Taormina 68 – Io e Spotty: recensione del film di Cosimo Gomez

L’opera seconda del regista di Brutti e cattivi è in concorso a Taormina, nel cast Filippo Scotti e Michela De Rossi.

Presentato in concorso alla 68esima edizione del Taormina Film Fest, Io e Spotty, opera seconda di Cosimo Gomez, vede protagonisti Filippo Scotti e Michela De Rossi, con la partecipazione di Paola Minaccioni. In uscita il 7 luglio, prodotto da Mompracem con Rai Cinema e distribuito da Adler Entertainment.

Matteo è un ragazzo introverso, lavora come animatore in una società che produce cartoni per bambini, non ha amici e vive in compagnia del suo cane Spotty che ogni sera non vede l’ora di raggiungere dopo l’ufficio. Tutto normale se non fosse che Spotty non esiste ma è in realtà Matteo stesso che si traveste da cane vivendo in quei momenti finalmente la felicità che non riesce a trovare nella vita reale. Un giorno alla ricerca di un vero contatto umano scrive a una dogsitter, Eva, una studentessa fuori sede che conduce una vita caotica, con scarsi risultati all’università, storie d’amore fallimentari e costanti problemi economici. La ragazza, dopo lo spavento iniziale nell’appurare di trovarsi di fronte a una persona disturbata, decide di accettare questo lavoro perché completamente al verde. Tra lei e Spotty/Matteo nascerà presto, contro ogni previsione, un legame speciale.

Io e Spotty – Due anime fragili e affini

Io e Spotty, cinematographe.it

Due solitudini che si incontrano, un legame che si crea a dispetto dei pregiudizi, della paura, di quella diversità che spesso non viene accettata, ma isolata, a volte vittima di violenza. Io e Spotty è un’anomalia nel panorama del cinema italiano, una bella novità, che affronta il disturbo psicologico attraverso una storia che sembra iniziare come un inquietante horror ma si tramuta presto in una delicata commedia. Matteo soffre di disturbo della personalità, Eva di forti attacchi di panico che tenta di calmare con l’aiuto di psicofarmaci e di una terapista. Quando entra nel particolare mondo di Matteo, anche se inizialmente pensa di trovarsi di fronte a un pericoloso psicopatico, scopre in questo ragazzo travestito da cane un’anima affine, una persona capace, anche dietro una maschera, senza guardarla dritta negli occhi, di sedare le sue paure, di calmare le sue ansie.

Io e Spotty –  La bellezza della fragilità

Io e Spotty, cinematographe.it

Strizzando l’occhio a film come Lars e una ragazza tutta sua e Se mi lasci ti cancello, Cosimo Gomez, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Luca Infascelli e Giulia Morelli, affronta con la giusta misura l’argomento dei disturbi psicologici raccontando una tenera storia d’amore lasciando ampio spazio alle interpretazioni dei due protagonisti: Michela De Rossi buca lo schermo e consegna tutta la verità di Eva con grande intensità, Filippo Scotti, dopo l’exploit di È stata la mano di Dio, dà grande prova di maturità e di essere tagliato per questo mestiere, riuscendo ad esprimere in poche parole, in pochi sguardi, quando non ha la maschera da cane, tutta la solitudine, il disagio, il bisogno di amore di Matteo. La camera a mano di Gomez cattura tutto questo, dimostrando come un “piccolo” film possa raccontare un universo spesso mostrato al cinema in maniera ricattatoria facendo di due “outsider”, due reietti della società, che le famiglie e gli amici non comprendono mai fino in fondo, due simboli della fragilità che ha bisogno di essere accolta, curata, accettata. In una società di “vincenti” sempre pronti a mostrare il lato migliore di sé stessi, Matteo e Eva, tentano di migliorare, di stare meglio, ma il lieto fine non è scontato, potrebbero fallire come accade a ognuno di noi nella vita di tutti i giorni, e proprio per questo sono veri, una bellissima alternativa al successo a tutti i costi.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.3