Instant Family: recensione del film con Mark Wahlberg e Rose Byrne

Il regista Sean Anders torna al cinema con Instant Family, descrivendo il difficile processo dell'adozione con ironia e semplicità, raccontandolo dal punto di vista di entrambe le parti: possibili genitori e ragazzi in affido

Una coppia affiatata, un lavoro avviato, una casa perfetta e un dolcissimo cane pronto ad aspettare sulla porta di casa ogni sera: Pete ed Ellie hanno tutto quello che desiderano, eppure nella loro vita manca qualcosa. Una situazione reale quella a cui si è ispirato il regista Sean Anders, che ha scritto il film partendo proprio dalla sua vita personale: un uomo in carriera con la donna giusta al suo fianco, pronto per creare una nuova famiglia. Instant family racconta con quel pizzico d’ironia necessario e mai fuori luogo, uno dei processi più complicati che un figlio e un genitore possano affrontare, quello dell’adozione.

Instant Family: il processo dell’adozione raccontato con il sorriso

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Protagonisti del film sono proprio Pete e Ellie (interpretati da Mark Wahlberg e Rose Byrne), una coppia molto unita che condivide anche il lavoro, quello di restauratori. Un lavoro che li ha impegnati profondamente negli ultimi anni, tanto da non lasciar loro il tempo di concentrarsi sulla propria situazione familiare: una famiglia che inizia a sentire la mancanza di un bambino. Quando per scherzo Pete durante una discussione esclama “adottiamo un bambino di 5 anni, così possiamo far finta di averlo concepito quando ne avevo 36”, in Ellie si accende una luce: il desiderio di maternità si fa avanti prepotente e la donna è pronta a tutto pur di soddisfarlo.

Ma l’adozione non è un processo semplice e Instant family, pur rimanendo una commedia, non cerca assolutamente d’indorare la pillola. Decisi a iniziare questo difficile percorso, i nostri due protagonisti si recano in un centro specializzato per le adozioni, dove Anders si diverte a inserire tutti i tipi di possibili genitori che si potrebbero incontrare: la coppia devota e religiosissima, quella gay, la madre single in cerca di un futuro campione sportivo da allevare. Stereotipi e cliché che si uniscono a quello delle due assistenti sociali, interpretate da Tig Notaro e Octavia Spencer: se la prima cerca di rimanere il più professionale possibile, la seconda è sempre pronta alla battuta e allo scherzo. Una sorta di coppia comica inserita nel film per sdrammatizzare il difficile e serio ruolo che interpretano, quello delle assistenti sociali appunto, ma anche per mantenere sempre leggeri i toni del racconto.

Leggerezza e ironia del resto sono sempre presenti in Instant Family, anche quando la situazione si fa difficile e Pete e Ellie devono affrontare le difficoltà di essere genitori. Dopo aver partecipato al corso per neo-genitori, i due riescono finalmente a conoscere il loro possibile figlio… anzi figli! Presa dall’emozione infatti, la coppia decide non solo di adottare un’adolescente, la cui età spesso scoraggia i possibili genitori che preferiscono avere bambini più piccoli, ma si porta a casa anche i due fratelli minori. Ecco che quindi nella vita di Pete e Ellie Wagner fanno il loro ingresso la quindicenne e ribelle Lizzie, il sensibilissimo Juan e la piccola peste Lita. Un trio che sconvolgerà profondamente la vita dei due protagonisti e che li metterà a durissima prova. Ma come nel loro lavoro i due sono in grado di individuare le potenzialità di un vecchio edificio e farlo risplendere, così Pete e Ellie cercheranno di dare vita a questa nuova e inusuale famiglia.

Instant Family: due persone non speciali ma perfette me per essere genitori

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Tra parenti ingombranti e abbastanza strani (basta guardare la famiglia di Ellie), nonne su di giri come la madre di Pete, scenate incontrollabili di un’adolescente, l’ipersensibilità di Juan, l’urlo a ultrasuoni di Lita, ma soprattutto una madre che improvvisamente decide di farsi nuovamente avanti per riavere i suoi figli, Instant Family è capace di ricostruire passo dopo passo il processo interiore che una coppia di genitori deve affrontare per adottare un bambino. Ogni emozione che i due protagonisti provano viene descritta perfettamente, anche la più frustrante, senza però mai abbandonare quel tono leggero che è alla base del film. Un film quindi divertente (anche se qualche personaggio risulta forzatamente comico, tanto da stonare) ma toccante allo stesso tempo, che tuttavia non scade mai nello strappalacrime. Una giusta via di mezzo, in grado di far affezionare lo spettatore non solo ai tre giovani protagonisti, ma soprattutto a Pete e Ellie che, nonostante tutti i loro difettied errorii, risultano perfettamente in grado di gestire la situazione.

Solo le persone speciali adottano i bambini e noi non lo siamo”: così afferma Pete all’inizio del film e forse è vero, forse lu ed Ellie non sono abbastanza speciali. Non sono nemmeno perfetti, con i loro problemi e le loro fissazioni, ma sembrano avere tutte le carte in regola per essere i genitori perfetti per almeno tre figli in cerca di qualcuno che li ami: Lizzie, Juan e Lita.

Instant Family arriverà nelle nostra sale il prossimo 21 marzo, distribuito da 20th Century Fox.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.8