La Corrispondenza: recensione del film di Giuseppe Tornatore

Un amore vero, nodoso, intrappolato tra le viscere delle differenze e paralizzato tra gli specchi della tecnologia scandisce La Corrispondenza articolata, complessa e misteriosa architettata da Giuseppe Tornatore nella pellicola che vede innamorati e complici una bellissima Olga Kurylenko e un superbo Jeremy Irons.

Una storia dei giorni nostri che naviga sullo sfondo stellato e misterioso del cielo. Un rapporto clandestino tra due persone di età differente, cementificate sotto lo strato delle buone maniere e della cortesia velata tra alunna e docente ma che si scioglie tra gli affanni delle lenzuola, scivola come lava incandescente negli anfratti di una vita goduta in silenzio che lo spettatore non riesce mai a mettere definitivamente insieme; come i pezzi di un puzzle cucito male, la pellicola del regista di Bagheria si sgretola in brandelli desiderosi di virare verso l’infinito, tenuti però incollati al terreno dell’insipidità dalla forza gravitazionale di una regia lenta e prolissa, che fa di essi la nuda proiezione di una luce spentasi anni luce fa, proprio come quella di una stella.

La Corrispondenza: una lettera di celluloide con due bagagli a mano di drammaticità

Amy Ryan, incarnata dalla magistrale modella e attrice ucraina, è una studentessa fuori corso di astrofisica che nel tempo libero lavora per il cinema e la tv cimentandosi in controfigure acrobatiche, incidenti, salti mortali, impiccagioni e quanto di più crudele un essere umano possa desiderare. E mentre il suo doppio soccombe tra fiamme e atrocità lei si risveglia nella vita reale, più forte di prima, convinta di aver fatto un passo avanti nell’espiazione di un vecchio senso di colpa che lascia a marcire nella melma del cuore. La sua personalità è come un’arma a doppio taglio: Amy è forte, coraggiosa, ma allo stesso tempo sa rivelarsi scontrosa, crudele, a tratti antipatica con chi la circonda. Schiva le attenzioni altrui dedicandosi esclusivamente all’uomo che ama, il professore Ed Phoerum, il quale a un tratto però sembra essere svanito nel nulla, lasciando attorno a sè solo un anelito di segni che, se da un lato consolano la sua compagna, dall’altro la travolgono in una matassa di incertezze ed enigmi difficile da districare.

la corrispondenza

Dopo un atrio fatto di sequenze concise e passionali, in cui i corpi di Ed e Amy si uniscono carnalmente, il protagonista maschile sparisce dalla nostra visuale, mostrandosi esclusivamente attraverso la finestra tecnologica del pc o del cellulare e disseminando lettere scritte a mano e confezionate in buste di carta rossa, mail ed sms. Ed è un fantasma cibernetico, una presenza che continua a esistere grazie al supporto dei social network e della tecnologia in genere. Conosce profondamente la sua metà da prevedere in maniera eccellente tutte le sue mosse, intuire i suoi pensieri più reconditi e cullarla tra le pieghe di una bugia che possiede la velatura commovente dell’universo.
Lo spettatore finisce in questo labirinto di sentimenti forti capaci di tralasciare nel cuore il pulpito di una domanda alla quale mai si potrà trovare risposta; viene coinvolto e sconvolto adagio dall’andirivieni della corrispondenza, evidenziata tecnicamente da effusioni di campo e controcampo capaci di creare interazione tra gli attori e in alcuni casi una sorta di sdoppiamento della protagonista che dallo schermo luminoso del pc si esplora, definendo con maggiore chiarezza i tratti della sua vita.

la corrispondenza

Con una fotografia che a tratti farebbe invidia al miglior Caravaggio si snoda il chiaroscuro di una storia d’amore drammatica, resa eterna dal confronto mentale con i classici e moderna dalle divagazioni spaziali, dalla volontà di conquistare il cielo, di far parte dell’ignoto e di gridare nella finestra spazio-temporale dell’eternità tutto l’amore che si può avere per la vita, per la persona con la quale si è convissuto, sperando che resti intrappolato lì, nella tromba auricolare, come un balsamo per il cuore.
La colonna sonora di Ennio Morricone (Leggi anche La Corrispondenza: soavi violini si destano nella colonna sonora di Ennio Morriconelascia scivolare le immagini con la classe che contraddistingue da sempre il Maestro, eppure non siamo dinanzi alla migliore performance del regista di Nuovo Cinema Paradiso che, allontanatosi ulteriormente dagli scenari audaci, colorati e passionali della sua Terra, appesantisce la sua storia con due bagagli a mano di drammaticità, rimanendo intrappolato pur sempre nell’espressione di un amore impossibile, incompiuto, impalpabile, moralmente scorretto e poeticamente perfetto.

Giuseppe Tornatore, Jeremy Irons e Olga Kurylenko: interviste video QUI 

La Corrispondenza è una lettera di celluloide di un paio d’ore, strappata a metà da un postino immaginario. Un film dalla tematica originale ma che appesantisce fin troppo lo spirito, quando ci avrebbe potuti dirottare verso quei cieli stellati tanto amati da Ed e Amy.

La Corrispondenza è prodotto da Paco Cinematografica con Rai Cinema in associazione con UniCredit Leasing e Focchi Spa. Sarà al cinema dal 14 gennaio distribuito da 01 Distribution.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.8

Voto Finale