Il sentiero della felicità: recensione del biopic su Yogananda

Il sentiero della felicità (Awake: the life of Yogananda) è il documentario girato da Paola di Florio e Lisa Leeman incentrato sulla vita singolare del famoso maestro indiano di Yoga.

Il sentiero della felicità, distribuito in Italia da Cineama, è il biopic che ruota su Yogananda, yogi e guru che, a partire dagli anni ’20, ha introdotto lo yoga e la meditazione nel mondo occidentale, partendo dall’India per arrivare in America. Paramahansa Yogananda è l’autore di Autobiografia di uno Yogi, testo entrato nel panorama letterario spirituale di tutto il mondo. Tutt’ora è una sorta di Bibbia per i ricercatori, i pensatori e i cultori dello yoga. Un testo presente nell’iPad di Steve Jobs, il quale dispose che venisse distribuito alle 800 persone che parteciparono al suo funerale. Non solo. Anche George Harrison, Russell Simmons e tante altre celebrità avevano letto il testo, grazie al quale si introdussero al misticismo orientale.

Il sentiero della felicità, il biopic sulla vita di Yogananda,
il profeta dello yoga

La pellicola, che rientra nella top five dei documentari più visti negli Stati Uniti,  è stata girata nell’arco di tre anni, tempo in cui le due registe hanno esplorato ben 30 paesi, attraverso lo yoga non solo occidentale, ma soprattutto quello insegnato in Oriente. Costruito grazie al materiale d’archivio, Il sentiero della felicità è un alternarsi di estratti di interviste ad allievi e testimoni che hanno incontrato Yogananda, carrellate nei luoghi di pellegrinaggio alla Divinity School dell’Università di Harvard, al centro di Scienza e Spiritualità dell’Università della Pennsylvania, fino al Chopra Center di Carlsbad, in California. Ma anche immagini che raffigurano lo yogi, il quale non escluse nessuno dai propri insegnamenti. Lo yoga è una pratica che usa il corpo, ma che si concentra sulla mente. «Se non l’avessi letto, probabilmente non avrei avuto una vita» Così George Harrison afferma come Yogananda gli abbia cambiato la sua prospettiva d’esistenza, tanto che, come prosegue nell’intervista, quel testo, così caro a lui, lo regalò ad altri amici in difficoltà e in crisi.

Probabilmente un pò troppo didascalico, ma certamente utile per chi non conosce Yogananda, Il sentiero della felicità va visto perciò con altri occhi, per entrare in una dimensione altra.

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Il sentiero della felicità va pensato come un viaggio profondo e intimo in quell’anima che, soprattutto noi occidentali, cerchiamo sempre di redimere. Un’anima che, attraverso il mondo consumistico e pieno di sovrastrutture, noi stessi tentiamo di purificare. E uno dei metodi per farlo è attraverso un tuffo nella meditazione.

Non siamo altro che carne e ossa, ma se riuscissimo a pensarci oltre questo? Se anche per un brevissimo lasso di tempo, riuscissimo a percepirci come qualcosa di immateriale, forse non staremmo meglio? Per un occidentale è difficile pensarsi così, e molti probabilmente criticano questa filosofia. Eppure tantissimi, anche solo leggendo il libro di Yogananda si sono riconciliato con se stessi e quindi con il mondo circostante. Se ad alcune persone, il suo insegnamento ha dato peso alla propria vita, allora quella sensazione non può che essere vera per chi l’ha percepita. Facilmente ci si perde negli intrecci della vita terrena, ricca di contrasti e spesso si dà senso alla propria vita solo quando si pensa che possa esserci un mistero di fondo. Qualcosa appunto oltre la carne e le ossa.

«Ogni uomo sulla Terra ha superpoteri, ma è inutile averceli se non li sai usare». Questo è uno degli insegnamenti di Yogananda. Si potrebbe confondere facilmente con una qualunque religione. E poi lo scetticismo potrebbe prevalere su tutto. Eppure se lo yoga e l’insegnamento di Yogananda si sono diffusi e continuano a svilupparsi ancora in modo vitale, vorrà dire qualcosa. Perché, per quanto possiamo non credere in questo, lo yoga va oltre la mera religione fatta di dottrine, perché oltre c’è la meditazione, intesa come via verso la felicità.

Dunque, come ci si può liberare dai mali del mondo, raggiungendo la felicità? Affrontando un sentiero fatto di riflessione e catarsi. Se, dopo aver visto Il sentiero della felicità vi è rimasta anche una parvenza di questa analisi, allora il documentario su Yogananda è stato utile e importante.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3
Fotografia - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.9

Voto Finale