Knight of Cups : recensione del film di Terrence Malick

Il dramma esistenziale dell’uomo contemporaneo. Un’amoralità ben dettagliata – forse troppo – che assume le sembianze di una “sentenza” definitiva; Terrence Malick continua – impunemente – ad articolare il suo “ricettacolo artistico”, con questa pretenziosa voglia di soffermarsi sull’esistenza di un singolo, su come la vive, la patisce, la condivide con ciò che lo circonda. Knight of Cups – titolo del penultimo film del regista statunitense – è l’ennesimo lavoro insostenibile –  già preceduto da Tree of Life e To the Wonder – sviluppato da un artista da sempre incompreso – per la maggior parte – , che cerca in ogni modo di addentrarsi in un “universo” indefinito , nel pretenzioso tentativo di coinvolgere empaticamente il pubblico spettatore.

Knight of Cups: Terrence Malick sviscera l’ennesimo travaglio interiore personale

Uno sceneggiatore in totale crisi – artistica ed esistenziale – cerca rifugio attraverso i tarocchi. Sospeso fra  fatiscenti set hollywoodiani e il contesto urbano di Los Angeles, affrontando i rapporti umani con estrema leggerezza, prova a doppiare suo padre e a contenere suo fratello. Risvegliato nel profondo da un terremoto e da una voce ancestrale, insegue il dolore attraverso la frequentazione di una donna e, al contempo stesso, l’amore totale frequentandone un’altra. In mezzo, letti e piscine in cui godere, soddisfare, rivoltarsi e intorpidire. Davanti “la strada per l’oriente”, quella di una favola antica e di una perla che questo disinnamorato sceneggiatore ha finalmente ricordato di cercare.

Knight of Cups rappresenta – a modo suo – l’essenza della metrica-stilistica dell’ultimo Terrence Malick

Esautorarsi – perdendo il controllo della macchina da presa – ed estendere con evidente eccessività una narrazione all’apparenza lineare, capace di tramutarsi in un qualcosa di assurdamente onirico, con questa incomprensibile misticità caratterizzata da futili simbolismi che appesantiscono la visione dello spettatore. Una saturazione perpetua quella attuata da Malick, che parte dai precedenti lavori passati e che purtroppo rimane elemento caratteristico della sua “distopica” linea registica.

Dolore e Amore

Non basta – tenendo conto della rappresentazione – questo  sensibilizzante  tentativo di voler creare una sorta di “dualismo” e di profonda contrapposizione fra dolore ed amore; Malick anche in questo caso, pecca in eccedenza registica, riuscendo a fallire l’intento, nonostante l’impiego di un complesso di attori superlativi – da Christian Bale ad Antonio Banderas fino ad arrivare a Cate Blanchett e Natalie Portman – che non riescono minimamente a coinvolgere, attraverso le loro interpretazioni, il pubblico. La caratterizzazione del protagonista, fondata sull’amoralità, sull’apatia esistenziale, non solo non funziona, ma indispone totalmente lo spettatore, costretto “a fuggire” dalla sala senza alcun tipo di ripensamento.

Knight of Cups può (ma anche no) esser visto come lavoro autoreferenziale – almeno per i perfidi detrattori – con questa ricerca di ispirazione artistica, da parte di uno sceneggiatore assorto in un nucleo alienante, circondato da  un’esistenza esternamente superficiale.

Malick si perde nel solito  luogo comune che se prima era “eccezionalità” ora diventa totale – ed inammissibile – “ripetitività”. Insostenibile dall’inizio alla fine Knight of Cups viene incredibilmente dimenticato e “rigettato” dallo spettatore . Non basta questa volta la suggestiva fotografia, che per anni ha funzionato come “intercapedine” ,  a coinvolgere – ma soprattutto convincere – il pubblico. Malick commette l’errore imperdonabile che ogni regista deve evitare ovvero l’ostinazione verso una tematica già affrontata e già apprezzata.

“L’ambizione” – se così può essere definita – di filmare ciò che non può essere filmato non appare come pretesa ma bensì come il “delirio” di un regista che ha perso totalmente cognizione non con la realtà, ma con il semplice concetto di “fare cinema”.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 2
Sonoro - 1.5
Emozione - 1

2