Venezia72 – La Corte: recensione

La Corte approda in laguna con la regia di Christian Vincent con un cast composto da Fabrice Luchini, Sidse Babett Knudsen, Miss Ming, Berenice Sand e Claire Assali. Una non proprio tipica commedia francese dai tratti poco ben realizzati, l’hermine vede una buona interpretazione di Fabrice Luchini, non nuovo a performance di questo livello anche se complessivamente il film stenta a decollare frenato non poco dalla sua piattezza narrativa e la poca incisività della quale esso si macchia tristemente fin dalla prima battuta. Non si tratta di un completo disastro ma stiamo comunque parlando di un film che lascia molto molto a desiderare. Non basta qualche lieve sorriso strappato al pubblico in sala per rendere un film in maniera efficace e questo porta tutta la narrazione ad un lento ed inesorabile declino. Della commedia francese conserva poco e nulla se non lo scheletro sul quale è costruito, Luchini diverte ma non troppo e tutta la pellicola ne risente.

La Corte

La Corte – una commedia francese atipica?

La storia è ambientata a Parigi dove vive il presidente della corte d’assise Xavier Racine: un antipatico e crudele uomo di mezza età. Soprannominato “il presidente dalla doppia cifra” per le sue celeberrime condanne mai inferiori ai dieci anni, Racine ammorbidisce improvvisamente il suo carattere quando ritrova Birgit (Knudsen) a far parte di una giuria chiamata a giudicare un presunto caso di omicidio. Birgit è la donna che Xavier aveva incontrato qualche anno prima, ed è forse l’unica che il suo cuore, apparentemente di pietra, abbia mai amato. Riuscirà il presidente a mantenere il suo famoso sangue freddo nello spigoloso caso e a conquistare una volta per tutte il cuore dell’amata Birgit?

La Corte

Accompagnato da una colonna sonora puramente di secondo piano, La Corte può essere facilmente diviso in due tempi narrativi. Un primo intarsiato sulla vita pre-amorosa di Xavier, dove la ragione e il sangue freddo sono la sua arma più tagliente e crudele mentre una seconda parte dove il cuore dello stesso presidente della corte d’assise viene letteralmente ammorbidito dall’ingresso in azione di questa figura femminile apparentemente salvifica. Difficile per non dire impossibile non notare il netto cambiamento di fronte da parte di Xavier, soprattutto durante lo stressante processo con due imputati per omicidio nei confronti di un neonato. Se dapprima la sfrontatezza e la sfacciataggine la facevano da padrone ora l’arrivo di Birgit ha portato una netta sterzata nei modi di Xavier, calma e raziocinio sembrano entrati nella mente dell’uomo quasi in maniera accentuata. Se si eccettua qualche timido abbozzo di risata, La Corte risulta piatto e senza grandissimi colpi di scena, un vero peccato, considerando il potenziale inespresso del film. Resta comunque buona la recitazione anche se il tutto viene penalizzato da una sceneggiatura non affatto originale, eccessivamente intarsiata di elementi già ampiamente disquisiti in passato, anche non troppo recente. La Corte è un film che non riesce a brillare, seconda delusione dopo Equals nel panorama dei film in concorso nella 72esima Mostra Internazionale del cinema di Venezia, apparentemente orfani ancora di un vero faro guida filmico.

Giudizio Cinematographe

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 3.5
Sonoro - 1.5
Emozione - 1.5

2.1

Voto Finale