelis e Stefano Accorsi, presentato in Grand Public alla XX Festa del Cinema di Roma. Già dai primi minuti sono chiari i temi del film: la violenza, la paranoia, le ossessioni. Il dubbio, soprattutto. Chi si cela veramente dietro un essere umano? Siamo capaci di captare i segnali di pericolo? Mordini rielabora l’omonimo romanzo di Marco Franzoso costruendo un thriller psicologico dalle atmosfere suggestive nel primo atto, salvo poi cadere nella seconda parte, fin troppo prevedibile e intuibile. La coppia De Angelis/Accorsi torna insieme a dieci anni di distanza da Veloce come il vento, esordio cinematografico dell’attrice bolognese che la lanciò nel mondo del cinema.
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La Lezione: di cosa parla il film di Stefano Mordini con Matilda De Angelis e Stefano Accorsi

Elisabetta (Matilda De Angelis) è una giovane e promettente avvocata che difende un professore universitario dall’accusa di violenza sessuale. Una volta assolto in tribunale, il professore (interpretato da Stefano Accorsi) decide di intentare una nuova causa contro l’università, che lo ha relegato a un ruolo marginale rispetto al suo curriculum. Tuttavia Elisabetta, già sospettosa nei confronti della presunta innocenza dell’uomo, vive un periodo instabile, costretta a fare i conti con un ex fidanzato ossessivo che sembra essere ripiombato nella sua vita.
Le regole di ingaggio iniziali sono ottime. Infatti, nella prima parte del film il ritmo è incalzante: i mille dubbi sulle identità dell’ex fidanzato e del professore accendono la curiosità dello spettatore.
De Angelis è molto brava a restituire quel senso di angoscia e solitudine che solo una vittima di stalking può provare. Le atmosfere sono cupe e tormentate, complice anche la scelta dell’avvocata di concedersi una pausa dalla città e trasferirsi momentaneamente nella baita dei genitori in campagna.
Buone premesse iniziali, ma che si sfilacciano verso la fine della pellicola

Il film risulta fin troppo sfilacciato in alcuni punti: i personaggi, mancando di spessore, rimangono intrappolati in una bidimensionalità eccessiva. Chi è davvero l’ex fidanzato di Matilda De Angelis? E il professore, può essere spinto soltanto da un’instabilità mentale? L’impressione è che il film manchi di elementi necessari per una comprensione più approfondita dei suoi protagonisti. A partire da Elisabetta, che – forte della sua posizione lavorativa e del suo status quo – rischia di annebbiarsi in una confusione psicologica fin troppo prevedibile.
Così come gli eventi della seconda parte del film: se le premesse da thriller psicologico sono buone e promettenti, queste si perdono non appena il primo (e unico) grande colpo di scena viene disvelato.
La Lezione infatti sembra affidarsi esclusivamente alla coppia De Angelis/Accorsi, senza affondare il colpo in termini di tensione e suspense. Se i richiami al cinema di Polanski – La morte e la fanciulla – sono evidenti, purtroppo la dinamica tra i due attori non riesce ad avere quella incisività tipica dei thriller “chiusi in una stanza”. Il rischio è di cadere inesorabilmente verso un finale che non sorprende, anzi: lascia con la sensazione di aver assistito a una narrazione un po’ incompiuta.
La lezione: valutazione e conclusione
La Lezione è un film dalle ottime premesse, soprattutto nella sua prima parte, dove Mordini costruisce un’atmosfera densa e suggestiva, giocando con il dubbio e la tensione psicologica. Tuttavia, col passare dei minuti, la trama perde mordente e non riesce a mantenere le aspettative iniziali. Un grande peccato, perché se si fosse premuto di più sull’acceleratore delle tinte thriller – come accade nei modelli a cui il film sembra ispirarsi, da La morte e la fanciulla di Polanski a Il terrore del silenzio di Mike Flanagan – La Lezione avrebbe potuto imprimere una maggiore forza emotiva e narrativa.
Il risultato è invece un thriller dalle sfumature un po’ sbiadite e confuse, che pur partendo da un’idea interessante, finisce per smarrirsi nei meandri del proprio labirinto psicologico.
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