In re minore: recensione del corto di Antonio Maria Castaldo
Il regista Antonio Maria Castaldo arriva al Festival di Venezia con In re minore, il cortometraggio sul tema del lutto e del coraggio di ricominciare. Qui la recensione
Il 3 settembre, l’82ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ha ospitato il nuovo racconto del regista e pompiere napoletano Antonio Maria Castaldo, tornato a dirigere dopo il suo ultimo lavoro Gli Elefanti, presentato per la prima volta al Teatro Sperimentale di Pesaro. Il corto In re minore è stato co-diretto da Gianluca Grazini, anche lui pompiere e filmmaker, già attore nel precedente corto di Castaldo. Il cortometraggio vede protagonista il tema del coraggio, incarnato nel protagonista Alberto (interpretato da Marco Aceti) un vigile del fuoco che nei giorni successivi al terremoto dell’Aquila del 2009, sarà chiamato a scavare tra le macerie di una città ormai divenuta cenere.

Leggi anche Ortigia Film Festival: presentata a Venezia la 17ª edizione
L’accettazione del lutto come colonna portante del cortometraggio
In un grande omaggio al coraggio dei Vigili del Fuoco e al servizio prestato alla comunità, il cortometraggio In re minore porta sullo schermo il difficile tema dell’accettazione del lutto. Attraverso una continua alternanza tra passato e presente, riusciamo a conoscere a fondo l’animo e il passato di Alberto. Durante la sua missione, il pompiere si troverà ad affrontare un forte dolore emotivo: una perdita importante che lo tormenta, che lo tiene legato al passato mentre cerca di affrontare il difficile presente, quello di una missione complessa, in cui ci sono in gioco delle vite da salvare.

In re minore ci porta a pieno ad immedesimarci con il protagonista, messo a dura prova faccia a faccia con i fantasmi del proprio passato, dovendo mettere da parte ogni cosa per poter aiutare le persone in difficoltà. Il montaggio non è solo un espediente narrativo, ma diventa strumento emotivo: frammentando la memoria di Alberto, il film ci obbliga a ricostruire con lui ciò che ha perduto, rendendo la rievocazione tanto più dolorosa quanto più essa si addentra nel ritmo della missione. Accettando la propria perdita quasi come una rassegnazione, il corto si conclude con un messaggio di speranza nato da un forte simbolismo: il fiore che sboccia dalle macerie della città caduta non è solo una consolazione, ma una promessa di impegno collettivo e una promessa di impegno verso sé stessi nel riconoscere la perdita, come l’augurio di una rinascita dalle ceneri.

In re minore: valutazione e conclusione
Presentato come fuori concorso in apertura del programma Venice Production Bridge della Mostra del Cinema di Venezia, il cortometraggio In re minore di Antonio Maria Castaldo ci lascia con una sensazione dolceamara nel cuore, un misto di tristezza e conforto, permettendoci di entrare nella dimensione privata degli eroi che ogni giorno rischiano la propria vita per proteggere la società. Un cortometraggio solido e toccante, che merita attenzione sia per la sua misura formale che per il valore civile del suo messaggio. In re minore non promette risposte facili sul tema del dolore, offrendo bensì uno sguardo umano sull’accettazione della morte, trasformando così la perdita in un’esperienza condivisa.
Scopri qui tutte le notizie e le recensioni dal Festival di Venezia 2025